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A PALAZZO MAZZETTI DI ASTI UN PONTE TRA PIEMONTE E GRECIA

Una mostra antologica dell’artista dei Bacchi, Carlo Carosso

A Palazzo Mazzetti in occasione del Settembre Astigiano e della “Douja d’Or” una grande mostra antologica sull’arte di Carlo Carosso (Asti, 1953 – 2007), conosciuto come l’artista dei “Bacchi”

La mostra, realizzata dalla Fondazione Asti Musei, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, il Comune di Asti e la Banca di Asti, è curata dal poeta Francesco Antonio Lepore ed accompagnata da un catalogo con la prima monografia critica che esplora in modo esaustivo l’intera produzione artistica dell’artista italo-greco, di padre astigiano e madre greca.

Nelle sale di Palazzo Mazzetti, che hanno ospitato già le opere di Chagall, Boldini e Caravaggio, oltre cento opere ricostruiscono le diverse anime dell’ispirazione di Carlo Carosso: quella ellenica, segnata dall’incontro con il poeta Ghiannis Ritsos e alle famose cartelle di xilografie acquerellate; quella astigiana, con i tralci di vite, gli acini, i tartufai e i borghigiani festanti, e quella orfica, con illustrazioni per autori come Ritsos, SenghorTitos Patrikios e Edoardo Sanguineti.

E proprio la prima sezione della mostra è dedicata ai “Bacchi” degli anni Settanta nei quali emerge l’immaginario classico e “dionisiaco” che caratterizza l’arte di Carosso, colonne, frontoli di templi e altri richiami alla classicità greca, accostati a bottiglie, vitigni, grappoli d’uva. Dal punto di vista del colore, dopo un esordio più “nordico” nelle opere più recenti la tavolozza di Carosso si accosta a un’iconografia che richiama la “grecità” delle sue origini.

Nella seconda sezione troviamo le tele di Carosso dedicate al mare, con le sue mitiche isole e le sue divinità dedite ai piaceri del convivio, e altre che richiamano più esplicitamente l’astigianità di Carosso, che rappresentano un borgo medioevale con i suoi contadini in festa, i notabili, il mercato, le sagre. Nella mostra sono esposte alcune sculture di Carosso, tra le quali le famose “barche” e una sola in terracotta che ricorda la mitica città di Petra.

Carlo Carosso ha firmato anche il menù realizzato in occasione della visita di Giovanni Paolo II ad Asti e il Palio del Giubileo nel 2000.

Nelle sale sotterranee sono esposti, oltre ad altre tele di Bacco, le illustrazioni degli “haiku” i componimenti poetici dedicati al vino, di Francesco Antonio Lepore.

Nell’ultima parte della sua attività Carosso celebra la “civiltà del vino” che è un punto caratterizzante dell’identità storica e culturale del Piemonte e dell’astigiano in particolare. “I bacchi di Carlo Carosso” è una collezione di etichette d’autore esposta a partire dal 1990 in diverse occasioni ad Asti, ma anche a Milano e Siena, un lavoro che è poi sfociato anche in una pubblicazione “I bacchi astigiani”. Le etichette di Carlo Carosso”.

Nella mostra sono esposti oltre alle bottiglie e alle etichette artistiche di Carosso, il materiale pubblicitario e il packaging delle aziende coinvolte. La mostra ricostruisce con grande puntualità il fortissimo legame di Carosso con il territorio astigiano e con i suoi prodotti iconici: il vino e il tartufo.

Nelle ultime sale, troviamo le illustrazioni che Carosso ha realizzato per poeti greci e italiani. La mostra di Carlo Carosso costruisce un ponte culturale tra il Piemonte e la Grecia, unite idealmente dall’approccio “dionisiaco” alla vita incarnato dai suoi Bacchi, e anche tra la poesia e l’arte figurativa.

In mostra anche sei opere di artisti e artiste di Asti, ispirate all’arte di Carosso e al tema “bacchico” ed enoico della mostra.

Andrea Macciò

L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni, dalle 10:00 alle 19:00 (ultimo ingresso ore 18:00) dal 2 agosto al 20 ottobre 2024, presso Palazzo Mazzetti in Corso Alfieri 357, ad Asti.

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