LA STORIA DEL 41/BIS OVVERO LA STORIA DEL “CARCERE DURO”

Il 41/bis che introduce il “Carcere duro” nasce con la legge Gozzini il 10 ottobre 1986 con un’ampia maggioranza del Parlamento e il solo voto contrario del MSI

Il 41/Bis trova le sue origini nella cosiddetta legge Gozzini del 10 ottobre 1986 (n. 663), quando il Senatore Mario Gozzini (1920 – 1999) eletto nel 1976 nelle liste del PCI – passato poi negli anni Ottanta nella Sinistra indipendente – del riordino del sistema carcerario.

Tale legge sostanzialmente modificava la precedente legge del 26 luglio del 1975 n. 354, tuttora vigente, nata per adeguare la vita negli Istituti di pena al principio costituzionale del reinserimento sociale dei condannati (Artt. 27 e 32 della Costituzione), fu varata quando Presidente della Repubblica era Giovanni Leone, Presidente del Consiglio dei Ministri era Aldo Moro (DC) e Ministro di Grazia e Giustizia, Oronzo Reale (PRI).

La legge Gozzini, che di fatto modificava attraverso l’Art. 41/bis l’ordinamento carcerario italiano passò con un ampio consenso i Parlamento e l’unica voce che cantò fuori dal coro fu quella del MSI, che votò contro tale trattamento carcerario che passerà alla storia come “carcere duro”.

La legge in pratica era composta da un solo comma con il quale si attribuiva al Ministero della giustizia, per motivi di ordine e sicurezza, la possibilità di sospendere dalle normali regole di trattamento gli internati in caso di rivolta o di gravi situazioni di emergenza.  E questo comma andava ad integrare l’art. 14 bis, sempre introdotto dalla legge Gozzini, che prevedeva all’interno del sistema carcerario, un “sistema di sorveglianza particolare”.

All’atto del varo della legge Gozzini il Presidente della Repubblica era Francesco Cossiga, il Presidente del Consiglio dei Ministri era Battino Craxi (PSI) e Ministro di Grazia e Giustizia era l’On. Virginio Rognoni (DC).

L’8 giugno 1992, sull’onda emozionale della “Strage di Capaci” (23 maggio 1992) in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone, fu approvato il decreto – legge n. 306, convertito poi in legge n. 356, il 7 agosto 1992 che in pratica aumentava la capacità del Ministero di Giustizia di sospendere in tutto o in parte le normali regole per i detenuti quando questi venivano riconosciuti colpevoli di taluni delitti in materia di ordine e sicurezza.

Nel 1992 il Presidente della Repubblica era Oscar Luigi Scalfaro, il Presidente del Consiglio dei Ministri era Giulio Andreotti (DC) e Ministro di Grazia e Giustizia era l’On. Claudio Martelli (PSI).

Questa breve cronistoria sul 41/bis, si conclude il 24 maggio 2002 quando il governo Berlusconi deliberò un disegno di legge sul 4 bis e 41 bis, tradotto poi in legge n. 279 il 23 dicembre 2002 che rendeva il “carcere duro” stabilmente presente nell’ordinamento carcerario, anche se nel 2009 con legge n. 94 del 15 luglio 2009 ha ridotto i termini temporali di questo trattamento a quattro anni con due proroghe di due anni cadauna.

Gian Battista Cassulo

Nel nostro Paese al 2022, su 56 mila detenuti, l’1,3% è in regime di 41/bis, ovvero 716 detenuti maschi e 12 donne. La capienza massime delle carceri italiane è fissata in 50.835 unità. Il sovraffollamento nelle nostre carceri ha portato nel solo 2022 a 84 suicidi di detenuti (ultimi due Ministri della Giustizia sono stati Alfonso Bonafede, Movimento 5 Stelle, in carica dal 2018 al 2019 e Marta Cartabia, indipendente, in carica dal 2021 al 2022. Attualmente è in carica il Ministro Carlo Nordio da circa tre mesi)

Nella foto di copertina il carcere de L’Aquila dove son ospitati in maggior numero i detenuti in regime di 41/bis.

Nella foto sotto il titolo: Il murales dal titolo “La scritta che buca” che è stato inaugurato nel giugno del 2021 alla casa circondariale Mario Gozzini di Firenze proposto dall’assessore alle politiche giovanili Cosimo Guccione e del presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni

2 Replies to “LA STORIA DEL 41/BIS OVVERO LA STORIA DEL “CARCERE DURO”

  1. Grazie, le informazioni in merito non sono mai troppe, forse qualcuno si è dimenticato come è nato il 41 bis. Meglio tutti rinfrescarsi la memoria.
    Chi è rimasto a fare queste battaglie, dopo Pannella e Bonino? Antigone e i blog come il vostro. È una fake news o il ministro Salvini vuole riaprire i manicomi? Forse si illude di metterci i disperati ribelli delle carceri e i migranti senza permesso di soggiorno… Tanto i veri folli sono già sistemati dall’ assurda gestione dei TSO negli SPDC italiani, dei servizi psichiatrici semintensivi, intermedi sul territorio, fallita ormai da gran tempo la 180 di Ongaro Basaglia, nonostante il disperato centenario dalla nascita di colui che s’è illuso che la Psichiatria potesse andare oltre la gestione dei pazienti a colpi di DSM IV o V. Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate… Il nostro ghibellin fuggiasco Dante sapeva tutto prima che accadesse… Chi glielo dice a Bonafede, Cartabia, Nordio e &?!
    Non ho sito web a disposizione, sono solo un privato cittadino, anzi cittadina senza blog, con gli occhi ben aperti sul passato, presente e futuro… Non avete una newsletter cui fare riferimento?
    Margherita Ferrara

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