Una ferrovia che non c’è più
Nel giugno del 2012, a firma di Fabio Mazzari, pubblicammo su “l’inchiostro fresco” nelle pagine che a quei tempi dedicavamo all’Oltre Appennino, un articolo sulla guidovia del Santuario della Guardia
Mi è venuto alla mente quell’articolo perché il ricordo di questa “ferrovia che non c’è più”, scorrendo alcune recensioni, ho visto quanto ancora rimanga vivo nel cuore non solo di molti genovesi della Val Polcevera, ma anche dei tanti pellegrini che sin dai tempi andati “salgono alla Guardia”.
In quell’articolo di Fabio Mazzari si parlava della guidovia per il Santuario N.S. Della Guardia che fu inaugurata nel luglio del 1929 dopo quattro anni di lavori.
Il suo tragitto partiva dalla stazione di Serro a San Quirico ed offriva una visione panoramica mozzafiato via via che si saliva. Il percorso era di 11 km, con una pendenza media del 6,5 per cento, durante il periodo normale il viaggio veniva compiuto da una sola automotrice a diesel (fino al 1938 era a benzina) con una carrozza che garantiva 18 posti a sedere e 40 in piedi.
L’anno di massimo splendore della guidovia fu il 1950, l’anno del Giubileo, quando trasportò numerosi pellegrini e vennero messi a punto convogli speciali. Nell’ottobre del 1967 cessò definitivamente il servizio, sostituita da un servizio autobus di linea e dal 2006 il tratto della guidovia è diventato un percorso ciclabile.
A volte le società, in nome di una malintesa modernità e sull’altare dell’economia, sono colpite da un “cupio dissolvi” che polverizzano in sol attimo quanto di bello era stato fatto, con fatica e intelligenza, da chi ci ha preceduto.
Gian Battista Cassulo