SALARIO MINIMO. LA MOSSA DEL CAVALLO DELLA MELONI

Il Governo ha incaricato il C.n.e.l. di formulare una proposta organica sulla questione delle retribuzioni in ordine al cosiddetto “salario minimo”

Sessanta giorni di tempo, questo il mandato temporale entro il quale il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, dovrà consegnare al Governo un documento contenente una proposta organica sulle retribuzioni in ordine al cosiddetto “salario minimo”

Ma che cosa è il C.n.e.l., chi se ne è avvalso e quali i suoi compiti?

L’ultimo Governo ad avvalersi delle competenze del C.n.el. è stato il Governo Conte che ad inizio 2021 ha reso noto la grave situazione dell’occupazione in Italia dopo l’emergenza Covid, citando in merito gli studi di una indagine condotta da questo organismo. Tiziano Treu, commentando i dati dell’attività svolta nel 2020 dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, che all’epoca lo presiedeva, lanciava infatti un allarme sui contratti di lavoro scaduti e che interessavano circa dieci milioni di lavoratori e metteva in evidenza l’alto tasso di disoccupazione giovanile, che era salito al 30,3%, oltre all’atavica sotto occupazione femminile.

Treu nella sua relazione non parlava di “salario minimo” ma sottolineava il fatto che “i posti di lavoro non si creano per decreto. Si fanno con la crescita del Pil (ndr.: Prodotto interno lordo)”

Ora l’attuale Governo in carica, su pressione della minoranza parlamentare sulla questione del “salario minimo” diventata cruciale in seguito alla forte pressione di natura mediatica innescata in primo luogo dalla Schlein, ha delegato a questo organismo, oggi presieduto da Renato Brunetta, di presentare, entro sessanta giorni, prima della nuova legge di bilancio, uno studio di fattibilità su questa politica pubblica di carattere redistributivo.

Poiché la minoranza parlamentare vede in questa scelta del Governo una elusione del confronto politico, conviene spendere due parole su che cosa è il C.n.e.l..

Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, assieme alla Corte dei Conti  e il Consiglio di Stato, è un rilevante organo ausiliario costituzionalmente garantito, come si legge negli artt. 99 e 100 della Costituzione.

Nel testo di Fausto CuocoloIstituzioni di Diritto Pubblico” a pag. 378 del volume primo (Edizioni Ecig 1981) si legge che: “L’istituzione di un Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro fu suggerita in Assemblea costituente dall’opportunità di creare un organismo capace di fornire indicazioni tecnico-politiche idonee a promuovere o a formulare i provvedimenti in materia, appunto, di economia e di lavoro”.

Nel 1957 fu poi varata una legge sulla sua composizione per la quale il Consiglio è costituito da 80 membri, 59 dei quali rappresentano le varie categorie produttive, 20 gli esperti in materia di cui 8 nominati direttamente dal Presidente della Repubblica. Il Presidente del C.n.e.l. è eletto al di fuori di questi 79 componenti.

Compiti del C.n.e.l., i cui componenti durano in carica cinque anni con possibilità di riconferma, sono, nelle sue specifiche competenze, di natura consultiva e di iniziativa legislativa, svolgendo anzitutto il ruolo di organo di consulenza delle Camere e del Governo.

Un organismo dunque molto importante di natura tecnica ma anche politica, tanto che il Ruini, si spinse a definire il C.n.e.l. e gli altri due organismi anzi detti, “ausiliari più che del Governo, della Repubblica”, proprio per sottolinearne l’importanza strutturale.

Alla luce di quanto detto quello che oggi non si capisce è la “levata di scudi” da parte della minoranza parlamentare, e in prima linea dalla Schlein, contro la scelta di affidare uno studio consultivo a quest’organismo che, come abbiamo viso è di rilevanza costituzionale e normalmente interpellato dai governi precedenti.

Gian Battista Cassulo

Una riflessione finale: forse non sarebbe meglio parlare più che di “salario minimo”, di “retribuzione giusta”? GB Cassulo

  

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