Cia Alessandria chiede lo stato di calamità

Campagna 2024 pessima per tutti i settori agricoli della provincia di Alessandria. Gli indicatori di produzione sono negativi in confronto agli anni precedenti, i prezzi corrisposti agli agricoltori restano insufficienti e gli aiuti pubblici sono in forte ritardo. A seguito di questo stato di crisi e a causa delle conseguenze disastrose del cambiamento climatico e delle continue condizioni meteo avverse, Cia Alessandria chiede lo stato di calamità e richiede un incontro in Regione Piemonte per fornire una puntuale analisi.

Il clima è stato impietoso durante tutto l’anno: inverno caldo, seguito da gelate primaverili, primavera fredda, grandinate violente che hanno distrutto molti raccolti in particolare nel Casalese e nell’Alessandrino, esondazioni, pioggia troppo abbondante che ha causato problemi nelle fasi di semina e raccolta, oltre che di natura agronomica. Infatti, come già segnalato in Regione, sono emerse importanti fitopatie fungine per il perdurare della pioggia (Peronospora e marciume, ad esempio).

Le produzioni hanno avuto un crollo importante: 40% in meno per i pomodori, 30% in meno sui cereali, 30% in meno per le uve, addirittura fino al 70% in meno per il miele. Le orticole e la frutta hanno sofferto il marciume, per molti imprenditori la raccolta delle nocciole è stata quasi azzerata. Anche il riso ha sofferto, con un calo di produzione del 10-15%.

Ad aggravare il quadro zootecnico provinciale: allevamenti ancora sotto scacco della Peste Suina Africana, cui si è aggiunta la Blue Tongue e la Brucellosi.

I prezzi corrisposti a volte non coprono nemmeno i costi di produzione (aumentati a loro volta per i trattamenti aggiuntivi richiesti dalle piogge). Caso emblematico riguarda i cereali, la cui definizione del prezzo è stabilito da logiche di mercati internazionali e speculazioni. Cia Alessandria è entrata a far parte della Granaria di Milano ed è chiaro quanto il sistema di importazioni di grande quantità incida sul mercato interno.

La burocrazia rende l’operatività sempre più complessa anche per la partecipazione a bandi pubblici. I sostegni previsti dalle politiche europee sono in grave ritardo: i contributi Pac (Politica Agraria Comune) fino a qualche anno fa erano erogati nel mese di luglio, quest’anno sono attesi per fine anno (da novembre in avanti), mentre per i sostegni del CSR (Complemento regionale Sviluppo Rurale), tra vecchie e nuove domande, si attende l’erogazione insieme alla Pac.

Cia Alessandria chiede pertanto alla Regione Piemonte di adeguare un piano di intervento straordinario, generato da uno stato di calamità evidente, come realizzato dalle Regioni Sicilia (per la siccità), Emilia Romagna (alluvioni) per fronteggiare le emergenze, mentre per i danni 2023 da peronospora, le Regioni che hanno attivato il fondo di solidarietà nazionale sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Toscana, Sicilia, Umbria e Marche.

Ma il sistema agricolo va ripensato nel suo complesso, a fronte di questi importanti cambiamenti, per garantire un futuro del Made in Italy. Gli strumenti di legge sono poco efficaci e bisogna rivedere, come Cia Alessandria sostiene da tempo, il principio assicurativo, che andrebbe adattato sul modello americano, che assicura il reddito prima delle produzioni.

La richiesta di aiuto straordinario si basa sul fatto che il comparto agricolo alessandrino genera un valore economico diretto e indiretto di importanza rilevante per l’economia della provincia. 

Tra le proposte concrete portate avanti da Cia Alessandria: sospensione dei finanziamenti fino a 18 mesi (rivedendo l’attuale normativa poco applicabile nello stato di necessità in cui si trova la provincia); sospensione del pagamento dei contributi Inps datori di lavoro e titolari di azienda: la creazione di crediti di imposta specifici per la perdita di fatturato nei vari settori.

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