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“AL VOTO, AL VOTO”

Rullano i tamburi per le Europee, e per le vie è un fiorire di gazebo

Dal 1979 gli “eurodeputati” vengono mandati a Strasburgo, dove si trova il Parlamento europeo, e a Bruxelles, dove si svolge la vita delle Commissioni parlamentari, mentre i più titolati andranno a Lussemburgo dove risiede il Segretariato generale, con l’elezione diretta, e questa è una buona cosa.

In seguito al Trattato di Roma (25 marzo 1957), con la nascita della Comunità economica europea (CEE), nel 1958 il primo parlamento europeo, che all’epoca si chiamava “Assemblea parlamentare europea”, era composto da 142 membri, che venivano designati dai sei Stati membri che ne facevano parte (Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi).

Sino al 1962 i Gruppi parlamentari erano tre: il Gruppo Democratico Cristiano, il Gruppo dei Socialisti e il Gruppo dei Liberali e Apparentati, ma con l’ingrandirsi della Comunità europea, che con il Trattato di Maastricht del 1992 e con l’introduzione dell’elezione diretta degli europarlamentari adottata nel 1979, sono aumentati anche i Gruppi parlamentari.

Ed ora, dopo il Trattato di Lisbona del 2009, che ha fatto nascere l’Unione europea formata da 27 Stati membri, gli eurodeputati sono saliti a 705, di cui 76 sono italiani, e di conseguenza sono aumentati anche i Gruppi dell’Europarlamento che sono saliti a sei.

E per la precisione sono: Gruppo del Partito Popolare Europeo, Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, Renew Europe, Identità e Democrazia, Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei, Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica.

I nostri Partiti nazionali si distribuiscono in questi gruppi, a volte anche in modo contrastante alle loro alleanze che hanno in seno al Parlamento italiano, ma molto probabilmente con il tempo si creeranno quelle omogeneità che senza dubbio renderanno più semplici le scelte degli elettori.

Bisogna dare tempo al tempo, come ha avuto tempo l’Europa ad assumere gli attuali contorni, i cui semi furono gettati nel 1951 con il Trattato di Parigi, quando nacque la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), ai tempi in cui nel vecchio continente erano ancora fumanti le rovine della Seconda Guerra Mondiale.

Oggi ferve la campagna elettorale per rinnovare il Parlamento europeo e la gente inizia a sentire più vicina questa istituzione anche perché, parafrasando la famosa frase, “se noi non ci occupiamo dell’Europa sarà l’Europa ad occuparsi di noi”.

Anche a Novi Ligure (Al) i partiti politici sono in piazza per presentare e sostenere i loro candidati e le strade pullulano di banchetti e gazebo.

Il nostro Umberto Cecchetto è andato a curiosare tra questi “banchetti“, vedendo come i volontari e gli attivisti di partito distribuivano i “santini” dei loro candidati alla gente di passaggio.

E bisogna dire che dal servizio di Umberto Cecchetto emerge un bel vedere perché, dalle foto e dai filmati, salta agli occhi evidente quella “partecipazione politica dal basso” – che deve essere continua e non solo limitata ai periodi elettorali – che poi si concretizza con il voto nella “volontà generale”, la quale, assieme alla “divisione dei poteri”, è alla base delle moderne costituzioni e quindi del nostro ordinamento democratico.

Un ordinamento democratico la cui data di nascita potremmo ascriverla al 1789 con la Rivoluzione francese, anche se poi questa è degenerata in un nuovo potere verticistico, ma i semi del potere legittimato dal basso ormai erano stati gettati!

Gian Battista Cassulo  

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