La storia delicata di una ragazza durante le durezze della Seconda Guerra Mondiale. Una storia vera!
L’usignolo e occhi di cielo è un libro che racconta con grande sensibilità, delicatezza e accuratezza storica come la tragedia della guerra possa irrompere nella vita personale, familiare e sentimentale delle persone fino a distruggerla. Le certezze e le sicurezze dei personaggi cadono una a una, compresa quella sulla quale confidavano molti romani, che la capitale d’Italia e sede del Papato sarebbe stata risparmiata dai bombardamenti. La storia è lo sfondo, in questo romanzo, delle vicende personali dei due protagonisti. Il libro è soprattutto una grande storia d’amore, ordinaria e unica allo stesso tempo come lo sono tutte, raccontata con grande delicatezza ed efficacia. Quello del rapporto tra la grande storia e le vite delle persone, e come la prima irrompe nelle seconde, è stato uno dei temi cardine del regista francese Alain Resnais. Un libro, quello di Stefania Chiappalupi, che riprende e racconta questo tema con una scrittura sintetica, essenziale ed emozionante allo stesso tempo. Una storia “antica” ma che sembra diventare oggi tragicamente attuale, visto che dopo lunghi anni di pace dagli anni Novanta la guerra è tornata nel cuore dell’Europa, prima con i conflitti dei Balcani e poi con quello russo-ucraino, e in giorni nei quali si parla persino di necessità di riarmo dell’Unione Europea.
L’usignolo e gli occhi di cielo, oltre a raccontare una storia d’amore e un affresco storico, racconta anche l’orrore e la tragedia della guerra dal punto di vista “privato” dei suoi protagonisti Caterina e Alessandro.
QUESTA LA TRAMA DEL LIBRO
L’Usignolo e occhi di Cielo, in parte tratto da fatti realmente accaduti a Roma e Napoli durante la Seconda guerra mondiale, è la storia di una ragazza romana, Caterina, che è costretta durante l’adolescenza ad abbandonare gli studi per provvedere al sostentamento della sua famiglia. Il suo desiderio sarebbe quello di diventare suora, ma in quel tempo il convento richiedeva una dote per accogliere le novizie, che la ragazza non si poteva permettere.
Dotata di un grande talento nel canto, Caterina resta a far parte del coro dell’Istituto dove studiava. La sua voce, dolce ma acuta come quella di un usignolo, colpisce un giorno il giovane borghese Alessandro, che si innamora perdutamente di lei. La madre di Alessandro e futura suocera di Caterina, nonostante non sia realmente malata, “finge” di essere di salute cagionevole per attirare su di sé le attenzioni della famiglia, del figlio e della ragazza.
L’amore tra Alessandro e Caterina è grande e sincero, e ben presto i due convolano a nozze e vivono il loro amore in modo intenso e passionale. L’autrice ci racconta con grande poesia e delicatezza la loro “luna di miele” in giro per l’Italia. Dalla loro unione nasceranno due figlie, Anna e Maria.
Alessandro è molto vicino al regime fascista e ammira la figura di Mussolini, ma senza fanatismi eccessivi. Siamo intorno agli anni Quaranta, e la tragedia della Seconda guerra mondiale incombe anche su di loro e sul loro amore. Alessandro quando l’Italia entra nel conflitto perde del tutto la sua fiducia nel fascismo, ma un giorno gli arriva la cartolina che lo invita a presentarsi per il richiamo in guerra, e viene destinato alla divisione Acqui che poi vedrà il tragico epilogo di Cefalonia.
A Caterina sembra profondamente ingiusto che lui debba abbandonare lei e le sue figlie. Inizialmente sembra una destinazione tranquilla e i due sposi hanno modo di rivedersi alcune volte. Ma tutto rischia di precipitare dopo l’armistizio del 1943…
Andrea Macciò