…al Mastio della Cittadella di Torino una grande mostra sull’artista svizzero creatore di “Alien”
Al Mastio della Cittadella di Torino per la prima volta in Italia arriva una grande retrospettiva dedicata a H. R. Giger, il creatore delle scenografie di “Alien” saga di culto del cinema di fantascienza degli anni Novanta.
La mostra si intitola “Beyond Alien, H. R. Giger”, perché l’autore svizzero non è stato il creatore dell’immaginario di Alien, ma uno degli artisti più visionari della seconda metà del ‘900 e nome leggendario nel mondo del graphic e film design. Giger è stato un artista poliedrico che ha sperimentato le tecniche più diverse e che ha prestato la sua arte a molteplici settori. Artista plastico, disegnatore, pittore e grande maestro dell’aerografo, H.R. Giger è un artista dotato di un proprio, unico stile, “biomeccanico”, come lui stesso si definiva.
La mostra, inaugurata il 5 ottobre 2024 a Torino, proseguirà fino al 16 febbraio 2025, presenta oltre 100 opere tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, oggetti di design e video, provenienti direttamente dal Museo Giger in Svizzera, diretto dalla vedova dell’artista, Carmen Giger.
L’universo oscuro e surreale creato da Giger ha profondamente influenzato la cultura contemporanea, spaziando dalla letteratura alla moda, dal cinema alla musica, dai videogiochi all’arte in generale. I suoi mostruosi e gotici panorami hanno ridefinito l’estetica dell’orrore e dell’immaginario fantastico, diventando un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli appassionati di cinema.
La saga di Alien nasce nel 1979 con il primo film girato da Ridley Scott, che ha voluto a tutti i costi Giger come scenografo dopo aver visto alcuni dei suoi disegni. Alien è stato un film rivoluzionario perché per la prima volta ha messo insieme l’immaginario della fantascienza e quello dell’horror.
Lo “xenomorfo” la creatura aliena immaginata dall’artista svizzero, è entrata nell’immaginario collettivo e una sua maestosa e impressionante rappresentazione scultorea è esposta nella mostra torinese. Ad oggi la “saga” di Alien conta tre prequel, due sequel, e due spin off, girati da registi diversi tra i quali oltre a Scott, James Cameron.
Se lo “xenomorfo” e la serie di stampe e disegni preparatori dedicati ad Alien accolgono lo spettatore nella prima sala, la parte forse più interessante della mostra è quella racchiusa nelle sezioni successive.
L’esposizione torinese propone un’ampia selezione delle opere che l’artista ha dedicato alla sua prima compagna Li Tobler, morta suicida a soli 28 anni. Giger e Li Tobler, attrice e modella, si incontrano nel 1966 quando lei aveva solo diciotto anni. Personalità geniale e inquieta, soggetta a instabilità emotiva e crisi depressive, Li Tobler è stata per diversi anni la principale “musa” ispiratrice di Giger. La loro relazione fu intensa e travagliata, e forse il tentativo fallito di Li di intraprendere una carriera artistica autonoma negli Usa nel 1974 è stato all’origine del suo suicidio nel 1975.
L’immagine di Li Tobler pervade tutta l’opera di Giger, nelle sue creature “ibride” tra umano e robotico, tra umano e alieno, è presente in maniera costante il volto della ragazza, come se l’autore tentasse di ridarle nuova vita attraverso la rappresentazione artistica.
La tensione tra l’erotismo e la pulsione di morte, tra “eros e tanathos” tra sensualità e angoscia, è una delle caratteristiche dominanti dell’arte di Giger, forse legata in maniera specifica a questo amore e a questa esperienza della sua vita.
Un’altra sezione molto interessante documenta il lavoro di Giger per le scenografie di un altro film di fantascienza, mai girato, “Dune” di Alexander Jodorowky. Presenti anche alcune parti delle scenografie realizzate da Giger per il film “Species” del 1996.
La mostra di Giger approfondisce l’interpretazione moderna e distopica del surrealismo dell’artista svizzero: i suoi “biomeccanoidi” creature ibride tra organico e inorganico, riflettono le ansie e le paure dell’epoca contemporanea, nella quale si parla con sempre più insistenza di “transumanesimo” di ibridazione tra uomo e macchina, di intelligenza artificiale che potrebbe avere la meglio sull’uomo che la ha creata. L’artista racconta la distruzione di un mondo da parte dell’uomo e nello stesso tempo la creazione di uno nuovo, che però rischia di sfuggirli di mano.
L’opera di Giger, visionario come tutti gli artisti, evoca e rappresenta in anticipo, attingendo dall’immaginario gotico “classico” di autori come Lovecraft e Edgar Allan Poe, le inquietudini del mondo di oggi.
Interessante anche l’ultima sala dedicata al lavoro di Giger con la musica, con la sinuosa e sensuale “asta da microfono” le originalissime cover e due videoclip realizzati per la cantante inglese Debbie Harry.
Il percorso della mostra, organizzato in sale monotematiche, parte da Alien per raccontare in maniera esaustiva l’inquietante e affascinante visione di uno dei più grandi artisti del Novecento, il cui impatto sulla cultura pop è stato a dir poco rivoluzionario.
Andrea Macciò
La mostra resterà aperta fino al 16 febbraio 2025 dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 19,30 e sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 20,30. La mostra prevede una serie di aperture straordinarie anche nelle principali festività, compreso Natale e Capodanno.
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