Il Gruppo FAI di Ovada ed il Comitato “Amici dell’Orba Selvosa” hanno promosso l’iniziativa LUOGO DEL CUORE FAI 2025 con l’obiettivo di valorizzare ulteriormente la Valle del Torrente Orba per una sua fruizione più consapevole e responsabile
Il FAI, come ogni anno, promuove l’iniziativa “Luoghi del Cuore” per salvaguardare monumenti, bellezze e, soprattutto, aree naturali del territorio nazionale. E’ volontà di tutti gli amici della natura e dell’ambiente, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future luoghi di particolare interesse, come la Valle del Torrente Orba che si snoda dalla Liguria al Piemonte, solcando tutto il territorio Ovadese. Un percorso articolato fra natura selvaggia, storia, viticoltura, insediamenti industriali, miti, leggende e, soprattutto magia degli scorci panoramici, che si dipana fra le provincie di Savona, Genova ed Alessandria, assurgendo in Ovada e nell’Ovadese al proprio epicentro di gloria.
La Valle del Torrente Orba rappresenta per tutto il territorio Ovadese il punto di riferimento storico, artistico, culturale e soprattutto naturalistico. E’ il vero patrimonio delle persone, delle Amministrazioni Pubbliche, delle imprese attive lungo tutti i suoi 68 chilometri di vita.
Il Gruppo FAI di Ovada e il Comitato “Amici dell’Orba Selvosa” con il supporto dei Comuni di Tiglieto, Molare e Ovada, dello Iat di Ovada, dell’Accademia Urbense di Ovada, delle Associazioni ASD “La Ventura”ed “Escursioni Liguria” sostengono la candidatura della Valle del Torrente Orba a Luogo del Cuore FAI 2025.
Ogni anno, FAI destina un budget complessivo di 400.000 euro ai Luoghi del cuore, una parte dei quali suddivisa fra i primi tre classificati, l’altra gran parte assegnata attraverso un bando a cui possono partecipare tutti i luoghi con una soglia minima di voti. Il contributo di voti da parte di tutte le persone che affacciano la propria esistenza sulla Valle del Torrente Orba e dei suoi fratelli affluenti diventa così l’elemento fondamentale e vincente per garantire un ulteriore sostegno alla valorizzazione del territorio Ovadese. Il Gruppo FAI di Ovada intende in questo modo unirsi agli sforzi già in atto per la tutela e la valorizzazione del corso del torrente Orba intrapresi a più livelli dalle singole Amministrazioni Pubbliche e dai Privati.
Proprio per questo motivo, il Gruppo FAI di Ovada auspica una estesa adesione da parte di tutti a questa importante iniziativa. Votare è facile, non impegna, non richiede alcuna iscrizione e soprattutto nessun impegno economico. Per il voto è sufficiente dedicare meno di un minuto! Le votazioni saranno aperte fino al 10 aprile 2025.
Per votare, occorre accedere al sito internet FAI all’indirizzo: https://fondoambiente.it/luoghi/la-valle-del-torrente-orba?ldc esprimendo direttamente la propria preferenza per La Valle del Torrente Orba.
La stessa preferenza, per chi lo desidera, può essere alternativamente espressa mediante la scheda cartacea disponibile presso tutti gli enti sostenitori e presso tutti i chioschi FAI in occasione delle manifestazioni nel territorio Ovadese.
Sostenere l’iniziativa La Valle del Torrente Orba e di tutti i suoi fratelli affluenti che solcano il territorio Ovadese è un atto di responsabilità, a tutela e valorizzazione di un territorio che appartiene a tutta la collettività. Il censimento ed il sostegno FAI rappresenta un’azione efficace per innescare il processo virtuoso di tutela e cura di un patrimonio unico nel panorama nazionale.
Davide Pietro Boretti
Il cammino del Torrente Orba
Una tortuosa rincorsa nelle asperità appenniniche per poi accelerare lungo le ampie pianure che conducono alla confluenza con Po per il tramite della Bormida, sorella maggiore che scorre nella valle accanto: questa è la via maestra del Torrente Orba, 68 chilometri di storia, avventure, leggende che attraversano due regioni e tre provincie. Dal primo vagito ai mille metri del Faiallo fino all’ultimo tratto tutelato grazie alla custodia della riserva naturale speciale di 257 ettari, con la zona di nidificazione dell’airone cenerino, della nitticora, della garzetta e dell’airone guardabuoi. Lungo il percorso ecco inizialmente la simbiosi con i fratellini affluenti che sgorgano dalle pendici appenniniche, l’Orbarina e l’Acquabianca prima, l’Olbicella, il rio Meri e l’Amione poi. Di seguito, l’unione fa la forza ed insieme ai fratelli Stura, Piota, Albedosa e Lemme si va tutti assieme ad abbracciare la sorella maggiore Bormida per danzare fino al Grande Fiume, il Po. Benedetto dai monaci cistercensi dell’antica abbazia di Santa Maria della Croce, primo insediamento cistercense in Italia risalente al XII, il corso del Torrente Orba successivamente si adagia nel lago artificiale di Ortiglieto, baluardo ad eterna memoria dell’immane catastrofe dell’agosto 1935, causa di morte e distruzione in tutto l’Ovadese. Le acque del Torrente Orba si fanno caute appena s’incuneano nelle pianure, costeggiate su entrambi i lati dalle importanti vie di transito della Valle Orba e, negli anni più recenti, dall’Autostrada A26 Milano Ventimiglia, punto di interconnessione dell’Ovadese con le infinite strade dell’universo. – Davide Pietro Boretti
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LA “PIETRA GROSSA” DI SILVANO D’ORBA
A Silvano d’Orba, c’è un luogo magico lungo la Valle, è la “Pietra grossa“, che uno storico locale, l’indimenticabile Pierfranco Romero assieme all’altrettanto indimenticabile prof. Sergio Basso, entrambi del Circolo culturale “ir Bagiu“, vi individuarono i resti di un antico Castrum romano, che sembra sia tato chiamato Rondinaria (circa 52 a-C.) per via della grande presenza di rondini al momento delle loro migrazioni. Noi de “l’inchiostro fresco” abbiamo trattato molto spesso questo argomento perché sarebbe bello e utile se i comuni rivieraschi all’Orba da Basaluzzo a Silvano si consorziassero tra loro in una stabile unione e ridare vita a Rondinaria che così diventerebbe, un organico ed anticipatore esperimento urbanistico di città diffusa che potremmo chiamare la “Città dei Paesi“!
Un’idea comunque non nuova perché lanciata dagli urbanisti utopisti degli anni Sessanta addirittura da Giuseppe Mazzini che nel suo ordinamento statale contemplava che: “Un’Italia “capace di 12 regioni incirca divise in Distretti, dove ogni regione conterrebbe 100 comuni a un dipresso, ciascuno dei quali avrebbe non meno di 20 mila abitanti”.
Gian Battista Cassulo
Bellezze di un tempo sulla “Pietra grossa” tratte da una foto apparsa sulla rivista del circolo culturale “ir Bagiu” di Silvano d’Orba (Al)
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