IL COGNOME DEL PADRE NON SARÀ PIÙ AUTOMATICO

Il figlio assumerà il cognome di entrambi i genitori salvo diverso accordo

Non sono trascorse neppure 24 ore dalla sentenza della Corte Costituzionale, che già il Tribunale di Pesaro ha assegnato ad una bambina il cognome della madre nonostante il “no” del padre (Fonte: Il Secolo XIX del 30 aprile 2022). E così, primo caso in Italia, nello stato civile del comune, sarà registrato accanto al cognome del padre della bambina, anche quello della madre. Certo è che con la recentissima decisione della Consulta, molto probabilmente assisteremo nei tribunali a numerosissime cause in merito. Per saperne di più, abbiamo chiesta all’Avv. Fabiana Rovegno, che su queste pagine cura la rubrica “Dalla vostra parte” lumi sulla nuova normativa. La redazione  

Negli ultimi giorni non si parla d’altro, da quando l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte Costituzionale ha emesso un comunicato in cui ha annunciato una sentenza destinata ad essere ritenuta storica. La Consulta ha infatti dichiarato illegittime le norme che regolano l’attribuzione del cognome ai figli. Finora era già possibile l’attribuzione del doppio cognome. Si rammenta che già nel 2016 la Corte Costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità delle disposizioni relative al cognome nella parte in cui non consentivano ai genitori, che ne facessero concorde richiesta al momento della nascita, di attribuire al figlio anche il cognome della madre.  

Qual è quindi la novità?

La nuova regola espressa nella sentenza è che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due.

E se i genitori non si accordano sull’ordine di attribuzione del cognome?

Sarà possibile l’intervento del giudice, come precisato anche nel comunicato della Corte. 

Cosa succederà ora?

La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane e sarà compito del legislatore regolare le disposizioni in conformità a quanto disposto nella decisione della Consulta.

Avv. Fabiana Rovegno

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