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A ROCCA GRIMALDA UN CARNEVALE D’AUTORE

Invitate speciali le maschere di Tricarico (Matera)

Da Giovanni Sanguineti riceviamo e con grande disponibilità e condivisione pubblichiamo

Il 23 Febbraio 2025 si è svolto il Carnevale di Rocca Grimalda con “La Lachera” e le straordinarie maschere di Tricarico (MT) “L’MASH-KR“; io sono andato al Carnevale a piedi da Ovada come faccio da anni. A Rocca c’è la torre cilindrica del castello e si fanno le “Lasagne in peirbuieira“, ma anche a Tricarico c’è la torre cilindrica Normanna e le “Lasagne cu la muddia“; i costumi delle maschere lucane sono ricche di colori sgargianti come quelle di Rocca.

E io ho fatto un disegno con entrambe le maschere che ho regalato al gruppo Lucano. Arrivederci al Carnevale di Rocca del 2026! Grazie agli organizzatori!

Giovanni Sanguineti

LACHERA: TRA RIBELLIONE AL POTERE E RITI PROPIZIATORI

Ci sono cose, momenti, situazioni con più significati: più si va a fondo, più si scoprono nuovi motivi, ragioni, ideali, uno sovrapposto all’altro. Una di queste è la Lachera, festa di carattere carnevalesco che da secoli si svolge a Rocca Grimalda, in provincia di Alessandria. La base è semplice: una celebrazione del popolo, un’occasione anche per i più poveri per divertirsi, ridere, mangiare ed evadere dalla fatica quotidiana

Scavando più a fondo, emerge una leggenda medievale. Il signore del castello voleva esercitare lo jus primae noctaesu una giovane sposina del paese. I soldati, inviati per eseguire i sui ordini, si erano schierati con il popolo, che aveva marciato per le strade in segno di ribellione.

Da qui le maschere delle Sposoe della Sposa (che ricordano la coppia originale della rivolta) le Damigelle (le amiche-compagne della sposa), due Lacché (servitori, che danno il nome alla manifestazione), i due Zuavi (ricordo dei soldati feudali), i Mulattieri (ricordo dei carrettieri trasportatori di vino, emblema del popolo lavoratore) e il Guerriero (vestito di nero ed armato di spada, simboleggia il castellano: cerca infatti di rovinare il matrimonio, ma viene respinto dagli Zuavi).

Esiste un livello ulteriore. La Lachera sarebbe infatti la versione moderna di un’antica cerimonia propiziatoria, le cui varianti sono presenti in tutta il territorio delle Alpi. A sostegno di questa tesi, diverse prove.

Ad esempio, il sesso dei partecipanti, tutti maschi, a prescindere del ruolo interpretato. La Lachera originale era infatti un rito per la fertilità di campi ed animali: le maschere incarnavano il principio sessuale maschile, capace di fecondare la natura femminile.

La primavera in arrivo, sconfigge l’inverno che sta finendo i suoi giorni. Concetto potenziato dal ruolo principale delle maschere delle Sposo e della Sposa: la coppia che si forma per creare una nuova vita.

La maschera del Buffone: le corna ricordano le antiche divinità agresti, come il greco Pan, il romano Silvano o il celtico Cernunnos. Come la natura, può essere benevolo, con la sua borsa con monete, evocatrice di abbondanza e benessere, o malevolo, attaccando il pubblico.

Simile, la maschera del Trappolino. Il costume a pezze colorate, i sonagli e la maschera, ma soprattutto lo scuriass (sorta di frusta) vogliono sottolineare la sua natura di custode, contro ogni nemico del rito, umano o non. Infine, forse, la questua itinerante.

Nel giorno di Giovedì Grasso un gruppo di maschi andava di cascina in cascina, chiedendo cibo e bevande. Ennesima prova di cerimonia, dove si vuole scacciare il male (l’inverno, la fame, la sterilità della natura) con il suo opposto (il cibo, anche quello “di lusso”, bandiera dell’abbondanza e del benessere per tutti). 

Non a caso, la questua (e l’intera lachera) terminava con un grande falò: rito protettivo per eccellenza, capace ad un tempo di favorire le forze benefiche (il fuoco come portatore di calore e vita) e difendere da quelle malefiche (incarnate dalla notte, sconfitta dalla luce).  Cibo per tutti, la vita che batte la morte: niente male per un Carnevale di paese.

Matteo Clerici

ECCO UN FILMATO D’ARCHIVIO SULLA”LACHREA” DEL 2024

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