“TUTTO IL RESTO È PROFONDA NOTTE”

Alla Gam di Torino una grande mostra antologica dedicata a Italo Cremona

Fino all’8 settembre 2024 la Gam di Torino dedica un’interessante mostra antologica a Italo Cremona (Cozzo, 1905, Torino, 1979) che ripercorre l’intera produzione dell’artista piemontese

La mostra, a cura di Giorgina BertolinoDaniela FerrariElena Volpato, è frutto della collaborazione tra la GAM di Torino e il Mart di Rovereto, dove la mostra si trasferirà il prossimo autunno.

Il notturno è uno dei temi della pittura di Italo Cremona, una condizione espressiva, esistenziale e filosofica che produce sogni, incubi, apparizioni, immagini fantastiche. “Tutto il resto è profonda notte” è la frase con cui Cremona aveva concluso uno dei testi di “Acetilene”, rubrica che negli anni Cinquanta firmava per “Paragone”, la rivista di Roberto Longhi. Cremona non è stato solo un pittore e critico, ma anche uno scrittore, un intellettuale poliedrico ed eccentrico, autore fra gli altri scritti del romanzo distopico “La coda della cometa”.

Tutto il resto è profonda notte è il titolo che i curatori hanno scelto per un percorso espositivo dedicato all’intero arco della pittura di Italo Cremona, dalle prime prove giovanili di metà anni Venti fino alle opere della prima metà degli anni Settanta, dalle nature morte prossime alle atmosfere del Realismo magico alla visionarietà del “surrealista indipendente”, come amava definirsi.  Se lo spirito surrealista pervade quasi tutta la produzione dell’artista, la mostra ricostruisce con grande efficacia la varietà di stili e soggetti che ha caratterizzato l’opera di Cremona

La mostra raccoglie un centinaio di dipinti e una selezione di disegni e di incisioni e documenta la più alta qualità pittorica dell’artista, rileggendo nel presente l’originalità del suo immaginario.

In mostra un nucleo di opere appartenenti alla collezione della GAM accresciuta nel tempo grazie al contributo fattivo della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris, e una serie di prestiti provenienti dal Mart di Rovereto, dal Museo Civico Luigi Barni di Vigevano, i Musei Reali, l’Accademia Albertina, da collezioni private e altre istituzioni del territorio italiano.

Il percorso espositivo segue la progressione cronologica delle stagioni creative di Cremona, concentrando in alcune sale le sue costanti espressive: particolari attenzioni di natura iconografica e di natura poetica sulle quali l’artista si è trovato a tornare più volte. Nella prima sala compaiono i temi caratterizzanti dell’artista: lo specchio, il doppio, le “spoglie”, le nature morte dal sapore surrealista come “La conchiglia che dialoga con un guantone da scherma”.

Questa fase della pittura di Cremona è disseminata di abiti senza corpi, di paesaggi spogli, di contrasti come quello fra “gasometri e cascine” di toni vagamente luttuosi come nelle opere “Crisantemi” e “Guanti e foglie”. Cremona negli anni Trenta scriveva sul “Selvaggio” di Maccari mostrando, come molti intellettuali che avevano aderito al fascismo della prima ora, legato dal punto di vista artistico alle avanguardie e al futurismo, una sempre crescente insofferenza per la politica culturale e non del regime.

Molto interessante la selezioni di incisioni intitolata armi improprie nella quale sono rappresentate “pistole” di fantasia. Una raccolta dallo stile e dal tono apertamente surrealista: da lontano sembrano in effetti semplice “pistole”, avvicinandosi si notano in queste armi improprie i particolari surreali, un erotismo talvolta allusivo talvolta molto esplicito, un gusto per l’orrorifico e il macabro, il tutto mitigato da una forte dose di ironia.

Nella sala accanto troviamo l’opera “Invernonella quale sono rappresentati Cremona e la moglie in un’atmosfera di realismo magico con sfumature dark, e la monumentale opera “Metamorfosi”. Presente anche la scultura di una testa di cavallo, che ha ispirato il quadro “Capelli e Criniera”.

Un suggestivo ambiente viola introduce la sala eletta a cabinet des folies, dedicata alla prolungata frequentazione del fantastico, del grottesco e del surreale, con una selezione di dipinti dove la pennellata sembra farsi sempre più esatta e nitida quanto più si avventura nell’espressione del bizzarro. Questa sala illustra il legame di Cremona con il simbolismo, il liberty, l’immaginario gotico.

Il grande dipinto Specchio del Mattino in un’atmosfera enigmatica sospesa tra sonno, morte e sogno, introduce un percorso nel quale trovano spazio un elemento onirico virato verso l’incubo, come in Caccia all’uomo e in una fantasia erotica inquieta e pervasa dall’elemento surreale, come in L’uccisione del maiale, Camera a Hera, Drago Blu. L’erotismo in questa sezione non è mitigato dall’ironia come in pistole, ma è inquieto e onirico.

Soggetti completamente diversi si trovano nella “sala delle facciate, dove la visione si sposta sulle architetture torinesi, un motivo pittorico peculiare, sviluppato dall’artista lungo i decenni: apparentemente deserte d’ogni presenza umana, dipinte come quinte di un segreto teatro cittadino, le facciate silenziose dei palazzi e delle case alludono sempre a uno spazio ulteriore. L’atmosfera resta tuttavia magica e sognante.

Una delle ultime sale è dedicata all’ampia produzione di nudi, solo in apparenza un tradizionale esercizio accademico, che scivola qua verso una produzione visionaria e ancora una volta surreale, nella quale troviamo apparizioni di alterità, piccole allucinazioni che non distinguono più la realtà del corpo della modella dalla segmentazione pittorica dei suoi dettagli. Tra le opere più interessanti di questa sezione, Lettere dall’alfabeto.

Intervallando le immagini oniriche o perturbanti, le armi improprie dei disegni e delle incisioni, con il senso più classicamente pittorico del suo operare, la mostra mette in evidenza gli aspetti più attuali e contemporanei dell’opera di Cremona e della sua figura di intellettuale irregolare, impegnato in numerosi ambiti creativi e affine, nel suo modo insolito di interpretare il Novecento, ad altre figure eccentriche di Torino quali Carlo Mollino e Carol Rama.

La mostra si conclude infatti con il confronto tra le opere di Cremona e una selezioni di lavori provenienti dalla collezione permanente del Novecento.

La mostra rende omaggio a un artista indipendente ed originale, influenzato dalle correnti artistiche del suo tempo e dalla formazione accademica, ma capace di declinare questa temperie culturale in modo assolutamente personale. Secondo le curatrici della mostra, il suo insegnamento pittorico e intellettuale (è stato anche critico e saggista) è stato molto importante per le nuove generazioni di artisti.

La mostra resterà aperta fino all’8 settembre con il seguente orario: martedì-domenica 10-18. Tutto il resto è profonda notte è accompagnata da un catalogo edito da Allemandi con saggi delle curatrici e un ricco corredo iconografico.

                                      Andrea Macciò

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