INCONTRO CON SONIA DELPONTE

L’ARTISTA DEI “PAESI SOSPESI” E DEL “RECUPERO”

Sonia Delponte è un’artista alessandrina, originaria di Volpedo, il paese della Val Curone che ha dato i natali al celebra pittore Pellizza. Sonia, gli inizi da autodidatta, negli ultimi tre anni ha approfondito le sue conoscenze teoriche ed ha creato un suo stile personalissimo basato sull’utilizzo di materiale “poveri” e dimenticati per creare micro-installazioni che mettono insieme pittura, assemblaggi e altre tecniche come i paesi sospesi. Dopo aver visitato una delle sue mostre recenti, “Narrazioni Materiche” bi-personale con Manuela Serra presso la Biblioteca Civica di Tortona, la abbiamo incontrata per capire meglio che cosa sia la sua “arte del recupero”.

Puoi raccontarci qualcosa del percorso che ti ha portato ad avvicinarti all’arte?

Fin da bambina ho amato il disegno e la pittura in maniera significativa: un modo per esprimere le mie più vere emozioni che, nel tempo libero, ho sempre praticato da autodidatta. Nel 2020 ho deciso di approfondire le mie conoscenze artistiche con un percorso di studio triennale sulle principali tecniche accademiche, con la pittrice ed insegnante d’arte Alessandra Sessa; questo mi ha dato la conferma della mia grande passione per l’arte e il mio bisogno di viverla continuando a studiarla. L’interesse, alimentato da sempre, per il mondo del riciclo mi ha ispirata alla contaminazione delle tecniche imparate con elementi di recupero creando, attraverso la fantasia, opere che vogliono dare nuova vita a materiali dimenticati. Nel 2021 ho iniziato ad esporre le mie opere in occasione di eventi locali e dal 2022 mi sono unita al Movimento Casualista partecipando a varie mostre collettive del territorio alessandrino, tra cui Castelnuovo Scrivia, Castellazzo Bormida, Tortona ed Alessandria, principalmente con lavori di recupero. Ad inizio 2023 ho realizzato la mia prima mostra personale dal titolo “Paesi Sospesi” a Voghera (Pv) e successivamente ho partecipato a varie esposizioni a Tortona, Volpedo, Novi Ligure, Casasco in provincia di Alessandria e Rivanazzano Terme (PV), Rapallo (GE) Varazze (SV) e Vicenza (VI) dove ho avuto la possibilità di far scoprire le mie nuove opere con l’inserimento della pittura. L’arte mi ha permesso di conoscere molte persone con la mia stessa passione, partecipare ad eventi benefici che mi hanno dato molta soddisfazione, fare amicizie con persone con cui è nata forte sinergia e con cui sto sviluppando nuovi progetti.

Alcune delle tue opere sono state più volte esposte nelle collettive del movimento artistico del “Casualismo”. Ci puoi raccontare in che cosa consiste e in quale modo il tuo lavoro artistico è rappresentato in esso?

Il Casualismo si basa sulla creazione di un’opera partendo dal tratto di un gesto, apparentemente casuale, che sviluppandosi libera l’interiorità dell’artista con le proprie emozioni più profonde. In molte mie opere mi riconosco in questo Movimento in quanto, spesso, molti miei lavori nascono senza un progetto preciso: da un elemento materico accostato ad un colore nasce la mia idea e da quel momento inizia a prendere forma la mia creazione. Nelle mie opere coinvolgo molto l’istinto e la fantasia che sono il mezzo per trasmettere i miei sentimenti.

Che cosa intendi esattamente per “arte del recupero”?

Arte del Recupero significa dare una seconda vita a materiali dimenticati. Il mio intento, con le mie opere, è creare qualche cosa di piacevole alla vista, che susciti curiosità, che racconti una storia in maniera leggera, che tocchi un tema utilizzando materiali molto semplici e reperibili da chiunque. Si può “fare arte” con elementi poveri, a volte apparentemente inutili, utilizzando la fantasia e l’immaginazione.

Quali sono i materiali che usi per le tue creazioni di “arte del recupero”?

Le mie creazioni contengono vari materiali, in base a quello che ho a disposizione nasce un progetto che può contenere legno, tessuto, tappi, metallo, carta, vecchi spartiti musicali o pagine di libro. L’aspetto più divertente è riconoscerli all’interno dell’opera. Questi elementi perdono il loro significato originario, si trasformano e, come in tutti i lavori di riciclo, il tutto diventa nuovo. L’insieme può essere piacevole, ma lo scopo del lavoro è dare un messaggio, fare pensare e lasciare un ricordo.

Nell’ultima mostra “Narrazioni Materiche” era presente un’opera sul tema della violenza di genere, tema del quale si parla moltissimo in questi giorni. Tu pensi che l’arte e la creatività possano avere un ruolo importante nel contrastare questo fenomeno? E, se sì, attraverso quali canali?

Questo triste tema sta diventando purtroppo ricorrente. In occasione della mostra ho esposto il mio quadro Rispetto e Memoria con l’abbinamento di un libro scultura con un messaggio importante: “Tra testa e cuore solo rispetto e amore”. Credo che sia importantissimo, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, fare sensibilizzazione sull’argomento e l’arte può essere assolutamente uno di questi. È fondamentale lanciare messaggi forti contro la violenza e, artisticamente, lo si può fare in maniera diretta. Io personalmente, nel mio piccolo, sto realizzando lavori sul tema per un prossimo evento, in modo che si ricordi ogni giorno il problema e non solo il 25 novembre.

Un tema ricorrente delle tue opere è la serie dei “paesi sospesi”. Ci fa pensare alla nota frase attribuita a Cesare Pavese “un paese ci vuole, non fosse altro che per il gusto di andarsene via…”

Il grande Cesare Pavese ebbe una visione in parte tragica della vita e lo si sottolinea anche in questa frase. I miei “Paesi sospesi”, simbolo di leggerezza e sospensione, sono legati alla tradizione dei nostri luoghi, ma non rappresentano, necessariamente, una ricerca del lasciare o tornare, ma il piacere del ricordo di qualche cosa che è stato e che ci porteremo sempre nel cuore. Il ricordo fa mantenere in vita.

Oltre agli assemblaggi e alle creazioni dell’arte del recupero nelle tue opere più recenti ti sei avvicinata anche alla pittura. Quali tecniche usi di preferenza? È possibile anche in questo caso usare materiali “recuperati” come supporto?

Le mie ultime opere sono piccole installazioni, dove ho scelto di fare dialogare i miei quadri con materiali che raccontassero l’atmosfera del momento, ricreando uno scorcio della situazione in forma tridimensionale. I temi trattati sono di attualità, un esempio è “Rifugio nel suono”, che tratta l’argomento della guerra, oppure “Fuga interiore”, che vuole rappresentare il disagio adolescenziale, vissuto da molti giovani nel periodo dei lockdown. Ho utilizzato la tecnica dell’acquerello per i quadri e materiali semplici come legno, cemento, corda e vecchie cornici per l’ambientazione della storia.

Ci puoi raccontare quali sono le tue prossime mostre personali o collettive?

Ho appena terminato con soddisfazione la mostra bi personale Narrazioni Materichepresso la biblioteca civica di Tortona insieme alla scultrice Manuela Serra. Attualmente è in corso la mostra benefica, a Vicenza, “Pennellate d’Autismo e la video esposizione organizzata da Fondazione Effetto Arte” a Miami. Per il periodo di fine dicembre/inizio gennaio ho in programma una mostra collettiva a Novi Ligure presso Studio 55 che verrà inaugurata il 16 dicembre e la mostra collettiva a Castelnuovo Scrivia presso il Castello Podestarile con i Casualisti che inaugurerà il 21 dicembre oltre alla realizzazione del Presepe del Municipio di Volpedo (AL) per il secondo anno.

Andrea Macciò

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