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IL BARDO, IL DUCA, IL VAGABONDO

Un tuono così dolce

Giovedì 16 gennaio 2025, alle 17.00, presso la Biblioteca comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia si terra l’incontro intitolato Il Bardo, il Duca, il Vagabondo: Un tuono così dolcecon il Dott. Marco Battelli è organizzato da UNIDuevalli Borbera e Scrivia.

Such Sweet Thunder è una delle gemme di Duke Ellington, quindi dell’intera storia del
jazz
, ma anche una gemma abbastanza rara, perché il disco è stato a lungo fuori catalogo anche in America, e in Italia ebbe, a parte sporadiche importazioni, un’unica edizione, molto tempo fa.

Si tratta di una suite, una composizione ad ampio respiro che va oltre il Jazz, é musica contemporanea, legata lungo i suoi dodici momenti da un duplice filo rosso: non soltanto la coerenza stilistica dei suoi due compositori Duke Ellington e Billy Strayhorn, ma anche
una non meno singolare unità d’ispirazione.

L’argomento infatti è nientemeno il genio di William Shakespeare attraverso le sue opere e i suoi
personaggi.

L’occasione per scrivere questa suite così originale è uno spettacolo che l’orchestra di Duke Ellington fa nel ’56allo Shakespeare Festival della cittadina di Stratford nell’Ontario, dove da soli tre anni alcuni appassionati hanno cominciato ad allestire questa rassegna, grazie anche alla disponibilità di alcuni grandi attori, come Alec Guinness che nella prima edizione del ’53 mette in scena Riccardo III e Tutto è bene quello che finisce bene.

 

Ellington e Strayhorn decidono di rimanere al festival per un’intera settimana, dopo il concerto, incontrano studiosi del Bardo, parlano e si confrontano con loro. Billy ama moltissimo le sue opere teatrali, le cita di continuo, qualcuno nell’orchestra lo chiama Shakespeare, e anche nella biblioteca di Duke c’è un’edizione consumata e molto sottolineata.

Ormai la decisione è presa: l’anno successivo torneranno al Festival con una loro suite dedicata a Shakespeare.

L’invito al Festival di Stratford di un musicista della generazione di Duke Ellington sembra rafforzare l’idea che quella musica non sia più «moderna», come lo era stata negli anni Trenta e Quaranta, ma sia diventata in qualche modo un classico, soprattutto sia entrata di diritto nella
cultura “alta”, esattamente come le opere di Shakespeare. Ellington accetta questa legittimazione, ovviamente ne è compiaciuto, ma vuol far capire che l’analogia non è solo superficiale, o una mera occasione.

Nella nota che accompagna il programma dello spettacolo, lo stesso Ellington spiega che né la sua musica né Shakespeare devono essere appannaggio solo di un’élite culturale.

Finezze e sorprese costellano un’opera concettualmente e stilisticamente alta nella quale i personaggi del teatro shakespeariano vengono interpretati dalle voci strumentali dei solisti
dell’orchestra del Duca.

 Successivamente l’opera divenne un balletto d’avanguardia coreografato da Maurice Béjart e
diretto nel 1960 da Joachim-Ernst Berendt per la TV belga e tedesca.

 

Marta Calcagno

 

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