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GENOVA, UNA CAMERA A GAS

Altro che grandi eventi, ma strade, una circonvallazione alle spalle della città, nuovi collegamenti con il suo retroterra e un servizio di trasporti pubblici non da terzo mondo

A Genova tra cinque giorni, il 21 settembre 2023, si aprirà il 63° Salone Nautico e per sei giorni diportisti, vacanzieri e gente proveniente un po’ da tutte le parti verranno sul Waterfront, alla Foce, a vedere motoscafi, velieri, yacht e anche barchette e gommoni.

Sarà anche una cosa interessante e remunerativa, ma i genovesi farebbero meglio, prima di buttarsi in grandi eventi, a fare strade, parcheggi e trasporti pubblici decenti, perché la loro classe politica, sia di destra come di sinistra, dal dopoguerra ad oggi l’ha trasformata in una vera e propria camera a gas!!!!!

È un vero e proprio scandalo nel vedere come si è trasformata Genova, soprattutto in questi ultimi anni: un vero inferno in terra, e si escludono i soliti quartieri abitati dai radical chic, ma anche lì tra poco ci sarà da stare attenti.

Ieri, giovedì 14 settembre 2023, da Cheverel (località a 1480 metri di altezza di La Salle in Valle d’Aosta), Giusy ed io di buon mattino siamo scesi a Genova per il primo giorno di scuola dei nostri due nipotini.

Sino a Novi tutto OK, poi da Serravalle a Genova è iniziato l’incubo: una fila d Tir che però fortunatamente di muoveva, mentre sul tratto della A7 in salita vedevamo un serpentone di altri Tir però fermo.

Riflettendo a quanti soldi in quel preciso momento stava incassando Gavio, il gestore dell’autostrada che un tempo era pubblica e ora privata, siamo risusciti per un pelo ad arrivare a mezzogiorno per vedere Ludovica e Samuele uscire da scuola e fare le foto di rito e sentire le loro impressioni!!!!

Un pasto frugale e poi di nuovo in autostrada alla volta di Aosta, questa volta sulla A26.

Non l’avessimo mai fatto!!!! Attraversato il nuovo Morandi (a proposito quanto ci è venuto a costare?) è iniziato il delirio: Tir e auto incolonnati!

E anche lì abbiamo riflettuto a quanti soldi in quel preciso momento stava facendo Benetton, il gestore di questa autostrada anch’essa costruita con soldi pubblici e ora entrata nella disponibilità di un gruppo privato.

Pensieri che ancor più facevano salire dentro di me la rabbia e, avanti a passo d’uomo, ad un certo punto ho alzato la freccia e siamo usciti a Genova-Prà e da lì, a Voltri, abbiamo preso il Turchino per Masone, ma sul Turchino c’era tutto quello che sull’autostrada non ci stava e due moto ci hanno anche superato in curva mandandoci a quel paese.

Mentre salivamo dal Turchino ogni tanto vedevamo spuntare l’autostrada, sia quella verso ponente, sia quella che si arrampicava verso il basso Piemonte: su tutti e due quei tronconi era un muro di ferraglia ferma sotto il sole!!!

Arrivati a Masone e vedendo che il traffico sull’autostrada era accettabile siamo entrati e alle 20,30 siamo arrivati a Cheverel in Valle d’Aosta, dove anche qui non sono rose e fiori, perché con i problemi al Traforo del Monte Bianco e con tutto il traffico che qui si sta riversando in seguito alla frana del Frejus, a volte verrebbe voglia di avere un elicottero a disposizione e anche qui ci si arrabbia perché vediamo che una linea ferroviaria, la “Aosta Pré Sait Didier”, invece di essere potenziata e valorizzata con un traforo ferroviario con sbocco a Chamonix, che potrebbe aiutare a smaltire il traffico merci eliminando i Tir ai valichi, è stata chiusa!

Ma per ritornare a Genova (che tra l’altro è lo sbocco al mare della Vallée e del Piemonte), che un tempo era “Superba”, se Genova non riflette sopra ai suoi guai, altro che capitale del Mediterraneo.

Genova se va avanti così muore asfissiata e con lei tutto il suo retroterra!!! Vergogna!!! Alle nuove generazioni lasciamo macerie!!!

Gian Battista Cassulo

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