Il tradizionale evento estivo dalle radici centenarie era ripartito nel 2012, dopo anni di assenza, grazie ad un affiatato gruppo di giovani volenterosi supportati dalla Confraternita dell’Assunta
La Valle Pònzema torna ad ospitare la tradizionale festa campestre del Ramèe dopo un’interruzione biennale, imposta dalle restrizioni legate alla pandemia.
I festeggiamenti si svolgeranno per ben tre giorni consecutivi, da venerdì 19 a domenica 21 agosto, durante i quali sarà possibile gustare frugali specialità locali dal sapore tipicamente agreste quali l’inebriante baccalà in pastella, le frittelle liguri dolci e salate, le focaccine fritte con diverse sfiziose farciture e altre preparazioni classificabili tra il cosiddetto cibo di strada che però, consumate nel contesto di una festa dalle radici rurali ed antiche come quella del Ramèe, regalano sensazioni uniche.
Il programma dei festeggiamenti prevede, per la parte religiosa, la celebrazione nella piccola Cappella Regina Pacis della Santa Messa il sabato mattina alle 11.30 e la domenica sera alle 20.30 la recita del Santo Rosario.
La cappella del Ramée dedicata alla Madonna Regina della Pace fu costruita nella prima metà del secolo scorso per sostituire il vecchio pilone votivo, eretto molto tempo prima, che, dal giorno della realizzazione della strada tracciata dai “prigionieri austriaci”, ancora oggi si trova nascosto ai passanti sul limitare esterno del sentiero sottostante che segue il corso del torrente Ponzema, di cui la valle prende il nome.
Si tratta di una piccola edicola sulla quale era dipinta con umile fede una Madonna con il Bambino. La piccola chiesa campestre fu realizzata grazie alla collaborazione dei contadini residenti nelle molte cascine della Valle Ponzema ed edificata su un terreno donato in parte dall’Oratorio di N.S. Assunta ed in parte da Giovanni Pastorino detto “Giuan” a quel tempo residente nella limitrofa cascina Fornaciazza, su un progetto dell’artista Campese Giò Battista Crispi (1907 – 1981) che ne curò personalmente anche le modeste decorazioni interne.
Giacomo Piombo