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“LA GRANDE SAGGEZZA”

In mostra a Torino le immagini di Cristina Mittermeier

È stata inaugurata il 13 marzo a Torino presso Gallerie d’Italia la mostra “La Grande Saggezza” di Cristina Mittermeier, a cura di Lauren Johnston, in collaborazione con National Geographic, prima retrospettiva italiana dedicata alla fotografa, biologa marina e attivista messicana

Nel corso degli anni, l’artista ha documentato la bellezza del nostro pianeta e le diverse culture e tradizioni dei suoi abitanti: dai paesaggi alla fauna selvatica in continua evoluzione. Con il suo lavoro ha inoltre raccontato storie di comunità di tutto il mondo che mantengono un legame con la natura e comprendono profondamente il delicato equilibrio del nostro ecosistema.

Attraverso il suo lavoro, Cristina Mittermeier (*) ci offre la testimonianza di tradizioni, rituali e saperi tramandati di generazione in generazione e ci invita a riflettere sulla grande saggezza della quale sono pervase le popolazioni indigene, le ultime ad essere, secondo la fotografa, intimamente connesse con il sistema operativo del pianeta Terra.

All’inizio del percorso espositivo, è possibile assistere a un interessante video di presentazione, nel quale Cristina Mittermeier racconta la filosofia che ha ispirato il suo lavoro artistico. A fare la differenza tra le immagini dalle quali siamo quotidianamente inondati sui social media e la fotografia come espressione artistica è secondo l’autrice l’intenzione stessa dell’artista.

Le immagini, frutto di un lungo lavoro non solo fotografico, ma anche di stretta conoscenza dei luoghi e delle persone ritratte, vogliono trasmettere la bellezza del pianeta nel quale l’artista vorrebbe continuare a vivere.

Basandosi sulle conoscenze tradizionali delle culture che ha incontrato, Cristina Mittermeier ha elaborato l’idea di enoughness (che si può tradurre in italiano come “abbastanza” anche se non riesce a rendere appieno il concetto) come modo di pensare al nostro posto nell’ecosistema globale, filosofia che pervade tutta la mostra.  L’enoughness incoraggia una comprensione più profonda di come il nostro modo di stare nel mondo e le nostre scelte quotidiane abbiano un impatto sul pianeta e sul clima. Attingendo a migliaia di anni di saggezza arcaica e ancestrale, la pratica dell’enoughness favorisce l’allineamento delle nostre decisioni con i cicli naturali che ci sostengono.

L’enoughness nasce dal riconoscimento e dall’apprezzamento di ciò che già abbiamo e di ciò che già siamo. Le comunità “indigene” fotografate da Mittermeier vivono nella contemporaneità secondo una logica totalmente diversa da quella di gran parte del mondo circostante, fondata oggi solo sull’accumulo dei beni materiali e sull’affermazione sociale.

 La ricerca antropologica e fotografica di Cristina Mittermeier è un viaggio dentro un “altrove” nel quale le persone hanno un valore intrinseco e la felicità, e la percezione di essere completi come esseri umani, è data dalle qualità delle relazioni tra le persone, dal senso di comunità e di appartenenza a una società e un mondo interconnesso.

L’organizzazione della mostra

La mostra è allestita in tre sezioni: quella sui popoli tribali, quella sul mondo terrestre e quella sul mondo dell’oceano e sottomarino.

La prima parte della mostra presenta una serie di suggestivi ritratti, individuali o collettivi, di persone che indossano bellissimi costumi e gioielli legati alla tradizione del proprio popolo, scattate tra il Brasile, nello stato del Parà, la Cina e l’Etiopia, nella Valle dell’Omo, Papua Nuova Guinea. Le immagini sono sia in bianco/nero che a colori.

La seconda parte è dedicata alle immagini di paesaggio, scattate nei diversi paesi visitati da Mittermeier nel corso della sua ricerca. Tra le più suggestive, quelle legate alla Penisola Antartica e nel Madagascar.

La terza parte è dedicata alle immagini dell’Oceano, qua troviamo sia paesaggi sia fotografie naturalistiche e “ritratti” degli animali che popolano i grandi mari. La salute dell’ecosistema dei mari e degli oceani è fondamentale per l’equilibrio climatico, per la qualità dell’aria e del cibo. Tra le più suggestive, le immagini “subacquee” che ritraggono le forme di vita che popolano queste grandi distese d’acqua.

Alcune impressioni sulla mostra

Una mostra di grande impatto visivo che unisce la bellezza e la suggestione delle immagini con il messaggio sociale che l’artista intende trasmettere: l’umanità non è fatta di creature isolate, ma fa parte di un ecosistema globale, e per guardare al futuro è necessario recuperare l’intima connessione con la natura che caratterizza le popolazioni raccontate da Mittermeier nel percorso espositivo. Per guardare al futuro, è necessario recuperare quella “grande saggezza” che anche da questa parte del mondo caratterizzava sino a non molti anni fa il mondo contadino e che le società del mondo “sviluppato” sembrano aver oggi dimenticato.

Andrea Macciò

La mostra è parte di un ciclo espositivo dedicato ai temi della salvaguardia e della sostenibilità ambientale che le Gallerie d’Italia di Torino si sono proposte di interpretare attraverso il racconto di fotografi di fama internazionale e no, progetti che intendono indagare la contemporaneità e raccontarla attraverso il linguaggio diretto della fotografia, con lo scopo, in questo caso, di sensibilizzare il pubblico sulla fragilità del nostro ecosistema

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INFO: La mostra resterà aperta fino al 1° settembre dal martedì alla domenica 10-18

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