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A NOVI LIGURE IL VENTO DELL’ORIENTE E DEL BUDDISMO

Nella Civica Biblioteca una giornata di arte e poesia per l’inaugurazione della mostra “Tracce d’impermanenza” di Antonio Gervasoni

È stata inaugurata sabato 5 ottobre 2024 all’auditorium della Biblioteca Civica di Novi Ligure (Al) la mostra d’arte Tracce d’impermanenza (niente è come sembra) di Antonio Gervasoni, alias Tashi Sufi che abbiamo intervistato nei mesi scorsi e che si definisce un “entronauta” viaggiatore della dimensione interiore

La mostra è stata introdotta da un incontro di approfondimento sul tema dell’impermanenza interpretato attraverso le diverse forme d’arte. Per l’artista Antonio Gervasoni ogni fenomeno dell’esistenza è passeggero, tutto muta, niente è eterno, la nostra vita è contrassegnata dal cambiamento non solo fisico, ma dal costante fluire di idee, pensieri, desideri.

L’incontro è stato introdotto da Marcus Risso, direttore della Biblioteca di Serravalle Scrivia, che nel suo intervento si è soffermato su alcuni testi che evocavano la presenza del tema dell’impermanenza nelle culture e religioni orientali, come il Buddismo, ma anche in testi sacri del Cristianesimo, come i Vangeli.

La mattinata è stata caratterizzata dalle performance della poetessa Silvia Oppezzo, che ha rappresentato il concetto di impermanenza attraverso la lettura dei suoi versi, della filosofa e danzatrice Sara Fiume, che ha creato due suggestive performance a partire da due testi musicali “Impermanenza” di Juri Camisasca e “La porta dello spavento supremo” di Franco Battiato e Manlio Sgalambro.

L’artista, Antonio Gervasoni, ha invece impersonato il poeta e mistico Milarepa, in abito da monaco tibetano, rappresentando il momento nel quale, dopo la rottura del suo vaso di terra, recita la sua nota frase sull’impermanenza.

Milarepa è una figura di mistico, poeta ed eremita molto nota nel buddismo tibetano.

La mosta è nata con lo scopo di rappresentare l’illusorietà e la transitorietà di tutte le cose che circondano e della nostra stessa esistenza.

Il concetto di impermanenza spinge a vivere però con pienezza il presente, e quello di sabato 5 ottobre è stato per tutti i presenti un momento emozionante e molto significativo per il mondo dell’arte e della cultura di Novi e dell’Oltregiogo.

La mostra si trova al piano superiore della biblioteca: sono immagini fotografici stampate su pannelli di forex, e la fotografia è il mezzo che permette di “fissare” per sempre l’impermanenza dei materiali usati da Gervasoni per le sue opere, composizioni di elementi pittorici, come tempere a olio su una tavolozza in continua evoluzione, pigmenti di acquerello, sassolini decorativi, e elementi di recupero come le spezie di cucina (curcuma, cumino ed altre) “fermate” dall’immagine fotografica al naturale e poi coagulate dall’acqua.

È stata l’arte concettuale degli anni Sessanta/Settanta a introdurre l’uso della fotografia come mezzo per provare a “fermare” l’attimo “impermanente” della performance.

Le opere di Gervasoni sono state create per essere dissolte, esattamente come il “Mandala” Tibetano. Nel corso dell’incontro c’è stato un dibattito sulla presenza del concetto di “impermanenza” nella cultura occidentale, nel quale sono emerse posizioni anche diverse tra i presenti. Se quella del “Mandala” è una tradizione legata all’Oriente e al Buddismo, in Italia avviene qualcosa di molto simile con l’Infiorata di Spello in Umbria (Ndr.: ma anche quella di Sassello che si svolge la prima domenica di giugno per il Corpus Domini), legata alla festività cristiana del Corpus Domini, nel quale le opere d’arte pazientemente realizzate con i petali di fiore sono destinate a dissolversi con il passaggio della processione.

La fotografia è il mezzo per “fermare” l’attimo e riportare ai visitatori le tracce del lavoro dell’artista e dei suoi materiali.

Nella mostra presenti anche due teche che evocano la vita di Milarepa, il mistico e poeta tibetano al quale Antonio Gervasoni si è ispirato per allestire il suo progetto e l’esposizione.

La mostra è visitabile presso la Biblioteca civica di Novi Ligure negli orari di apertura della struttura.

                                                         Andrea Macciò

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