Nato all’inizio di Settembre, circa un mese fa, il “pozzo dei libri” ad Arquata Scrivia ha trovato la sua ubicazione nella storica Via Interiore
L’idea nasce dalla volontà di tre appasionate lettrici, le signore Cristina Venzano, Samantha Scazzola e Vilma De Cantellis, tutte residenti nella via.
L’imperativo era: non buttare i libri usati, ma cercare di poterli ancora far “fiorire” nelle mani di nuovi lettori. E così, hanno deciso di utilizzare lo spazio di un antico pozzo coperto non più in uso per poter posizionare una piccola libreria aperta a tutti sulla via dove gli avventori possono lasciare e prendere libri per amore della cultura, in completa autonomia e ovviamente senza scambio di denaro.
Alla nostra domanda:“È capitato che qualcuno abbia preso libri senza lasciarne altri? La libreria è mai stata “depredata”?” la Sig.ra De Cantellis ha sorriso e risposto “No, per ora le persone hanno sempre lasciato qualche libro in cambio, assicuro che lo scambio sta funzionando”.
Fausto Cavo
L’idea del “BookCrossing”
L’iniziativa di abbandonare scritti per condividerne il contenuto è antica e forse se ne può individuare nel filosofo greco Teofrasto la prima iniziativa di liberare in mare alcuni testi chiusi in bottiglia, così come si può ricordare nel progetto di Gutenberg una moderna visione digitale di condivisione.
Molte altre sono state in passato le iniziative di abbandonare gratuitamente libri, ad esempio perché potesse fruirne chi per problemi economici o fisici avrebbe potuto trarne giovamento. Si può citare i “Nati per Leggere” dove a Boston, negli USA, nei primi anni ’90 nell’ospedale locale, alcuni pediatri ebbero l’idea di mettere dei libri nella sala d’aspetto. Col tempo i libri sparirono e i promotori, resisi conto dell’utilità di quel furto, decisero di istituzionalizzare l’iniziativa.
I due progetti americani relativi a libri per bambini più importanti si chiamano proprio Born to read e Reach out and read. La filiazione italiana è l’iniziativa “Nati per Leggere”, sorta alla fine degli anni novanta.
Mentre secondo altri l’idea rinasce invece negli anni settanta in Serbia, a Belgrado, e si deve a Dušan “Duško” Radović, scrittore e giornalista, che la propose nella sua trasmissione radiofonica quotidiana “Beograde dobro jutro” (Belgrado, buongiorno). Idea colta al volo dal SKC, Studentski Kulturni Centar (Centro Studentesco di Belgrado, uno dei luoghi di ritrovo “liberi” nella cultura giovanile post 1968, in Serbia) che sposò l’iniziativa come propria, offrendo il centro e il parco intorno come primo spazio dove lasciare il libro “libero”.
In ogni caso il termine BookCrossing con cui questo genere di iniziative è più conosciuto fa riferimento ad un dominio web, che venne ufficialmente registrato nel 2001 negli USA, per incoraggiare tale pratica al fine di “rendere il mondo intero una biblioteca”.
Ciao Fausto, grazie per l’articolo pubblicato, cerchiamo di far avvicinare i cittadini ai libri.
Grazie a voi per quello che fate!