Ecco come appare Via Girardengo di Novi Ligure in un giorno qualsiasi
Il nostro Umberto Cecchetto questo pomeriggio (sabato 9 marzo 2024) si è avventurato in quella che un tempo era la via dello shopping cittadino e ha trovato una sequela di vetrine vuote e di serrande abbassate
Una desolazione che lo ha accompagnato in questa mesta promenade, in un giorno tra l’altro prefestivo, quando la gente ai tempi d’oro usciva per gli acquisti e per incontrarsi. Solo alcuni prestigiosi negozi resistono grazie al loro nome, Ma per quanto?
Tutta la rete commerciale novese è infatti crisi e la colpa è in primo luogo dell’Outlet che sciaguratamente è stato allocato in località Praga e Praghetta, verso Serravalle, mentre lo si sarebbe potuto ospitare sulle aree dell’ex Ilva, dove avrebbe preferito ubicarsi e dove avrebbe creato continuità urbanistica con Novi Ligure, la qual cosa certamente avrebbe giovato a tutti.
Con la deprecabile scelta di mandare l’Outlet su aree rurali, fuori da ogni contesto urbano, sbancando intere colline, oggi i numerosi turisti/consumatori che scendono alla stazione ferroviaria novese non si soffermano nemmeno per un attimo in città perché sono raccolti da un apposito autobus e trasportati verso Serravalle, lasciando così a bocca asciutta Novi!
In secondo luogo il commercio novese e la città sono in crisi perché è la città stessa ad essere inospitale, tra strade dissestate, marciapiedi impraticabili, verde urbano incolto nonostante gli sforzi dei pochi giardinieri comunali, il tutto immerso in un panorama urbano sconsolatamente disadorno.
Anche in altre città vicine a Novi la situazione per i piccoli negozi non è rosea, ma a Novi la questione è più grave perché gli amministratori pubblici degli anni Novanta avevano prefigurato l’arrivo dell’Outlet come il “volano del commercio novese”, cosa che evidentemente non è stata come lo si vede dalla lunga teoria di vetrine spente!
Un fallimento dunque e in primo luogo il fallimento di quella intera classe politica!
Gian Battista Cassulo
In primis la causa è la crisi globale, internet , ricordando non per ultimo il periodo epidemico covid-19 e seguenti. Ma il più grande errore per il commercio in genere e soprattutto del centro, probabilmente e volutamente configurato, è stato nel far aprire centri commerciali che stringono strategicamente la zona e tutti i quartieri. Non ci voleva un genio per prevedere l’inestimabile danno, che poi ovviamente si è visto. L’Outlet danno per il tessile e i centri commerciali danno per tutti gli altri settori. Chi semina male non avrà mai un buon raccolto. Con le tassazioni agevolate ai negozi stranieri e i centri commerciali con agevolazioni edilizie e non solo, questi ultimi non lasceranno spazio e non nasceranno più altri negozi con settori similari, se non con cospicui investimenti, oggi quasi proibitivi e rischiosi. Non vado oltre o si potrebbe sfociare nella politica … e complimenti per il servizio fotografico dove ha contribuito all’ informazione. Spiace umanamente vedere “sul campo i gloriosi caduti e la continuazione di apertura. Ma questa, piace o non piace, è la pura e amara verità. Con la speranza in un rinnovo sul piano commerciale cittadino, considerando la presente come un’umile e costruttiva opinione, Cordialmente saluto .