INVENZIONI, FANTASIA E RICERCA
È stata inaugurata il 13 maggio 2023 a Palazzo Spinola, sede del Comune di Arquata Scrivia, la mostra “Acqueforti. Invenzioni, fantasia, ricerca” dell’artista alessandrino Gianni Baretta
La mostra, allestita nell’atrio del Palazzo, propone oltre venti incisioni all’acquaforte di Gianni Baretta. Nelle opere grafiche dell’artista troviamo composizioni geometriche che rimandano all’estetica dell’arte astratta e opere che arrivano a sfiorare, sempre partendo da una rigorosa composizione di base, le atmosfere e le estetiche del surrealismo.
L’acquaforte è una tecnica di incisione che sfrutta l’azione corrosiva dell’acido nitrico su lastre di rame o acciaio, dalle quali si traggono riproduzioni su carta.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Galleria “Il triangolo nero” di Alessandria, si presenta come un interessante silloge delle più recenti esperienze artistiche dell’autore in questa forma d’arte. La geometria e la ricerca sul segno sono il cuore delle opere esposte, influenzate da altre forme d’arte come la musica, la poesia e impreziosite da titoli che appunto rimandano ai giochi linguistici di matrice surrealista.
CHI È GIANNI BARETTA
Gianni Baretta, nato nel 1951 ad Alessandria, inizia la sua attività espositiva negli anni Settanta, con la sua prima mostra personale di pittura. Successivamente all’attività artistica affianca quella di organizzatore di eventi culturali per “Il Triangolo Nero” e editore con “Edizioni del Piombino” e “I libri della Luna Nera”.
Negli anni Ottanta, Baretta inizia a dedicarsi in modo sistematico anche all’incisione, arte che affianca a quella della pittura, con più di 1100 lastre e matrici incise, sia incisioni all’acquaforte che xilografiche. Incisioni nelle quali ha un ruolo centrale anche il colore, e che diventano contrappunto e complemento della sua attività pittorica. Nel 2023 è prevista la pubblicazione di un nuovo volume dedicato all’attività acquafortistica di Baretta, dopo “Centocinquantacinque incisioni” a cura di Rosalba Zuccaro del 2008.
Andrea Macciò