PONTE MORANDI

Il 14 agosto ricorre l’anniversario del “crollo” del Morandi avvenuto il 14 agosto del 2018, quando la stragrande maggioranza era già in vacanza e le ditte, e quindi il grande traffico commerciale, erano chiuse per ferie

Come si legge su “Il Secolo XIX” di oggi (mercoledì 9 agosto 2023) da domenica 13 agosto inizieranno, con musica, danze, camminate e discorsi vari, le commemorazioni per il “crollo” del Morandi

Ci saranno Salvini, Toti, Bucci, Rixi, la Possetti, certamente crediamo ci saranno Renzo Piano e tutti quelli che hanno contribuito alla ricostruzione del viadotto sul Polcevera, i sindacati e quant’altro. Insomma saranno tutti a stringersi sul palco, quasi a spintonarsi, per “esserci”, per “apparire”.

Peccato però che sino ad oggi nessuno ci abbia detto chi ha pagato la ricostruzione di quest’opera, quanto è costata alle casse dei contribuenti, chi ora l’ha in gestione e ne percepisce i pedaggi.

E cosa ancor più grave è che sino ad oggi non si sa ancora chi sia il colpevole del “crollo” del Morandi, anche perché l’allora Procuratore della Repubblica incaricato delle indagini, Francesco Cozzi, a suo tempo ha imbastito un maxi processo che molto probabilmente terminerà con una prescrizione, visti i tempi lunghi del dibattimento, o al massimo potrebbe terminare con la condanna di un manovale che in quei giorni passava di lì per caso.

E i Benetton ( che fecero un affare d’oro ai tempi del Governo D’Alema, con l’acquisizione della società Autostrade dal gruppo IRI), che il giorno del Crollo, come si legge sui giornali dell’epoca, erano indecisi se fare o non fare la loro solita grigliata ferragostana, non hanno nessuna colpa?

Teniamo comunque sempre presente che quando l’Ing. Morandi progettò il “suo” ponte, non vi erano i Tir, i suv, i trasporti eccezionali e i new jersey (che pesano tonnellate), ma c’erano le Cinquecento, le Seicento, qualche Alfa Romeo e Lancia, e i camion erano col rimorchio!

Se nei giorni della commemorazione, dove i discorsi con la “lacrima all’occhio” si consumeranno a ripetizione, non ci fosse nessuno ma solo “loro“, sarebbe un gran segno di civiltà!!!

Noi dell’inchiostro fresco ci associamo veramente al dolore delle 43 famiglie che il 14 agosto del 2018 hanno perso i loro cari in una tragedia che poi la storia saprà, chissà tra quanto, raccontarci!

Gian Battista Cassulo

UNA PRIMA RICERCA STORICA

Quando i Benetton acquisirono a debito Autostrade con l’avallo di Prodi, Draghi e D’Alema

Questo articolo è un estratto del post scritto da Giuseppe Oddo sul suo blog. Qui la versione integrale.

Un affare d’oro realizzato dalla famiglia Benetton durante il governo D’Alema. L’acquisizione della società Autostrade dal gruppo Iri, tornata tristemente d’attualità dopo il crollo del ponte “Morandi” a Genova il 14 agosto 2018, è stata l’operazione più lucrosa mai realizzato da Edizione, la cassaforte finanziaria della famiglia imprenditoriale di Ponzano Veneto.

I particolari dell’acquisizione sono descritti in modo sintetico nell’Analisi trimestrale dei bilanci di R&S-Il Sole 24 Ore del 24 dicembre 2009, la pagina dedicata ai conti dei grandi gruppi quotati in Borsa. La fonte dei dati è dunque la società di studi e ricerche di Mediobanca.

L’acquisizione avvenne tramite una scatola finanziaria appositamente costituita, Schemaventotto. Per aggiudicarsi il 30% di Autostrade, Edizione nel 2000 investì attraverso Schemaventotto 2,5 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi di mezzi propri e 1,2 miliardi presi a prestito.

Il secondo passaggio avvenne nel 2003, quando un altro veicolo finanziario controllato da Schemaventotto, denominato NewCo28, rilevò con un’Opa il 54% di Autostrade per 6,5 miliardi. In tal modo NewCo28 incorporò Autostrade scaricandole il debito che aveva contratto per finanziare l’Offerta.

Per i Benetton l’operazione si chiuse a costo zero. Schemaventotto tra il 2000 e il 2009 prelevò infatti da Autostrade 1,4 miliardi di dividendi, tutti generati da utili, e ne collocò in Borsa il 12% con un incasso di altri 1,2 miliardi. Il ricavato totale fu di 2,6 miliardi di euro.

I Benetton sono pertanto rientrati dal debito, hanno recuperato i mezzi propri investiti, e la loro partecipazione nella società vale oggi svariati miliardi. Dal canto suo Autostrade, nonostante l’elevata esposizione finanziaria, continua ad avere una forte redditività e a generare profitti in misura superiore ai dividendi.

La privatizzazione di Autostrade, ossia il trasferimento di un monopolio naturale in mani private realizzato dalla maggioranza di centro-sinistra, porta su di sé il marchio di Romano ProdiCarlo Azeglio Ciampi, Mario Draghi e Massimo D’Alema.

Il processo di privatizzazione maturò durante il primo governo Prodi e proseguì e si concluse senza soluzione di continuità con il governo D’Alema, con Ciampi ministro del Tesoro di entrambi gli esecutivi, Draghi direttore generale e Gian Maria Gros-Pietro presidente dell’Iri.

Fonte: business insider Italia –Giuseppe Oddo 21 agosto 2018

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