“LA VERITÀ DEL FIAMMINGO” DI FERDINANDO SCIUTTO

Dopo una vita serena, di intenso impegno lavorativo come informatore medico scientifico e tanto sport a livello amatoriale, Ferdinando Sciutto nel corso del 2020 diventa uno dei primissimi casi di Covid nel territorio ovadese. Grazie alla benevolenza del Signore riesce a superare anche questa peripezia e durante la lunga quarantena scopre la terapia benefica della scrittura. Da allora ad oggi ha pubblicato ben sei romanzi, in un crescendo di ambientazioni storiche, personaggi tratti dalla realtà, suspance, amore per il territorio della Valle dell’Orba nella quale è nato e tuttora vive. La “Verità del Fiammingo”, settimo dei suoi capolavori, è ulteriore testimonianza della sua intensa maturazione letteraria, una ricognizione a spasso nel tempo che vi terrà con il fiato sospeso fino all’ultima riga.

Ecco come Ferdinando Sciutto ha commentato con noi il suo “viaggio-racconto” oggi in libreria in una intervista di Davide Pietro Boretti

“La verità del Fiammingo” trae spunto dal tuo paese di origine, Castelletto Val d’Orba e ci porta a spasso nel tempo in una vicenda sospesa fra realtà e fantasia

Certamente! Sono nato il 24 marzo di qualche anno fa in via San Sebastiano 12, sotto la torre, nella parte alta del paese di Castelletto Val d’ Orba e per parecchi anni, più volte al giorno, sono passato davanti al portoncino dell’oratorio sede della confraternita di Santa Maria della Purificazione. Per anni l’oratorio è rimasto chiuso ed io, come molti miei concittadini, ignoravamo come potesse essere all’interno. Ho varcato per la prima volta quella soglia qualche anno fa grazie al lavoro di ripristino dei locali svolto di alcuni amici: Aurelio e Paola, miei coscritti e Gianni Dolcino, il nostro concittadino più ferrato nella storia locale. Solo allora ho potuto ammirare quel soffitto, affrescato circa cinque secoli prima: sono rimasto incantato da quei colori che ancora oggi, a distanza tanti anni, continuano ad emanare una luce intensa. Su tutti spiccano il giallo e azzurro, tra l’altro colori molto rari e costosi da realizzare all’epoca, in una macchia cromatica che sfida il tempo. Sono rimasto folgorato, lo ammetto; girovagando nei miei pensieri ho raccolto le idee fino ad immaginare una genesi storica molto particolare per questi affreschi, in parte veritiera, in parte romanzata.

Come ti immagini fosse Castelletto in Val d’Orba all’epoca di Van Dick, il pittore protagonista del tuo romanzo?

Per certi tratti, Castelletto Val d’Orba ha mantenuto ancora oggi intatte le prerogative dell’epoca, soprattutto nell’area antistante il castello, il Borgo della Torniella, oggetto di una importante opera di recupero delle sue caratteristiche architettoniche originali. Passeggiando fra le strette viuzze della Torniella si respira ancora oggi il clima delle epoche medioevali e rinascimentali durante le quali il borgo fortificato era un crocevia fondamentale delle comunicazioni lungo la Valle dell’Orba Selvosa, a quel tempo ancora scarsamente abitata, barriera naturale di separazione fra i vari stati che confinavano lungo il corso del torrente Orba. Di quei tempi si tramandano vicende di contrabbandieri e di briganti, di signorotti e di meravigliose fanciulle, di eventi sacri e profani. Da parte mia ho cercato di ritrarre uno spaccato di quell’epoca, contestualizzarlo nel meraviglioso affresco dell’oratorio sede della confraternita di Santa Maria della Purificazione, arricchendo con la mia fantasia le singole vicende ed i personaggi.

“La verità del Fiammingo” è quindi un punto di partenza per altre nuove vicende che ci vorrai raccontare?

L’emozione che mi ha procurato oltrepassare quel portoncino che per anni ho visto chiuso mi ha spronato a proseguire lungo l’impegnativo percorso letterario che ho avviato da qualche anno a questa parte. Adoro scrivere, portare all’evidenza dei lettori le storie della mia terra, narrare vicende realmente accadute, descrivere persone che hanno rappresentato momenti fondamentali per la mia vita. Nei precedenti romanzi ho già affrontato queste tematiche cercando ogni volta di migliorarmi. Certe emozioni ci aprono la mente, ci stimolano, ci aiutano a metterci in gioco, soprattutto per superare noi stessi. Con questo ultimo viaggio – racconto, tra verità, realtà è fantasia, vorrei prima di tutto rendere omaggio al luogo, il magnifico oratorio, all’autore degli affreschi, al mio paese di Castelletto Val d’Orba ed ai suoi abitanti tutti, quelli che sono, quelli che sono stati e soprattutto, quelli che saranno.

Davide Pietro Boretti

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