Domenica 2 aprile 2023 si è rinnovato a Pozzolo Formigaro l’incontro con la sua storica fiera
Il nostro inviato, Umberto Cecchetto si è recato ieri, domenica 2 aprile 2023, a Pozzolo Formigaro (Al) per un servizio fotografico sulla “Fiera delle Palme”. Noi cogliamo l’occasione per descrivervi questo storico appuntamento che Pozzolo ha con questa sua Fiera, riproponendovi un pezzo che l’indimenticabile Giacomo Martini, appassionato di storia locale, nato nel 1943 e purtroppo mancato il 30 dicembre del 2022 all’età di ottanta anni, scrisse per “l’inchiostro fresco” di febbraio/marzo 2012.
Marta Calcagno – Direttore responsabile de “l’inchiostro fresco”
Pozzolo Formigaro e le “Palme” in alcuni aneddoti di Giacomo Martini
La “Domenica delle Palme” ieri
La Domenica delle Palme, per le passate generazioni, evoca tanti ricordi. In primo luogo memorie religiose; infatti, si apriva la Settimana Santa con i suoi riti e le dovute devozioni. D’altro canto, tempo permettendo, gli adolescenti iniziavano le passeggiate pomeridiane lungo i rii che scorrevano alla periferia del vecchio borgo, per assaporare meglio il risveglio della natura e cogliere le prime profumate viole, che spuntavano da “anfratti” riparati dal gelo invernale, per offrirle alla “fidanzatina”, che s’incontrava alla funzione religiosa del pomeriggio: ammesso che l’interessata fosse a conoscenza di qualche innamoramento
La “Domenica delle Palme” oggi
Oggi non è più così: c’è la Fiera, essenzialmente di carattere commerciale, che lascia ampi spazi all’intrattenimento. I ragazzi non passeggiano più nelle strade incassate intorno al paese, perché in gran parte sono state fagocitate da industrie, da orti e da linde costruzioni. In compenso c’è sempre la funzione religiosa nelle due parrocchie, con le rispettive processioni di bambini, genitori e adulti che alzano Palme e rami d’ulivo. Si snodano tra i banchi con la merce in esposizione e sono molto spettacolari. Per il sollievo di tanti “fedeli” la lettura del “terribile Passio”, ossia del racconto e della passione e morte di Nostro Signore è stata alquanto ridimensionata.
Pozzolo nel ricordo di un vecchio amico
Pozzolo: “Paese nel verde disteso fra gelsi e vigne d’uva americana: paese della mia gioventù lontana”; è il ricordo lasciato da un vecchio amico che per qualche tempo ha abitato il borgo. Siamo all’inizio della primavera che sta per aprirsi in tutto il suo splendore. Peccato che nei campi siano quasi del tutto scomparse le lunghe fila di gelsi che fino all’inizio degli anni Sessanta formavano una fitta vegetazione e costituivano una parte importante della nostra vita quotidiana, basti pensare all’allevamento del baco da seta. Il gelso è stato considerato da Plinio il Vecchio “albero sapientissimo” perché è l’ultimo a sbocciare e il primo a maturare la frutta, in questo modo evita i dannosi effetti del freddo intempestivo (sarà così anche per la stagione in corso?) e i suoi frutti restano a lungo sui rami. Pare che le donne romane e greche con il succo di questi frutti si tingessero le guance.
La metereologia
La meteorologia è una scienza che nel caso della Domenica delle Palme è scrutata con intensità dagli organizzatori della Fiera; il loro sguardo è uno zibaldone d’ottimismo e di preoccupazione. Non sono state rare le circostanze in cui il tempo ha tenuto il broncio, in ogni modo la manifestazione che ha ormai raggiunto la maggiore età, essendo alla sua diciottesima edizione, tra i fisiologici alti e bassi, ha sempre registrato un notevole afflusso di visitatori. Per rimanere nel campo meteorologico ci sembra giusto ascoltare la voce di don Severino Ghezzi, un credente che era anche poeta, che riguarda proprio il periodo in cui si svolge la Fiera: Marzo – Aprile: “Incontro al sole che s’alza su dai monti/i bricchi intorno addormentati abbassano la testa e tremano al freddolino che passa; ma l’acqua ride e scappa sotto i ponti. Belle castagnette e uccelli da tutti i punti si chiamano; e gli alberi aspettano il nido che lo facciano, aspettando i fiori il loro fieno e il prato che nasca; aspettano Aprile…. Apriamo il parapioggia, che il tempo ragna e, andando, guarda dove metti il piede; tu vedi bene, il trifoglio ha tutto coperto il sentiero e l’acqua, ascosa sotto l’erba, stagna. O taci si rischiara. Un soffio ed esce il sole. Che mattinata, o cuor mio! Che bello! Vi cantano gli Angeli nello squarcio di sereno”.
Conclusioni
Speriamo che anche quest’anno (2012), com’è successo parecchie volte in passato, siano gli “Angeli” ad augurare una buona riuscita della grande mostra-mercato delle “Palme”. Infine, lo storico-sacerdote chiosa i suoi versi con una riflessione: “Prima di credere alla nuova scienza, porta la mano alla coscienza”. Vale a dire: in ogni caso è sempre verso l’Alto dei Cieli che devi guardare!
Giacomo Martini