Quello che ho visto ieri, 9 ottobre 2021, su tutti i TG nazionali e non, a proposito delle manifestazioni a Roma, a Milano e nelle altre città grandi o piccole, ma soprattutto a Roma, mi ha richiamato alla memoria ciò che accadde a Genova nel 2001 quando le manifestazioni contro il G8, videro in termini da protagonisti i Black bloc e le Tute bianche che, protestando, distruggevano ogni cosa al loro passaggio
A Genova la lotta era contro una dominazione mondiale che si stava profilando all’orizzonte con una globalizzazione economica che, come sottolineava il Genoa Social Forum, negava quella dei diritti, e della quale oggi tutti noi stiamo scontando le contraddizioni tra delocalizzazioni, bassi salari e sfruttamento dei cosiddetti paesi in via di sviluppo.
Oggi la lotta è quella per la difesa dei diritti individuali contro le multinazionali dei farmaci, viste come una sorta di moderna “Spectre”, tanto per citare un film alla James Bond.
Due popoli in campo dunque, sia a Genova nel 2001, sia oggi nel 2021 nelle varie piazze d’Italia dove, come sempre, a contrapporsi si sono ritrovati da una parte chi difende il diritto dell’individuo e dall’altro chi difende la ragion di stato.
Qualcuno potrebbe (giustamente) obiettare che in questo caso, nel caso della pandemia, il diritto dell’individuo scompare di fronte al pericolo di carattere generale, ed è vero, e questo è il punto cruciale della questione.
Se la pandemia è un mostro contro la quale tutti insieme dobbiamo combattere, perché il Governo non ha voluto attuare quanto previsto dal dettato costituzionale, ma è ricorso all’arma del Green Pass, che sostanzialmente è un atto volontario per sottoporsi alla vaccinazione di massa?
La Costituzione infatti all’art. 32 parla chiaro e cita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposto dal rispetto della persona umana”.
E allora è qui che occorre fare chiarezza: non è forse che gli atti di rivolta ai quali stiamo assistendo (all’interno dei quali si sono inseriti i soliti gruppi di facinorosi di professione da condannare senza se e senza ma), che fanno vedere agli occhi di molti il Green pass come un obbligo travestito da atto volontario, derivino proprio dall’aggiramento del dettato costituzionale? Un aggiramento che induce al sospetto?
Il Presidente della Repubblica, che è il massimo garante della Costituzione, cosa ha da dire a questo proposito?
Gian Battista Cassulo
Membro del Comitato per la Difesa della Costituzione “Edoardo Benvenuto” di Genova