Domenica 21 aprile per Cosola, paesino di montagna nell’alta Val Borbera, è stata una giornata storica da ricordare, piena di fermento, con tanta gente proveniente da fuori e aria di festa.
In questa giornata quattro bambini hanno ricevuto per la prima volta il Sacramento dell’Eucarestia: Camilla, Davide, Ionuk e Sveva. I quattro bambini vivono a Cosola e per la loro Prima Comunione tutto il paese si è mobilitato, ogni abitante ha contribuito in qualche modo: chi con la propria presenza, chi come Don Luciano nonostante alcune problematiche dovute all’età, chi come la catechista Alida Gualdana, insegnante elementare in pensione che si è rimessa in gioco per far sì che i piccoli non dovessero lasciare il paese per praticare il catechismo e quindi la Comunione, chi come i genitori che hanno cercato di crescere i propri figli nel rispetto delle tradizioni, chi come la famiglia Burrone (Nilde, Albano, Annalisa, Massimo) che mantengono viva la Chiesa del paese ogni giorno dell’anno.
Cesare Pavese diceva “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non esser soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Bene, domenica 21 Aprile 2024 a Cosola c’era, c’era nella gente che abita qui, in quella che ogni tanto ritorna, in quella gente che comunque, nonostante tutto, anche se non viene mai, risponde alla domanda “Di dove sei?”, “Io sono di Cosola!”.
Da sinistra verso destra Camilla, Sveva, Davide e Ionuk
I responsabili della Chiesa di Santa Maria Assunta di Cosola: Don Luciano, Nilde e Albano
Bellissimo articolo e bellissimo questo quadretto di Cosola che bene si rispecchia nella toccante frase di Cesare Pavese!!! Gian Battista Cassulo