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UN’INTERVISTA A CRISTINA PARENTE

Il romanzo di Cristina Parente “La metamorfosi della perfezione” ambientato in una suggestiva Camogli fuori stagione, usando una struttura narrativa a metà tra il romance e il thriller psicologico, affronta temi di grande attualità e rilevanza sociale legati all’universo femminile, come la ricerca di un ideale estetico, incarnato dalle influencer del mondo della moda e dello spettacolo, l’impossibilità di avere figli, l’aborto, la maternità, la competizione tra donne.

L’abbiamo intervistata per L’Inchiostro Fresco in occasione della Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo.

Qual è stato il tuo percorso di avvicinamento alla poesia e alla scrittura?

Ho iniziato a scrivere poesie attorno ai vent’anni, sperimentando diversi generi letterari: racconti, romanzi, fiabe, testi di canzoni, senza mai abbandonare la poesia. La mia prima forma di comunicazione espressiva è stata il disegno, una passione che mi ha portata a diventare pittrice autodidatta e artista dell’ardesia. Per me la scrittura è un moto dell’anima che giunge di soppiatto, un “mondo parallelo” che può incanalare ogni espressione conscia o inconscia, esternare le frustrazioni, il dolore, la gioia, uno schermo sul quale proiettare i sogni per arrivare a una meta di grande soddisfazione personale prima ancora che di riconoscimento pubblico.

La protagonista del tuo libro, Ilenia, è consumata dalla frustrazione di non incarnare un ideale di “perfezione” rappresentato dall’amica Federica. Secondo te la società di oggi tende a imporre alle donne dei modelli di “vita perfetta” ancora troppo stereotipati? E se sì, quali?

Ilenia ricerca l’ideale di perfezione in Federica, sua amica d’infanzia, perché si sente in debito con la vita, a causa dei dolorosi eventi e traumi vissuti nell’infanzia, che l’hanno segnata fino all’età adulta, fino a portarla a un comportamento “borderline” che la fa sentire sulle montagne russe, in bilico tra ragione e follia. Le donne, nella società attuale, ma ormai da parecchi anni, si trovano in una sorta di emulazione delle donne “perfette”, rese tali da ogni tipo di social media, soprattutto virtuale. È così che diventano stereotipi e modelli da imitare, essendo venuti a mancare punti di riferimento, di persone accudenti, che siano genitori, nonni, insegnanti o figure ecclesiastiche.

Tra gli argomenti che abbiamo trattato su 100Mag c’è appunto quello della grande influenza dei modelli veicolati dai social media nel delineare un ideale di “perfezione femminile” soprattutto dal punto di vista estetico. Qual è il tuo punto di vista su questo tema?

Il mito della “perfezione femminile” non nasce con i social media, lo vediamo già raffigurato nelle opere artistiche realizzate nel corso dei secoli. La donna ha sempre incarnato l’ideale della bellezza, della seduzione, della fierezza nei confronti dell’uomo, che ne resta soggiogato. Anche se dal lato opposto, come tutti sappiamo, la donna è stata privata del suo valore, ponendola in una condizione di inferiorità, e lo è tuttora. Da ciò potrebbe scaturire una ribellione a una “schiavitù” perpetuata nel tempo e che ancora non ha fine. L’ideale di perfezione oggigiorno, nella maggior parte dei casi, rimane un’utopia, anche perché nasce dalla non accettazione da parte della donna del proprio corpo, della propria identità, e tocca limiti esasperati quando arriva a reazioni estreme, soprattutto in età adolescenziale. Oggi, venuti a mancare altri punti di riferimento, le donne del mondo della moda, della tv, dello spettacolo in genere, diventano miti spesso utopistici da imitare per raggiungere un’identità sempre più frammentata. Il fallimento che ne deriva crea un circolo vizioso difficile da spezzare, talvolta in condotte di vita ai margini.

Il tuo romanzo è presentato come un “thriller psicologico” e al di là dell’intreccio c’è grande attenzione all’interiorità della tua protagonista. Nei mesi scorsi c’è stato un dibattito molto accesso sul tema del romance e della scrittura femminile che, secondo alcuni, è caratterizzata da un approccio “intimistico”. Dal tuo punto di vista ci sono delle caratteristiche che distinguono la “scrittura femminile” o no?

Il mio romanzo è stato definito un intreccio tra un romance e un thriller psicologico. Le parti intimistiche, racchiuse nei pensieri e nelle azioni di Ilenia, sono ben delineate e danno al romanzo precise caratteristiche di questo genere di scrittura. La protagonista funge da catalizzatore di ogni scena, di intromissione dei vari personaggi, delle emozioni di cui è intriso il libro. Il romanzo, oltre a essere un thriller psicologico, è un romanzo “al femminile” per i vari argomenti trattati, caratteristici dell’universo femminile come l’aborto, l’impossibilità di avere figli, l’adozione, la gelosia, la competizione tra donne, l’uso di armi tipiche della donna per raggirare il maschio, adottando precise armi di seduzione. E non per ultimo per la predominanza di personaggi femminili. Credo che la cosiddetta “scrittura femminile” abbia retaggi nei secoli addietro, soprattutto nell’Ottocento quando i diari che venivano scritti non dovevano essere resi pubblici. Di conseguenza la letteratura al femminile credo sia emersa grazie alla predominanza della donna sul maschio e per la forza e consapevolezza di scrivere senza censura, esprimendosi anche in romanzi di ogni genere.

Andrea Macciò

I CONTENUTI DEL ROMANZO

Ilenia è una donna di circa trent’anni di Camogli. La sua vita è stata sconvolta dalla morte del compagno Fabrizio, apparentemente deceduto precipitando da un sentiero durante una gita con la ragazza sul monte di Portofino. Ilenia sembra aver perso ogni interesse per la vita, l’amore, il sesso, il rapporto con gli altri, è tormentata dalla consapevolezza di non avere figli e sembra sprofondare senza sosta in un abisso legato a incubi e psicofarmaci. Ilenia è angustiata dal confronto con il modello di perfezione che sembra essere rappresentato dalla sua amica di sempre Federica, che ha una figlia, Giada, con il compagno Andrea, è tornata in perfetta forma fisica grazie ad allenamento e palestra dopo la gravidanza, facoltosa, curatissima tanto quanto Ilenia è trascurata a causa della sua depressione, una sorta di donna perfetta per la quale lei sembra provare una fortissima invidia. A un certo punto dal passato emerge una visione inquietante, nella quale durante quella gita fatale al Monte di Portofino Fabrizio avrebbe ammesso di aver tradito Ilenia proprio con l’amica Federica. Incubo o realtà? E la caduta di Fabrizio sarà stata davvero accidentale? (A.M.)

Una breve nota sull’autrice

Cristina Parente vive a Recco, dove ha lavorato per diversi anni come bibliotecaria. Laureata in Lingue e Letterature Straniere e Moderne con la tesi La concezione della donna in Dante Alighieri e in D. G. Rossetti, classificatasi al terzo posto al Premio “Città di Torino” nel 1998.

Pubblicazioni di poesie: Ritratti Poetici (Golden Press, 1997) La vita oltre le nuvole, Le Mani (2010), Tra le vertigini dei miei sogni (Youcanprint, 2011) Urla la vita, nell’opera di Autori Vari Stagioni poetiche, Rupe Mutevole, 2012, Nell’anima una voce (classificatasi al quarto posto nel concorso Opera uno, 2011) e Più piano, più forte, PubMe, collana Versi, 2024.

Pubblicazioni di romanzi: Il rovescio dell’anima (Youcanprint 2015) e La metamorfosi della perfezione (Capponi, 2024).

Al momento l’autrice sta scrivendo il suo terzo e quarto romanzo.

                                               Andrea Macciò

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