Il Comitato “Amici dell’Orba selvosa” incontra l’area protetta regionale Po piemontese

Giovedì 27 marzo 2025, presso la sede del Centro Visite della Riserva Naturale, nel caratteristico Mulino Comunale recentemente ristrutturato di corso Marconi a Bosco Marengo si è tenuto un interessante incontro che ha evidenziato unità di intenti nella promozione, valorizzazione e tutela del Torrente Orba.


All’incontro hanno partecipato la dott.ssa Emanuela Sarzotti, direttrice di Ente Parco, il dott. Andrea Mandarino ricercatore preso Università di Genova, la sindaca di Bosco Marengo, Maria Erminia Zotta, Davide Boretti e Luciana Repetto del Comitato Orba Selvosa. I referenti dell’Area protetta Regionale Po Piemontese, alla quale afferisce la parte di pianura del torrente Orba, hanno dato evidenza dell’importanza dell’area sotto il profilo naturalistico, con grande attenzione alla flora, alla fauna ed a tutto il contesto ambientalistico dell’area. I rappresentanti del Comitato Amici dell’Orba Selvosa hanno percorso i tratti distintivi del cammino dalle sorgenti del Torrente Orba con la relativa storia, arte, tradizione e cultura. Questa sinergia ha permesso di complementare i 70 chilometri del tracciato del torrente Orba in una unica, estesa unità di intenti volta a preservare e soprattutto a trasmettere alle future generazioni un ambiente migliore di quello che abbiamo ereditato.

La Riserva Naturale del Torrente Orba


Il Parco Fluviale del Po (tratto vercellese/alessandrino) e dell’Orba è un Ente strumentale della Regione Piemonte, istituito con legge regionale nel 1990 che gestisce (in piccola parte direttamente e in gran parte indirettamente) un territorio di circa 14.000 ettari, e prende origine dalla Riserva Naturale della Garzaia di Valenza, prima piccola area protetta piemontese istituita lungo il Po nel lontano 1979, su una superficie di soli 240 ettari, a cui nel 1987 si aggiunse la Riserva Naturale della Garzaia di Bosco Marengo, ampliata nel 1989 con la denominazione di Riserva Naturale del Torrente Orba.
Della Riserva Naturale del Torrente Orba fanno parte i comuni di Bosco Marengo, Casalcermelli e Predosa, per una superficie complessiva di circa 250 ettari. Il Parco del Po si impegna a promuovere la conoscenza e la valorizzazione del territorio del Parco del Po e delle sue risorse naturali e culturali, con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale, al benessere delle persone e alla promozione di esperienze di viaggio significative.
Le aree protette sono veri e propri laboratori di ricerca che permettono di acquisire informazioni utili per intervenire adeguatamente nella gestione e nella promozione del territorio avviando iniziative e azioni di risanamento, miglioramento e valorizzazione ambientale.
L’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese svolge infatti specifici studi e indagini e attua numerosi progetti di riqualificazione dell’ambiente anche in collaborazione con varie istituzioni.
La Valle dell’Orba si snoda fra la Liguria e il Piemonte. Il torrente Orba è un corso d’acqua che nasce sul versante ovest del monte Rexia, non lontano dal passo del Faiallo, a circa mille metri di quota, in mezzo ad una faggeta. Dopo un percorso di 68 chilometri confluisce nella Bormida nei pressi di Alessandria dando vita ad un’area protetta di inestimabile valore dove trovano rifugio specie sempre più rare di flora e fauna. L’ultimo tratto del corso del torrente, infatti, tutelato dal Parco Fluviale del Po Piemontese, grazie alla presenza di una riserva naturale speciale di 257 ettari, si sviluppa nel territorio comunale di Predosa, Bosco Marengo e Casal Cermelli. L’area protetta include anche una zona di nidificazione dell’airone cenerino, della nitticora, della garzetta e dell’airone guardabuoi.
La redazione

UNA NOTA DI AMAREZZA

Dopo aver letto questo articolo, rimane l’amarezza data dal non vedere inserito in quest’area naturale il Comune di Capriata d’Orba, dove ad inizio anni duemila, sfruttando la possibilità data dalla coltivazione di una cava in località Gorra, avrebbe potuto nascere un’area naturalistica umida (due laghetti) sul modello della Garzaia di Valenza, per dare ospitalità all’Airone Cinerino, oggi scomparso dalla piana di Capriata.
Gian Battista Cassulo