Le previste “barriere antirumore” da installare lungo la linea ferroviaria in ambito cittadino fanno discutere
Ben volentieri pubblichiamo questa comunicazione a firma del Sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, in risposta alla “lettera aperta” del Dott. Dario Ubaldeschi in merito al passaggio dei treni ad alta velocità sul tratto cittadino della linea storica “Torino – Genova”, che noi de “l’inchiostro fresco” avevamo commentato in un nostro articolo apparso sulla nostra edizione online il 29 marzo scorso. In tale articolo ricordavamo una nostra intervista che facemmo al Dott. Dario Ubaldeschi nel 2003, ove lo stesso Ubaldeschi suggeriva lo spostamento della stazione di Novi Ligure in località Merella, dove è in atto la posa dei nuovi binari della Linea ad Alta Velocità “Genova – Milano”, con un raccordo bypassante Novi (lo shunt) con la linea storica “Torino – Genova”, evitando al Centro storico novese e in genere al concentrico cittadino, i disagi derivanti dal transito di questi nuovi convogli ferroviari.
Ed ecco la lettera del sindaco Rocchino Muliere:
“Mi scuso per il ritardo con il quale rispondo, ma gli impegni, in questo periodo, sono davvero molti. È sempre apprezzabile che si mantenga vivo il dibattito sui grandi temi locali che impattano sul futuro della nostra città. È apprezzabile e preferibile al diffuso disinteresse e per questo ringraziamo il Geom. Dario Ubaldeschi che non ci fa mancare il suo contributo e la sua passione, che è autentica passione per quello che vede come il bene di Novi.
È onesto chiarire subito che la lettera inviata dall’Amministrazione ai vertici del COCIV, a RFI, al Commissario per il Terzo valico non rappresenta un ripensamento sulle scelte che abbiamo fatto in merito al percorso della ferrovia ad Alta capacità/ Alta velocità.
Ci siamo presentati ai cittadini con un programma che confermava la scelta e non la stiamo smentendo. Non è tanto questione che “i giochi siano ormai fatti“, il che peraltro è del tutto vero, stante la complessità di un’opera alla quale non servono certo ulteriori aree di incertezza e di difficoltà.
La questione è che permangono le motivazioni di una scelta di percorso che l’Amministrazione ha ritenuto la migliore per Novi, per poter cogliere tutte le opportunità di sviluppo, per ottenere delle ricadute positive sul territorio e per dare chance al progetto di rilancio dello scalo di San Bovo.
Resta da affrontare, come scrive anche il Geom. Ubaldeschi, il tema del rumore, “se ci sarà e quanto“.
Si tratta di un tema che nel Protocollo del 2017 aveva già un suo percorso segnato: quel tavolo tecnico che il Ministero dell’Ambiente doveva convocare e che – complice il cambio di Amministrazione alla guida del Comune di Novi ed anche i vari cambi succedutisi nella gestione dell’opera – non si è mai insediato.
Sul tema del rumore, della sua misurazione, degli interventi possibili per ridurlo alla fonte (materiale rotabili, velocità, barriere basse attorno ai binari, interventi sugli immobili confinanti con la ferrovia fino ad arrivare alle dimensioni, alle caratteristiche, all’ubicazione delle barriere) si può ancora
intervenire e dobbiamo farlo.
Fin dall’insediamento, a giugno 2023, la nuova Amministrazione e il Sindaco per primo, hanno ripreso le interlocuzioni con il Commissario del Terzo valico, con RFI, con COCIV. Anche la competente Commissione consiliare ha proceduto ad un’audizione e inviato solleciti e richieste.
Ad oggi in verità con poche risposte. Questo ha motivato la nostra ultima presa di posizione, con valutazione di possibili ricorsi anche in sede giudiziaria.
È ben vero che si tratta di una relazione difficoltosa, con più interlocutori e con valori e interessi degni di tutela non sempre facilmente conciliabili tra di loro, quali:
- la tutela della salute e del riposo di chi abita nelle immediate vicinanze della linea ferroviaria,
- gli investimenti necessari per le diverse soluzioni che possono essere adottate,
- l’impatto estetico sulla città, i disagi del periodo di cantierizzazione.
Proprio per questo, e qui ci rivolgiamo non tanto al Geom. Ubaldeschi, ma a chi raccogliendosi attorno a lui si fa, tuttora, paladino di una battaglia contro le soluzioni sinora adottate, auspichiamo un approccio concreto, realistico, consapevole ma anche deciso da parte di tutti, maggioranza e opposizione, per far sentire la nostra voce che, sul tema specifico delle barriere, potrebbe e dovrebbe vederci concordi e quindi più forti.
- Le richieste su cui muoverci insieme dovrebbero essere:
completa e documentata informazione sui livelli di rumore, sul carico di traffico previsto, - sulla velocità di passaggio in città e sulle alternative per attenuare l’impatto acustico.
- eliminazione delle barriere in corrispondenza dei sottopassi viari e pedonali di via Verdi, Viale Saffi, via Mazzini, via Crispi,
- verifica puntuale e condivisione delle caratteristiche delle barriere negli altri tratti di attraversamento, con possibilità di adottare in tutto o in parte soluzioni alternative,
- condivisione di un piano di cantierizzazione che impatti il meno possibile sulla vita cittadina.
Un percorso comune, pur nella differente posizione sul merito dell’opera e del suo tracciato, è un servizio che dobbiamo responsabilmente dare alla città e che auspichiamo trovi il consenso di tutti.
Con i più cordiali saluti.
Il Sindaco della Città di Novi Ligure, Rocchino Muliere
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Ringraziamo il Sindaco per la sua cortese risposta e speriamo ardentemente che venga trovata la migliore soluzione per Novi, lontano da ogni contrapposizione demagogica che ormai non servirebbe a nessuno.
E a tale proposito pubblichiamo nuovamente il reportage che girammo, nove anni or sono, durante il Consiglio comunale del 14 aprile 2016, quando all’ordine del giorno vi era la discussione sullo “Shunt”, dove si sarebbe potuto affrontare l’argomento con la pragmaticità e concretezza del caso, discutendo sulle migliori soluzioni per Novi e invece tutto andò, come suol dirsi, “in caciara” e quella seduta consiliare, della quale oggi sopportiamo le conseguenze, si risolse in un nulla di fatto.
Per quanto ci riguarda, pur rispettando le decisioni che sono state prese, rimaniamo dell’idea che per Novi Ligure sarebbe stato più oculato evitare il passaggio della TAV all’interno della città, perché i treni ad alta velocità per loro natura transitano senza fare fermata altrimenti sarebbero Intercity.
A fronte di ciò, la realizzazione di una nuova stazione nel basso Pieve – che nel nostro articolo, pubblicato nel giugno del 2016 a commento dell’intervista al Dott. Dario Ubaldeschi del 18 maggio di quell’anno, avevamo suggerito di chiamarla “Novi Libarna” – avrebbe potuto rappresentare una fermata anche per i treni ad Alta velocità, perché avrebbe servito non solo Novi, ma anche un comprensorio molto più ampio e con una utenza di natura internazionale quale quella rappresentata dall’utenza dell’Outlet, che oggi, non a caso, rivendica una stazione tutta per sé.
Il tutto, mentre la linea storica “Torino – Genova“, nel tratto “Arquata Scrivia – Novi Ligure – Alessandria” avrebbe potuto proseguire nel suo ormai secolare compito di servizio locale e lo Scalo di San Bovo avrebbe potuto continuare la sua storica funzione, non inserito però nel contesto dell’Alta velocità ma in quello delle attività di retro-porto del sistema portuale ligure oppure di Squadra rialzo, dedicando magari una parte di esso a “Museo ferroviario” o per il restauro e deposito di treni storici!
Gian Battista Cassulo
Ecco il filmato della “seduta chiave” del Consiglio comunale sullo “Shunt” del 14 aprile 2016, dove non fu possibile una concreta discussione e cui esiti li vediamo oggi….