Nelle favole, quelle che si raccontano ai bambini, si narra sempre la vicenda dal punto di vista dei buoni, dipingendo l’antagonista come il cattivo della fiaba e facendo in modo che da subito i lettori abbiano chiaro il punto di vista e il focus sulla storia.
Nel mondo della nutrizione, quasi sempre i “cattivi” sono gli zuccheri, nemici giurati della nostra linea e addirittura del nostro benessere. Per una volta, vorrei ribaltare la situazione e dare la parola a loro, così come ogni tanto nelle storie, non solo le favole, ma anche nelle storie vere, bisognerebbe lasciare al lettore la libertà di essere coinvolto da entrambi i punti di vista e di formarsi una propria, libera, opinione.
Da sempre si tende a bandire nelle diete la presenza degli zuccheri, o comunque a limitarne fortemente l’introito. Molti sperano in un dimagrimento rapido attraverso la riduzione dell’apporto glucidico.
Fondamentale, però, è che gli zuccheri non vadano al di sotto delle nostre esigenze energetiche, dato che proprio da essi traiamo la nostra maggiore fonte di “carburante” per svolgere le attività quotidiane. Alla base della tradizione delle diete low-carb c’è un semplice meccanismo fisiologico messo in atto dal nostro organismo: quando c’è una carenza di zuccheri, il nostro corpo va a demolire i grassi per ricavare energia. In realtà però questo si ottiene ogni qualvolta che si abbassa l’introito calorico rispetto alle esigenze dell’organismo.
Dobbiamo però fare una doverosa distinzione tra zuccheri semplici e complessi. I primi sono quelli contenuti nella frutta, nello zucchero da tavola, nei cosiddetti alimenti dolci e dolcificati, mentre quelli complessi sono contenuti negli amidi, della pasta, del riso e dei farinacei in genere.
Solitamente si punta il dito contro i primi, ritenendoli responsabili di processi infiammatori, nonché pericolosi per la predisposizione all’insorgenza di diabete. Eppure, gli zuccheri da sempre fanno parte dell’alimentazione tradizionale, in particolare la frutta è sempre stata parte integrante della dieta mediterranea e della dieta “rurale”. Gli zuccheri semplici possono essere consumati da tutti, con alcuni piccoli accorgimenti, tra cui evitare di associare pasti ricchi di zuccheri semplici e complessi o aggiungere troppi zuccheri agli alimenti che ne sono già tradizionalmente ricchi.
L’ideale sarebbe consumare tra tre e cinque porzioni di frutta al giorno, meglio se dissociati dai pasti principali ed evitare o ridurre gli zuccheri aggiunti a caffè e bevande.
C’erano una volta gli zuccheri
Gli “zuccheri” della frutta (fruttosio tra l’altro) non si possono comparare lontanamente allo zucchero da tavola o dolci. Quelli sono CHIMICI: è di quelli che il nostro organismo non ha assolutamente bisogno! Non contengono nutrienti e solo alzano il tasso glicemico e si trasformano immediatamente in grassi. Abbiamo vissuto millenni senza lo zucchero “da tavola” di napoleonica memoria. Banditelo e vivrete meglio e starete alla larga dal diabete e cose simili. I cibi naturali contengono tutte i nutrienti di cui necessitiamo senza aggiunta di bustine o zollette che tra l’altro creano dipendenza e ci fanno assumere ancora più zucchero. Lo zucchero (da tavola) è il lupo cattivo travestito da nonnetta “dolce” e gentile!