ALESSANDRIA: “COSE MAI VISTE”

Alle Sale d’Arte di Alessandria grande mostra retrospettiva di Gianni Berengo Gardin

È stata inaugurata giovedì 6 giugno 2024 alle Sale d’Arte di Alessandria la grande retrospettiva fotografica dedicata a Gianni Berengo Gardin, uno dei più noti fotografi italiani.

In esposizione oltre 60 opere inedite, esposte per la prima volta al Macof di Brescia nel 2023, e una selezione di immagini realizzate dall’artista in occasione di una delle rievocazioni della “Battaglia di Marengo” avvenuta nel 1800 nei pressi di Alessandria, nella quale Napoleone riuscì a sconfiggere l’esercito austriaco.

La mostra, curata da Giovanna Calvenzi e dalla figlia Susanna Berengo Gardin, ha selezionato per l’occasione una serie di immagini che l’autore non aveva mai pubblicato e che richiamano l’attenzione sulle donne e gli uomini che l’autore ha incontrato nel corso della sua lunga carriera fotografica.

Nel comunicato stampa della mostra si legge “Berengo ama dichiarare che non conta ‘come’ si fotografa ma quello che si fotografa, una dichiarazione di intenti che sottolinea l’umiltà con la quale parla del suo lavoro e annuncia, implicitamente, di voler essere solo un testimone e non un autore. Ma indipendentemente da quello che Berengo desidera, le sue fotografie sono ben più della testimonianza di quanto ha visto: testimoniano anche la sua capacità di raccontare persone ed eventi con rispetto ed empatia, l’involontaria volontà di partecipare a quanto accade davanti al suo obiettivo e una saggezza nella scelta dei momenti e della composizione che hanno fatto di lui (anche contro la sua volontà) un vero maestro”.

Quella di Berengo Gardin è una fotografia “umanista” che si concentra sulla rappresentazione dell’essere umano inserito all’interno dei contesti sociali. Nella fotografia umanista, è fondamentale cogliere “il momento decisivo” del quale parlava Cartier Bresson; è una sorta di realismo poetico, nel quale il fotografo sembra voler far partecipe chi guarda le immagini delle emozioni e dei sentimenti dei suoi protagonisti. Oggi questo tipo di fotografia come quella di reportage sembra essere in crisi, travolta dal flusso continuo e istantaneo di immagini dei social media. E tuttavia, nelle immagini esposte ad Alessandria si capisce come anche la stessa selezione di quello che merita di essere fotografato e l’accuratezza della composizione costituiscono nell’opera di Berengo Gardin una firma autoriale che apporta alla sua opera un valore aggiunto rispetto alla semplice “testimonianza”.

Alcune immagini, come quella scattata alla periferia di New York, appaiono invece digressioni verso la staged photography o fotografia allestita.

L’autore è nato nel 1930, è ancora attivo oggi e le sue immagini documentano le vorticose trasformazioni sociali degli ultimi anni.

Le fotografie scattate alla stazione di Milano all’inizio degli anni Novanta, con gli emigranti italiani in attesa del treno per tornare al Sud, la figura del “facchino” portatore a pagamento di bagagli, il bacio alla ragazza in partenza dalla stazione di Riminifotografano” una realtà che esisteva solo trent’anni fa e che oggi sembra essere impensabile in questi scali ferroviari che appaiono luoghi sempre più “sicuri” e nello stesso tempo asettici.

Lo stesso messaggio traspare dalle foto di un’Italia contadina ancora vivissima a pochi km dalla capitale all’inizio degli anni duemila, o dalle immagini dei paesi dell’ex Jugoslavia degli anni Novanta.

Arriviamo all’immagine più recente, del 2023, che documenta una “performance” per una mostra d’arte al Palazzo Reale di Milano: testimonianza di un mondo nel quale realtà e rappresentazione tendono a fondersi in maniera inestricabile.

Interessante anche la serie di immagini sulla rievocazione della Battaglia di Marengo, commissionate a colori per una rivista e dalle quali l’autore ha tratto questa interessante serie in bianco e nero. Le fotografie mostrano, con una composizione sempre accurata, le “contraddizioni” estetiche tipiche di queste rievocazioni.

Andrea Macciò

L’AUTORE

Gianni Berengo Gardin è nato a Santa Margherita Ligure nel 1930. Dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si è stabilito a Milano, dove ha avviato la carriera professionale dedicandosi alla fotografia di reportage,d’indagine sociale, di architettura e di documentazione ambientale. Ha collaborato con le principali testate italiane ed estere, ma si è dedicato soprattutto ai libri, pubblicando più di 260 volumi fotografici. Le sue prime foto sono state pubblicate nel 1954 sul settimanale Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, di cui è stato collaboratore fino al 1965.

Dal 1966 al 1983 ha realizzato, per il Touring Club Italiano, un’ampia serie di volumi sull’Italia e sui Paesi europei. Ha lavorato per l’Istituto Geografico De Agostini di Novara e per l’industria. Ha realizzato oltre 360 mostre personali in Italia e all’estero. Ha partecipato alla Photokina di Colonia, all’Expo di Montreal nel 1967 e all’Expo di Milano nel 2015, alla Biennale di Venezia e alla celebre mostra “The Italian Metamorphosis, 1943-1968” al Guggenheim Museum di New York nel 1994.

Berengo Gardin ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio Scanno per il miglior fotolibro dell’anno (1981) con India dei villaggi,il Premio Oscar Goldoni per il miglior fotolibro dell’anno con Zingari a Palermo nel 1998. Nel 2009 ha ricevuto la Laurea honoris causa in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano, nel 2014 il Premio Kapuściński per il reportage, nel 2017 il Leica Hall of Fame Award. Le sue immagini fanno parte delle collezioni di importanti musei e fondazioni culturali, tra cuil’Istituto Centrale per la Graficae il MAXXI di Roma, il MOMA di New York, laBibliothèqueNationalee laMaisonEuropéennede la Photographie di Parigi, ilMusée de l’Elysée di Losanna, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. (A.M.)

La mostra resterò aperta fino al 15 settembre con i seguenti orari: 15-19 dal giovedì alla domenica presso le Sale d’Arte di Alessandria, Via Machiavelli.

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