Tenne sempre acceso il faro rappresentato dalla Costituzione e co l’obiettivo della piena applicazione del dettato proposto dalla nostra Carta Fondamentale
Il 3 gennaio 2025 pubblicammo un articolo per ricordare la scomparsa del Prof. Felice Besostri, che fu ospite de “l’inchiostro fresco” quando il nostro giornale organizzò il 4 luglio 2020 un pubblico incontro sul referendum costituzionale che si tenne il 20 e 21 settembre 2019 sulla riduzione del numero dei parlamentari. Il Prof. Besostri, e noi con lui, era schierato per il “No” a questa riduzione che la giudicava pericolosa per la rappresentanza. L’affluenza alle urne fu del 51,12% vide la vittoria del “Sì” con il 69,96%. Oggi è giunta in redazione un commento a quel nostro articolo in ricordo del Prof. Felice Besostri, che qui di seguito pubblichiamo integralmente. La Redazione
Spett.le Redazione personalmente ebbi l’onore di conoscere il Prof. Felice Besostri ad un convegno del 2019: qui di seguito e per chi fosse interessato, accludo un articolo pubblicato anche sul blog che coordino “Pennatagliente’s Blog”.
Nel ringraziare per la vostra disponibilità porgo i miei più cordiali saluti.
Stefano Ghio
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UN CONVEGNO AL CIRCOLO “GIUSTIZIA E LIBERTÀ GUIDO CALOGERO E ALDO CAPITINI” DI GENOVA
La sede del circolo di Giustizia e Libertà intitolato a Guido Calogero e Aldo Capitini –è il teatro in cui si svolge, alla presenza di qualche decina di persone, per lo più di area socialista, un seminario dal titolo: “In nome della Costituzione, dialogo Gramsci-Matteotti. Manifesto per un nuovo ordine economico e sociale”.
I lavori si aprirono alle ore 10,45 con la presentazione della giornata, effettuata da Luigi Fasce, il presidente della struttura ospitante: egli tratteggiò il previsto andamento dell’incontro, per poi passare la parola al Prof. Felice Besostri – uno dei due ideatori della giornata, l’altro è l’ex “manifestino” savonese Franco Astengo – che si incaricò di leggere la relazione introduttiva.
Essa spaziava sull’analisi della storia politica italiana a partire dagli anni Novanta, con lo sviluppo dell’ideologia leghista e la contemporanea scomparsa della “sinistra riformista”, cominciata con la sparizione del PSI nel 1992, e con la trasformazione del partito revisionista in PDS, e successivamente DS, prima di abbandonare ogni riferimento alla “sinistra” con la nascita del PD.
Da qui nacque l’esigenza da cui ebbe origine l’obiettivo dell’incontro in programma: iniziare un percorso che porti alla ricostruzione di un’area di cui faccia parte una formazione unitaria che tenga insieme ciò che resta dei mondi socialista e comunista, oggi frammentatissimi al loro interno.
A seguire ebbe luogo la discussione che si aprì con la lettura di uno degli interventi scritti pervenuti: quello dell’ex parlamentare rifondarolo Alfonso Gianni, a cui si affiancano quelli dello scrittore e giornalista Fulvio Papi e di Luigi Bettolli, presidente delle cooperative sociali della Lega delle Cooperative.
Furono molti coloro che presero la parola successivamente: tra questi spiccò il discorso di Roberto Pisani – socialista riformista del Nuovo PSI, autosospesosi dagli incarichi per gravi divergenze politiche con il segretario nazionale Stefano Caldoro, e con il coordinatore di Forza Italia (partito al quale il garofano rosso è da anni federato) Antonio Tajani – che riportò il dibattito alla scottante attualità.
Accanto a ciò, vanno ricordati: quello di Giovanni Alpa, rappresentante di Risorgimento Socialista-Lega dei Socialisti, e quello di Sergio Dalmasso, di Rifondazione, che polemizzò sul titolo del convegno facendo riferimento al nome di Matteotti, quando a suo avviso vi erano molti altri tra i quali poter optare; a costui verrà risposto che la figura è stata scelta per la sua capacità di comprensione, in anticipo rispetto ad altri, del fenomeno fascista.
Stefano Ghio
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