LA “STRADA REGIA”

LE STRADE DI ARQUATA ANTICHE E NUOVE: UNA MOSTRA PER IL SECONDO CENTENARIO DELL’APERTURA DELLA “STRADA REGIA”

Venerdì 27 settembre 2024 presso l’atrio di Palazzo Spinola ad Arquata Scrivia è stata inaugurata l’interessante mostra documentaria Le strade di Arquata antiche e nuove in occasione del secondo anniversario dell’apertura della Strada Regia. Le ricerche storiche sono a cura di Edoardo Morgavi e Angelo Allegro

Arquata, che oggi è un importante centro dell’Oltregiogo tra Piemonte e Liguria, è stata da sempre una terra di confine e uno snodo per le comunicazioni commerciali e non tra l’Italia settentrionale, la pianura padana e la Liguria, attraversata da un’importante via consolare come la Postumia che collegava Genova ad Aquileia.

Le strade che portavano verso Genova e la costa ligure erano aspre ed impervie, dovendo superare l’Appennino. La più nota portava in Liguria attraverso Gavi, Carrosio, Voltaggio e il Passo della Bocchetta (Ndr.: costruito dai genovesi nel 1585). La via di Fiaccone, l’attuale Fraconalto, si congiungeva alla Postumia nei pressi di Voltaggio. Altre vie portavano attraverso Gavi a Serravalle, Pasturana e Novi, la Fraschetta “genovese” seguiva il corso dello Scrivia e la Molarola (Ndr.: adeguata e ristrutturata dal Doge G.B. Cambiaso) portava a Novi.

Con la soppressione dei Feudi imperiali e l’annessione degli stessi alla Repubblica Ligure, la situazione della viabilità iniziò a migliorare.

Napoleone progettò durante il suo dominio una nuova via tra Genova e Torino, il suo progetto fu ripreso da Casa Savoia dopo l’annessione della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna nel 1817.

I lavori (Ndr.: su progetto degli architetti Brusco e Catone) iniziarono nel 1821 e nel 1823la Strada Regia” l’attuale strada dei Giovi univa Genova a Torino passando per Arquata (Ndr.: contro l’apertura di tale strada i novesi fecero una dura opposizione in quanto temevano, come avvenne, di perdere la loro centralità nei rapporti commerciali con Genova, che sino ad allora si sviluppavano lungo la Val Lemme attraverso il Passo della Bocchetta).

La Strada regia era una sorta di “autostrada” dell’epoca, con un pedaggio per carrozze e cavalli, realizzata in tempi impensabili oggi nei quali i lavori infrastrutturali durano decenni, che determinò grandi cambiamenti urbanistici per Arquata, allora ancora raggruppata intorno all’antico borgo. La costruzione della Via Regia, chiamata poi Via Libarna nel tracciato entro il paese, determinò l’abbattimento della Chiesa di San Rocco. La strada divenne asfaltata nel 1935.

La mostra ricostruisce la storia della Strada Regia e delle altre vie che congiungevano Arquata a Novi e Genova attraverso una cartina ricavata dal libro dei beni dei Marchesi Spinola, con un lavoro molto complesso. (Ndr.: il Re Carlo Felice, per tacitare gli attriti tra Novi e Arquata, nati in seguito all’apertura della Strada regia, concesse il 19 dicembre 1827 alla città di Novi Ligure didi tenere un mercato il giovedì e una Fiera della durata di sei giorni in occasione della festa patronale della Madonna della Neve, da affiancare alla già storica Fiera di Santa Caterina conosciuta per il rinomato commercio degli equini).

Nella mostra si ricostruisce anche la memoria della strada che univa Arquata a Precipiano, la zona industriale di Vignole, attraverso una passerella oggi scomparsa sullo Scrivia, che facilitava lo spostamento delle operaie e degli operai degli stabilimenti tessili.

Una cartina ricostruisce anche la storia dell’antica via per Vignole e un ex voto ricorda l’esistenza di una strada che attraverso un’altra passerella sul Borbera ancora esistente e un sentiero univa Precipiano al Santuario di Montespineto a Stazzano.

La mostra è promossa dal Comune di Arquata Scrivia e fa parte di un’importante serie di progetti editoriali (come il libro La pietra arenaria di Costa Montadadello stesso Edoardo Morgavi uno dei curatori della mostra) ed espositivi, (come quello sulla Ferrovia Torino-Genova ospitato la scorsa primavera) dedicati alla valorizzazione di Arquata e del suo territorio come “zona di confine” culturale e commerciale tra pianura padana e Liguria, e dell’identità specifica di quel territorio diviso tra due regioni, Piemonte e Liguria, che oggi chiamiamo Oltregiogo.

La mostra resterà aperta fino al 18 ottobre negli orari di apertura di Palazzo Spinola.

                                               Andrea Macciò

Nota: le integrazioni (Ndr.) al presente articolo sono state tratte dalla tesi “Politica ed economia tra Novi e Genova: Edilio Raggio – (1880 – 1906)” redatta da Gian Battista Cassulo con Relatrice la prof.ssa Luciana Garibbo (Anno accademico 1985/86)

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