OGGI RICORRE L’ANNIVERSARIO DEL TERRIBILE TERREMOTO CHE COLPI’ L’AQUILA 15 ANNI FA

Nell’immediato post terremoto, nel corso di cinque mesi, furono costruiti moduli abitativi provvisori, le “new towns”, per ospitare gli sfollati in vere e proprie case

Il 6 aprile del 2009 alle ore 3,32 L’Aquila fu colpita da un fortissimo terremoto che si portò via la vita di 309 persone per non parlare dei feriti e lasciando distrutta la città. La prima esigenza fu quella di dare un riparo sia pure provvisorio agli sfollati e contemporaneamente mettere in sicurezza ciò che era rimasto e la rimozione delle macerie, attuando anche misure di anti sciacallaggio, per permettere la ricostruzione.

L’allora governo in carica, sulla scorta di quanto accaduto nei post terremoti già avvenuti in Italia, rinunciò al ricorso all’uso dei containers per alloggiare provvisoriamente gli sfollati (vedere quanto accaduto nel Belice) ma decise di realizzare vere e proprie abitazioni sia pure a carattere provvisorio.

Nell’immediato post terremoto, in soli 5 mesi furono realizzate 5.600 abitazioni ad uso temporaneo, costruite su piastre antisismiche, completamente arredate e distribuite su 19 nuovi quartieri dotati dei servizi e di centri di aggregazione sociale e vi trovarono un riparo provvisorio 25 mila persone.

Ciò a differenza di quanto è accaduto per i sismi del passato dove si era ricorso all’uso dei containers e questo esempio aquilano ha fatto scuola perché è stato imitato per il successivo micidiale terremoto di Amatrice del 2016.

Oggi molte di quelle abitazioni, poiché lasciate libere dagli assegnatari che nel frattempo hanno recuperato le loro originarie case, sono state vandalizzate, e alcune unità abitative ad oggi sono occupate da profughi ucraini.

Questi moduli abitativi, seppur provvisori, hanno retto abbastanza bene al tempo perché solo nel 2014, a cinque anni dalla loro edificazione un poggiolo ebbe un crollo e poi lo sciacallaggio negli alloggi rimasti vuoti ha fatto il resto come documentato in queste foto.

Resta comunque nella storia dei post terremoti il grande sforzo che fece l’allora governo in carica che, assieme alla Protezione civile, nei primi tre mesi subito dopo il sisma, riuscì a dare un tetto decoroso ai terremotati.

Gian Battista Cassulo

Nella foto: i “Moduli provvisori“, che ebbero un costo di circa 800 milioni di euro, realizzato dall’allora governo in carica nei primi tre mesi dopo il terremoto. Oggi molti di questi moduli, lasciati liberi, sono stati purtroppo vandalizzati o caduti nelle mani degli abusivi

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