4 Novembre: La commemorazione della “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”
Oggi, 4 novembre 2022 a Novi Ligure presso i Giardini pubblici di Piazzale Partigiani si è svolta la commemorazione commemorazione della “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”
Noi de “l’inchiostro fresco” vogliamo onorare il 4 Novembre, data significativa per la nostra storia comune, riproducendo qui di seguito una serie di articoli che pubblicammo in un inserto de “l’inchiostro freso” del 2014 in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, per ricordare la figura del Cap. Pietro Cassulo, di Capriata d’Orba (Al), caduto sul Monte Pasubio, in una durissima battaglia combattuta tra le cime del “Dente Austriaco” e del “Dente Italiano”, dove, a 2206 metri d’altezza, vie erano posizionati pezzi di grosso calibro dei due eserciti contrapposti.
Ecco gli articoli che pubblicammo su una nostra edizione de “l’inchiostro fresco”, nel febbraio del 2014, nell’inserto sul centenario della Prima Guerra Mondiale
La redazione
LA GRANDE GUERRA
La Prima Guerra Mondiale, la “Grande Guerra”, di cui quest’anno ricorre il centesimo anniversario dell’inizio delle belligeranze, coinvolse quasi tutte le potenze mondiali dell’epoca, anche se il teatro del conflitto praticamente fu l’Europa. La scintilla delle ostilità fu l’attentato Sarajevo del 28 giugno 1914, quando lo studente serbo Gavrilo Princip, 19 anni, uccise l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero austro-ungarico, e sua moglie, mentre erano in visita di stato in Serbia. La Serbia tentò una mediazione con gli Asburgo, che però fallì e il 28 luglio la voce passò ai cannoni che ruppero l’equilibrio diplomatico della Restaurazione scaturita, dopo la fine dell’età napoleonica, dal Congresso di Vienna del 1815.
Il Ballo Excelsior musicato dal novese Romualdo Marenco, animava le notti parigine. La “Belle Epoque” faceva da sfondo ad un periodo di grande sviluppo economico, segnato da invenzioni che avrebbero cambiato il mondo e gli stili di vita dell’umanità, generando nuovo benessere ma anche grandi diseguaglianze sociali. L’illuminazione elettrica, l’automobile, il cinema, il telefono, la radio, per non parlare grandi dorsali ferroviarie e dei trafori che praticamente realizzate nella seconda metà dell’Ottocento, i progressi nella scienza medica, stavano dando agli uomini un’idea di onnipotenza e il Vecchio Continente sentiva di avere nuovamente in pugno la leadership mondiale oscurata dal “Nuovo Mondo”.
L’attentato di Sarajevo, però, scatenò un cortocircuito tra i grandi stati nazionali che all’improvviso dimenticarono gli insegnamenti di Immanuel Kant, che nella sua “Pace perpetua” vedeva l’Europa fondata su un federalismo di stati liberi..
La Grande Guerra scoppia nella sua tragicità, in questo contesto, travolgendo tutto, anche le popolazioni civili, che per la prima volta furono direttamente coinvolte nelle operazioni belliche, mostruose per le nuove armi impiegate, anche chimiche, per mare, per cielo, per terra, che trasformarono l’Europa in un enorme cimitero. Più di otto milioni furono i morti oltre ventuno milioni i feriti e gli eserciti che si fronteggiarono mobilitarono ben sessantacinque milioni di soldati, mentre tra la popolazione civile si contarono sette milioni di vittime.
Una carneficina che portò gli storici a coniare il termine “Generazione perduta”, per definire quegli eventi che sul piano politico sancirono il predominio degli Stati Uniti sul mondo.
Gian Battista Cassulo
Ed ecco qui di seguito il ricordo del valoroso Cap. Pietro Cassulo di Capriata d’Orba (Al)
L’ultima lettera che il Cap. Pietro Cassulo scrisse al fratello, prima di raggiungere a cavallo il suo reggimento, benché fosse esentato dal rientro in prima linea perché ancora convalescente da una ferita riportata in un precedente scontro
Caro fratello
Sono ieri partito da Padova alle ore 7 e dopo otto ore di ferrovia sono giunto a Cividale dove ho saputo che oggi il mio Reggimento avrebbe fatto un attacco decisivo alle posizioni nemiche. Sono partito a cavallo per correre a condividere la sorte dei miei bravi colleghi. Sono giunto dopo una cavalcata di cinque ore alle 22. Anche i reparti di seconda linea si erano già spostati: ora li raggiungo e stasera o domani sarò con essi all’azione. Sto bene, essendo perfettamente guarito dalla ferita (alla gamba). Bene sperando e bene a te augurando di salute. Un forte abbraccio il tuo affettuosissimo
Pierino – 18/10/1915
Ed ecco la lettera del Ten. Col. Marchiori con la quale viene comunicata alla famiglia la valorosa morte del Cap. Pietro Cassulo
Dal Comando 218° Reggimento Fanteria – Egregia Famiglia Cassulo
Da poco al comando del reggimento, le mando le notizie che ho raccolto sul valoroso capitano Cassulo, bravo ufficiale del mio Reggimento. È stato sepolto sul Monte Pasubio in una fossa dalla pietà e dal valore dei soldati sotto il fuoco violento del nemico. Nella fossa sono altri due ufficiali colpiti dalla stessa granata. Tre croci ne segnano il sito. Perché rimanga dopo la guerra il nome di qualcuno che fu presente alla pietosa cerimonia, le segnalo il Ten. Marcelliti Guido di Trassacco (L’Aquila), Sergente Cesarini Giuseppe di Magione (PG).
La prego presentare alla desolata famiglia l’espressione della mia più viva ed affettuosa devozione.
Con ossequio Marchiori – Ten. Col. Comandante del 218° Reg. Fanteria – 30 luglio 1916