IL NOSTRO PAESE GETTATO IN MANO AD UNA OLIGARCHIA DI POLITICI DI PROFESSIONE

Siamo reduci da una serie di riforme costituzionali che hanno ridotto e ristretto gli spazi della rappresentanza democratica

Apro questo articolo con questo titolo con il pianto nel cuore perché a gettarci in questa situazione sono stati quei partiti che invece avrebbero dovuto tutelare gli interessi di noi “poveri cristi“, a partire dal garantirci una effettiva rappresentanza politica nella “stanza dei bottoni“, per dirla alla Pietro Nenni.

Hanno iniziato a demolire il nostro quadro istituzionale nel 2001, con la Legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, nata sotto i Governi D’Alema e Amato, che di fatto ha stravolto il Titolo V della nostra Costituzione, dividendo, a partire dalla Sanità, il nostro Paese in 20 piccoli stati e da lì è iniziato a salire il Debito pubblico, che oggi ha assunto dimensioni enormi.

Poi nel 2014, con il Governo Renzi (PD), vi è stata la riforma Del Rio, che con Legge n. 56 del 7 aprile 2014 ha disciplinato la costituzione delle “Città metropolitane” che hanno sostituito le vecchie Amministrazioni provinciali soppressi dalla Riforma Renzi e che sono diventate dei veri “ecomostri” politici dove il potere su vaste aree del territorio nazionale, quelle più produttive, è concentrato in poche mani di un personale politico non elettivo ma “nominato“.

Mi ricordo ancora quando Renzi si “lavava la bocca” dicendo di avere “abolito le costose province“, quando invece le Province sono ancora lì con tutta la loro struttura burocratica presente, mentre ciò che è stato veramente abolito è stata per noi “meschinetti” la possibilità di eleggere i Consigli provinciali e i loro Presidenti, che oggi invece sono dei nominati!

Poi c’è stato il tentativo nel 2016, sempre con Renzi al governo, di fare approvare una legge sostituzionale, la “Renzi-Boschi” per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, la soppressione del Cnel (oggi incaricato dal Governo Meloni di stendere un rapporto sulla possibilità di concedere il “salario minimo“) e l’ulteriore revisione del Titolo V della costituzione. Tentativo questo fortunatamente bloccato dall’esito referendario negativo del 4 dicembre 2016.

Infine nel 2020 con Legge costituzionale n. 261 del 21 ottobre 2020, Governo Conte (M5S, con il PD quale principale partito di riferimento), con la modifica degli Artt. 56 e 57 della Costituzione è stato varato il drastico taglio (con revisione del Collegi elettorali) dei Parlamentari da 630 Deputati a 400 e da 315 Senatori a 200.

E inoltre con il D.L. n. 14 del 25 febbraio 2022 il governo presieduto da Mario Draghi (sempre con il PD quale principale partito a sostegno della compagine governativa) ha autorizzato il primo invio di armi all’Ucraina (invii che proseguono tutt’ora) in spregio all’Art. 11 della nostra Costituzione.

Il tutto sotto l’occhio “vigile” di due Presidenti della Repubblica, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella ambedue targati PD, che contrariamente a quanto previsto dall’Art. 85 della Costituzione che prevede una durata temporale di sette anni per la più alta carica dello Stato, sono rimasti al Quirinale per la seconda volta, on la scusa che il Parlamento non sapeva chi altro eleggere al loro posto!

Ed oggi la Schlein ha la faccia tosta di presentarsi ai microfoni dicendo che è l’ora di finirla con gli sprechi, quando ad Amatrice e ad Accumuli, a sette anni dal terremoto, sono ancora sotto le tende, per non parlare dell’EmiliaRomagna andata a bagno perché in tutti questi anni di governo PD, se si esclude il periodo Guazzaloca a Bologna (1999 – 2004), è stato costruito di tutto e di più su “terreni acquatici” trasformati con varianti ai Piani Regolatori, in terreni residenziali o industriali, senza minimamente pensare a casse di compensazione per regimentare il deflusso dei fiumi e dei torrenti nei cui alvei sono state realizzate intere città!


Vergogna! E mi dispiace scrivere tutto questo perché nel PD ho molti sinceri amici che, pur non potendo dire nulla, stanno soffrendo per questo stato di cose.

Noi, come dimostra il video qui sotto condiviso, in tempi non sospetti dicemmo la nostra, schierandoci apertamente contro l’invio di armi in Ucraina e contro le riforme costituzionali sopra citate, che di fatto hanno messo il nostro Paese in mano a poche persone: agli oligarchi di partito.

Gian Battista Cassulo

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