Stamattina ho scoperto(*) una cosa che per me è una assoluta novità e che mi sembra particolarmente adatta per la rubrica “Cavalli & Dintorni”, proprio ora che iniziano le Olimpiadi.
Cosa rappresenta la foto di apertura? Ovviamente una scultura, ed ovviamente un trottatore. C’è pure il calessino e il fantino(**). La scultura si intitola An American Trotter, e la foto proviene da una pagina del Dallas Museum of Art: https://blog.dma.org/tag/walter-winans/
Ma cosa c’entrano le Olimpiadi? Alle Olimpiadi non ci sono gare di trotto! E invece c’entrano, eccome se c’entrano: si tratta di una scultura che è stata premiata con la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Stoccolma, 1912! Non sto scherzando: fra le “discipline olimpiche” sono state incluse prove artistiche, dal 1912 (Stoccolma) al 1948 (Londra). C’erano prove di musica, letteratura, pittura, scultura e persino di architettura!
Tra i “concorrenti” a queste gare sono degni di menzione Gabriele d’Annunzio (nel 1912, stessa edizione cui fa riferimento la scultura oggetto di questo articolo). Ed anche i “tedeschi” Georges Hohrod and Martin Eschbach, che conquistarono l’oro con Ode to Sport, superando il summenzionato D’annunzio. In realtà questi due tedeschi erano lo pseudonimo di un francese, il cui nome è forse più noto: Pierre de Frédy, Baron de Coubertin.
Una noticina conclusiva: le medaglie assegnate in questi “sport” non sono conteggiate nel medagliere olimpico ufficiale del CIO.
(*) grazie a un post, su fb, di Cavallo Magazine
(**) non fatevi sentire nel mondo dell’ippica ad usare questi nomi! Scherzavo. Per il “calessino”, si parla di sulky (anche se parlare di calessino è accettabile). Soprattutto, NON si parla di fantino, ma di driver (o, se proprio vogliamo usare l’italiano, guidatore). Il fantino è colui che sta in sella al cavallo nelle gare di galoppo. Ogni tribù ha il suo gergo. Provate solo a parlare di zampe del cavallo a un cavaliere: vi dirà che il cavallo ha le gambe, non le zampe!