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NON FUNGHI MA EROINA NEI BOSCHI TRA CASTELLAZZO E PREDOSA

Dopo appostamenti e attente indagini, sgominata una banda dedita allo spaccio di droga

Operazione “The Hole”: la Polizia di Stato conclude un’indagine sullo spaccio nei boschi di Castellazzo Bormida e Predosa. Il bilancio è di 8 arresti e 11 denunciati. Sequestrati 32.000 € e mezzo kg di eroina

Si è conclusa un’importante attività antidroga condotta dalla Squadra Mobile, iniziata nel settembre 2022, che ha consentito agli investigatori di disarticolare un gruppo di maghrebini dedito ad una massiccia attività di spaccio nei boschi di Predosa, Castelferro e Castellazzo Bormida. Il via vai dello spaccio era continuo e iniziava già dalle prime ore del mattino, per finire a notte inoltrata: centinaia le cessioni di eroina, cocaina e hashish che venivano fatte ogni giorno ai tossicodipendenti che si recavano a ridosso della zona boschiva di Castellazzo Bormida, venendo accolti dagli indagati, che talvolta impugnavano machete o simulacri di armi da fuoco.

L’indagine, svolta anche con l’ausilio di attività tecnica, ha consentito di raccogliere rilevantissimi elementi a carico dei tre soggetti, con la documentazione dell’attività di spaccio posta in essere quotidianamente.

Gli indagati conoscevano perfettamente il territorio, tanto da riuscire a sfuggire ad un primo tentativo di cattura da parte della Polizia di Stato; in quell’occasione i tre componenti del gruppo erano sfuggiti all’arresto gettandosi nel fiume Bormida, addirittura rischiando l’annegamento.

Nonostante i tre avessero fatto perdere le loro tracce, l’incessante attività svolta dalla Sezione Antidroga consentiva di individuarli dopo alcuni giorni a Milano, dove i soggetti erano domiciliati e dove venivano monitorati dagli agenti della Squadra Mobile.

Del pari, veniva monitorato dopo alcune settimane il loro ritorno nella Provincia di Alessandria – questa volta in una zona diversa, chiamata “Il buco”, in corrispondenza del comune di Predosa (AL) – dove il gruppo ricominciava l’attività illecita.

Gli elementi raccolti e la pericolosità dei soggetti – due erano infatti pluripregiudicati per reati specifici e uno di questi era colpito da ordine di carcerazione emesso dopo l’evasione dai domiciliari – portava la Procura della Repubblica di Alessandria ad emettere un fermo d’indiziato di delitto per tutti gli indagati.

Il decreto veniva eseguito all’alba del 30 novembre u.s. in un capannone industriale di Cornaredo (MI), dove i giovani avevano trovato riparo: la Squadra Mobile di Alessandria, con l’ausilio dell’omologo ufficio di Milano, ha circondato la struttura e, con l’ausilio dei Vigili del Fuoco, ha fatto irruzione nel piccolo locale adibito ad abitazione. Inutile il tentativo di uno dei giovani di uscire dal tetto, grazie ad una grata appositamente svitata: lì erano infatti già presenti altri operatori della Polizia, saliti con un’autoscala proprio per evitare ogni possibile fuga.

La perquisizione all’interno dell’edificio consentiva di trovare due dei tre ricercati, e la somma contante di circa 32.000 euro, tutti accuratamente avvolti nel cellophane, verosimilmente destinati all’invio all’estero.

L’altro soggetto veniva trovato all’interno di un altro alloggio, già monitorato nei giorni precedenti; insieme a lui, un altro soggetto risultato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere per spaccio di sostanze stupefacenti, sempre in prossimità di zone boschive, emesso nel gennaio 2022 dalla Procura di Alessandria. Entrambi venivano tratti in arresto.

Tutti i fermi venivano convalidati e il GIP di Milano prima e quello di Alessandria poi applicavano a tutti gli indagati la custodia cautelare in carcere. Le ricerche svolte con l’ausilio delle unità cinofile nei luoghi in cui i giovani spacciavano consentiva di ritrovare, interrato, circa mezzo chilogrammo di eroina.

L’indagine tuttavia non terminava qui: dopo questo importante risultato la Squadra Mobile iniziava a monitorare alcuni soggetti che si erano resi protagonisti di non trascurabili acquisti di eroina, cocaina e hashish, sostanza ritenuta destinata allo spaccio.

In questa seconda fase sono stati monitorati e tratti in arresto – nei mesi successivi – altri quattro soggetti italiani: due di questi sono stati trovati in possesso di 65 grammi di eroina, mentre gli altri due sono stati arrestati in occasione di due diverse cessioni di eroina e cocaina a tossicodipendenti nella zona di Predosa. Complessivamente ai soggetti viene contestato il possesso a fini di spaccio di circa mezzo chilogrammo di droga.

Al termine dell’attività sono state denunciate – oltre alla donna che materialmente accompagnava gli indagati nel campo di spaccio, ritenuta responsabile di concorso nell’attività illecita – anche sei persone, ritenute responsabili di favoreggiamento personale: in diverse occasioni avevano infatti avvertito gli indagati della presenza di autovetture delle Forze di Polizia.

La redazione

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