LE IMMAGINI DI MAURIZIO COPPOLECCHIA IN MOSTRA A PAVIA FINO AL 2 OTTOBRE
Per Inchiostro Fresco abbiamo visitato “2009 Luna Park dell’anima – Coney Island Brooklyn”, la mostra a cura di Giovanna Fiorenza e Roberto Mutti in programma al Palazzo del Broletto di Pavia dal 2 luglio al 2 ottobre 2022 e realizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Pavia, raccoglie 52 fotografie di vari formati e stampate su diversi supporti che raccontano uno dei luoghi più iconici di Ney York, lo storico Luna Park di Coney Island, a sud di Brooklyn, a poco meno di un’ora da Manhattan
Una mostra dal grande impatto emotivo voluta da Mariangela Singali Calisti, Assessore alla Cultura, che da subito ha sposato il progetto: “Abbiamo voluto creare un dialogo tra le forti suggestioni artistiche ed emotive della mostra di Maurizio Coppolecchia e l’offerta artistica de ‘La città come palcoscenico’, il cartellone che l’Amministrazione organizza per i mesi estivi con appuntamenti di musica, arte, teatro e cinema”.
A Coney Island nel 1903 è stato coniato il termine “luna park” per identificare un parco dedicato ai divertimenti per adulti e bambini, entrato poi nell’uso comune anche in Italia.
Un luogo profondamente radicato nell’immaginario americano, al quale Woody Allen ha dedicato un film, fotografato da Diane Arbus, considerato dal poeta della beat generation Lawrence Ferlinghetti “un luogo della mente”.
Qua è stato inventato l’hot dog, e qua domina l’estetica della pop art, con i suoi colori sgargianti: un luogo “simbolo” della cultura americana e dell’immaginario che sulla stessa è stato costruito in Europa.
Un luogo “irreale” nel quale il tempo è sospeso e le differenze sociali e culturali delle persone che le frequentano sembrano sfumare “anche solo per un giro di giostra” come afferma in un saggio contenuto nel catalogo Valeria Cerabolini, in un perfetto melting pot etnico, sociale e culturale.
Un luogo così iperreale da risultare di fatto irreale.
Il viaggio fotografico di Maurizio Coppolecchia ci trasporta in una Coney Island del 2009, ormai lontana dai tempi nei quali era davvero il tempio del divertimento americano.
Le immagini restituiscono perfettamente il senso di velata malinconia che comunicano i luoghi del divertimento “forzato” come appunto sono i luna park, acuito dal degrado lento e inesorabile delle architetture.
Un luogo che molto promette, ma che non restituisce altro che un divertimento effimero.
Vediamo muri cadenti e luoghi abbandonati, ma anche scritte sgargianti in caratteri da fumetto, vediamo i ritratti di chi ha fatto del divertimento degli altri un lavoro, come la ragazza dai capelli rossi assorta e malinconica, al lavoro in uno stand dove con tutta probabilità si vende “junk food” e le opere di street art e graffitismo che caratterizzano i muri del Luna Park dell’anima.
Quella di Coppolecchia è “un’estetica dell’abbandono” come afferma nell’introduzione al catalogo Roberto Mutti, che comunica con grande efficacia il fascino dei luoghi decadenti e semi-abbandonati, che sembrano abitati dai fantasmi dei fasti del passato.
L’aspetto particolarmente originale della mostra di Coppolecchia, rispetto ad altre esposizioni dedicate alla ricerca fotografica sui luoghi abbandonati, è l’uso del colore, un colore volutamente iperreale, brillante e saturo che interpreta al meglio l’estetica della pop art che caratterizza il “luna park dell’anima” di Coney Island.
L’autore è fotografo, regista, produttore, pubblicista, ed ha lavorato con Paolo Sorrentino alla produzione del film “Il Divo” sulla vita di Giulio Andreotti.
Da alcuni anni si dedica esclusivamente alla fotografia e nel 2020 ha partecipato al “Milano Photo Festival”.
Per trovare l’estetica un po’ kitsch della Pop Art e il fascino sottile e iperrealista dei non luoghi non è necessario recarsi fino a Coney Island: anche in Italia questi non luoghi del commercio e del divertimento caratterizzati da uno stile analogo abbondano, anche nelle nostre zone. Ad esempio, tutta l’area attorno alla città di Alessandria è caratterizzata da centri commerciali nei quali ritroviamo estetiche e architetture non dissimili da quelle immortalate da Coppolella.
Un’estetica simile caratterizza anche il centro commerciale La Fiumara a Genova e l’Outlet di Serravalle Scrivia, non a caso organizzato come una “città del divertimento” estranea dal punto di vista architettonico alle caratteristiche delle aree limitrofe.
Una mostra di grande interesse per l’alta qualità delle immagini e la scelta di portare avanti la propria ricerca artistica non con lo scontato bianco e nero, ma con la difficile scelta del colore ipersaturo tipico della pop art.
All’interno delle iniziative collaterali alla mostra, sabato 10 settembre alle ore 18 si terrà la conferenza “Pop Art tra fotografia e architettura” con la partecipazione di Francesca Alfano Miglietti, curatrice e storica dell’arte, Monica Mazzolani, architetta e docente, Roberto Mutti, giornalista e storico della fotografia, e Maurizio Coppolecchia.
Andrea Macciò