I funerali si sono svolti stamattina nella chiesa di San Pietro in Via Roma
L’ultima volta che ho incontrato di persona Francesco era nel suo bar preferito, in centro a Novi. Io mi trovavo lì nei paraggi perché avevo intenzione di fare incetta di libri nella vicina libreria. Ma era un freddo pomeriggio del passato Gennaio, così mi decisi a prendere un caffè caldo prima di immergermi tra gli staffali. E lo trovai lì, sorridente, in compagnia della moglie. Chiacchierammo un pò, mi offrì il caffè e ritornammo a discutere sull’articolo da far uscire.
Già. Perché ci eravamo incontrati anche una mattina di Ottobre dello scorso anno, in un altro bar di Novi e avevamo fatto colazione insieme proprio con l’intento di far uscire un articolo sullo spazio teatrale novese, o forse un po’ sulla sua storia. Quella mattina mi raccontò di come aveva iniziato come insegnante di teatro, nell’ormai lontano 1984, nel corpo docenti dell’Azienda Teatrale Alessandrina. Poi raccontò aneddoti, storie, serate, la sua vita e i tanti incontri. Con una punta di amarezza mi confessò che “una volta le persone che iniziavano i miei corsi pensavano che il teatro fosse la loro vita. Oggi ti dicono ‘Vengo perché ho una sera libera che voglio impegnare’”. Sempre schietto Francesco. Ma frequantandolo, scoprivi che più ti trattava in modo brusco più in verità eri nelle sue corde.
Mi raccontò dello spazio che il Comune di Novi Ligure gli diede in gestione, passato da essere “Laboratorio di promozione e produzione Teatrale” a “Teatrolab” nel 2000 e poi “Dai Lucedio” nel 2004, fino a diventare “Associazione di promozione sociale I Pochi” nel 2019. Un vero distaccamento della storica scuola alessandrina. E dei progetti, perché quelli non mancavano mai.
Ed io ora penso ai sette anni passati in quello spazio, agli spettacoli che abbiamo portato per la provincia insieme; quell’atto unico, in cui eravamo sempre in scena, senza sbagliare una battuta. Penso alle serate in cui, dopo lo spettacolo, si andava tutti insieme a mangiare la pizza in una storica pizzeria novese dove ti chiamavano “Maestro Parise”. Ci sentiavamo tutti veri teatranti insieme a te. Penso a come la tua arte esorcizzava i mali che ognuno si porta dentro. Penso a Novi, che ha perso un grande artista.
Fausto Cavo