È aperta al pubblico da sabato 4 maggio a domenica 28 luglio 2024 ad Acqui Terme, a Palazzo Robellini (Piazza Abramo Levi, 7) la mostra dal titolo Bruno Munari. La leggerezza dell’arte, con la curatela scientifica di Alberto Salvadori e Luca Zaffarano, promossa dall’Associazione ComitArt di Acqui Terme e realizzata dal Comune di Acqui Terme, Assessorato alla Cultura, con la collaborazione progettuale di Repetto Gallery.
La cerimonia di inaugurazione si svolgerà sabato 4 maggio alle ore 16:30, anticipata da un’anteprima stampa per i giornalisti alle ore 15.
Bruno Munari. La leggerezza dell’arte include una cinquantina di opere, provenienti da collezioni private, suddivise in sezioni tematiche.
Bruno Munari (1907-1998), artista sperimentale e poliedrico, è una delle figure più interessanti del panorama culturale italiano del Novecento; protagonista riconosciuto in molti settori ha svolto attività di graphic designer, industrial designer, scrittore, docente, formatore. Dopo il successo riscontrato a Verona, Acqui Terme si prepara ad accogliere l’Antologica su una delle più iconiche figure del design e della comunicazione visiva del XX secolo.
L’Amministrazione Comunale ritiene che l’Antologica di quest’anno rappresenti una mostra rilevante sul piano artistico e progettuale. Bruno Munari fu un protagonista indiscusso del secolo scorso e, oggi, questa mostra a lui dedicata, dà lustro e prestigio alla città di Acqui Terme, rende merito ai curatori e, indubbiamente, soddisfa le esigenze culturali della cittadinanza. Esprime la gratitudine più sincera e profonda ai curatori della mostra Alberto Salvadori e Luca Zaffarano, alla Repetto Gallery e all’Associazione ComitArt per la collaborazione progettuale.
Dichiara Bruno Lulani, presidente di ComitArt: «L’Antologica 2024 rende omaggio a Bruno Munari, uno dei grandi dell’arte contemporanea e del design, uno sperimentatore versato nelle Arti Visive: pittura, scultura, grafica, cinematografia. Un’icona della creatività. La sua cifra si coglie anche in quella che è stata una sua nota identitaria, divulgare l’arte attraverso la prova e l’impegno creativo, da qui nascono i suoi Laboratori dedicati alla formazione di tutti, “da 0 a 90 anni” ed è da questa intuizione che anche Acqui avrà i suoi laboratori che coinvolgeranno i bambini ed i ragazzi delle scuole della nostra città»
Spiegano i curatori della mostra, Alberto Salvadori: e Luca Zaffarano: «In questa mostra sono state selezionate le tematiche più rilevanti, almeno secondo il nostro punto di vista, tra le ricerche di Munari e abbiamo costruito l’esposizione attorno a cinque temi. Questi “percorsi” sono come dei suggerimenti per approfondire la storia di Munari e il suo essere un artista sperimentatore. Oltra ai temi legati alla percezione, all’equilibrio tra regola e caso o alle forme dinamiche un’attenzione particolare è stata rivolta a tutta la ricerca sviluppata attorno all’uso della luce come mezzo compositivo. Le sue famose Macchine Inutili non sono solo opere di arte astratta ma sono anche dei dispositivi; infatti, se illuminate con delle luci puntiformi, il movimento casuale degli elementi delle macchine consente di proiettare sul muro ombre dalle forme poetiche, componendo una sorta di film astratto senza pellicola. In mostra c’è poi l’opera Concavo-Convesso – oggetto di un servizio speciale su Domus nel 1947 – che prevede, secondo le indicazioni dell’artista, l’installazione in uno spazio in cui l’opera possa creare giochi di ombre sulle pareti, in modo da creare un ambiente immersivo e affascinante grazie all’effetto sorpresa. Anche nella sala oscurata con la proiezione dei vetrini per Proiezione Dirette del 1950 si ha un effetto di meraviglia. Si tratta di opere realizzate con materiali semitrasparenti, opachi e naturali (come la buccia di una cipolla) inseriti nel telaio di una diapositiva e proiettate sul muro in grande formato. Munari le aveva esposte con grande successo allo Studio B24 di Milano nel 1953 e poi nello studio di Gio Ponti ed infine al MoMA di New York nel 1954. Proponiamo questa mostra a 25 anni dalla sua scomparsa. E crediamo che la modernità di Munari sia fondamentalmente quella di essere stato un brillante sperimentatore che con leggerezza ha saputo unire la razionalità e la fantasia, la programmazione e la poesia. L’arte in fondo è un grande gioco volto ad offrire un punto di vista aperto a ogni forma di conoscenza e questa visione creativa oggi è applicabile a ogni professione».
La mostra è accompagnata da un catalogo curato da Alberto Salvadori e Luca Zaffarano edito da Eataly Art House, in vendita a Palazzo Robellini.
Bruno Munari. La leggerezza dell’arte è realizzata con il patrocinio di Provincia di Alessandria, Camera di Commercio di Alessandria e Asti, Fondazione Cral, e il sostegno di CTE Costruzioni Tecno Elettriche Spa, Rotary Acqui Terme, Lions Host Acqui Terme, Fratelli Erodio.
Sono previsti anche eventi collaterali inerenti all’esposizione, lungo il periodo di allestimento della mostra.
Nell’immagine relativa all’articolo: Bruno Munari, Fontana “La ruota”, 1958, courtesy kaufmann repetto Milano _ New York, Andrew Kreps Gallery New York, Repetto Gallery Lugano © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l