Venerdì 22 Settembre, alle 17.00, presso la Biblioteca Comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia, la scrittrice e giornalista arquatese Patrizia Ferrando terrà l’ultimo dei quattro incontri del ciclo “Le pagine della gentilezza. Il bon ton che non ti aspetti”.
Storie cattive di buone maniere: questo il titolo per il quarto appuntamento del ciclo dedicato al Galateo, il codice delle norme comportamentali della buona educazione.
Con le buone maniere manifestiamo la nostra considerazione verso gli altri e, in termini storici, dimostriamo di essere “animali sociali”, individui civilizzati, non aggressivi, o pericolosi.
Pensando al bon ton oggi, sembra inesistente un collegamento tra quest’ultimo e l’intento criminoso, ma tutte le regole di etichetta o scaramanzia dei nostri tempi trovano origine in comportamenti e racconti, che potremmo definire “a tinte forti”, di un passato più o meno remoto.
Già nella mitologia del teatro greco, ad esempio, apprendiamo che bisogna prestare attenzione ai doni: senza scomodare Ulisse con il noto cavallo di Troia, consiglieremmo a qualsiasi sposa di diffidare di chiunque invii belle tuniche, perché potrebbero essere avvelenate.
Il mondo in cui più si esplicitano le storie cattive delle buone maniere è certamente quello della tavola. Durante il Rinascimento o alla corte di Re Sole, le probabilità di finire pugnalati o avvelenati durante un invito a cena erano abbastanza elevate, al punto che, secoli dopo, un buon anfitrione ancora dimostra di non avere intenti omicidi, anche se non sempre sa di attribuire un tale significato ai suoi gesti.
Ad esempio, non è considerato cortese versare il vino con la mano rovesciata “alla traditora”, come viene definito nel gergo comune perché, con le dita in quella posizione, era facilissimo aprire un anello e lasciar cadere del veleno nel bicchiere del malcapitato destinatario.
Fausto Cavo