Oggi su “La Stampa” (domenica 15 settembre 2019) a pag. 7 c’è un articolo titolato: “I Benetton: basta garantismo. Primi dubbi sugli alti dirigenti”.
Nell’articolo in questione, con molto tatto Marco Menduni, che firma il pezzo, ci presenta una famiglia, quella dei Benetton, assalita e tormentata dai dubbi, sull’onda dei quali inizia ad interrogarsi sui suoi manager.
Accidenti se ce ne ha messo la famiglia Benetton a capirla. Hanno compreso quello che noi gente tapina l’avevamo, non solo intuito, ma documentato già da un bel pezzo, come si vede nei filmati che vi riproponiamo qui sotto e già messi in rete sin dallo scorso anno.
Ovvero i Benetton hanno finalmente percepito quello che noi già da tempo andiamo dicendo, anche se non siamo manager, ma solamente poveri cristi, gli ultimi degli ultimi, quelli che insomma, in questa repubblica ormai ridotta ad una monarchia di tipo feudale, non contiamo più nulla.
Nemmeno con il voto che ormai ci viene negato mentre i nuovi Signori se ne stanno asserragliati nei loro palazzi, dopo essersi impossessati di quello che un tempo era roba nostra, roba dello Stato, quando ancora esisteva la Repubblica Italiana.
In pratica dall’articolo di Menduni traspare l’immagine di una famiglia piena di dubbi, che si sente tradita dai suoi manager nei quali riponeva la più grande fiducia e ai quali praticamente aveva dato carta bianca per gestire la “sua” rete auto stradale.
Come mai di questo i Benetton non ne hanno parlato durante la loro tradizionale grigliata di ferragosto che hanno consumato, a famiglia riunita, proprio il giorno dopo del crollo Morandi?
Eppure, tra una portata e l’altra, ne avrebbero avuto tutto il tempo, anche se al party c’erano più di novanta invitati, come si legge su “Affari italiani.it” del 18 agosto 2018 in un articolo a firma di Marco Zonetti titolato “Crollo Genova, Benetton: festa e grigliata a Cortina il giorno dopo la strage”.
Personalmente, da “meschinetto” quale sono, o meglio, da suddito di questa nuova monarchia assoluta, credo che stiamo assistendo all’inizio del solito balletto di scambio di responsabilità, dove alla fine sbatteranno in galera il primo geometra che cadrà a tiro. Magari uno che volevano licenziare e che ora capita a fagiolo per dire “Arrestatelo, è lui il colpevole!!!!”.
Se io fossi il Procuratore della Repubblica di Genova, ai Benetton applicherei il cosiddetto “Modello Lega”, attuato tra l’altro dalla stessa Procura.
Ovvero, così come alla Lega è stato posto sotto sequestro tutto il suo patrimonio ammontante a 49 milioni di Euro a fronte di una malversazione di 600 mila Euro e ad un investimento di due milioni di Euro non ritenuto congruo ai dettami del finanziamento pubblico ai partiti, così ai Benetton la Procura dovrebbe sequestrare l’intero patrimonio sul quale un domani avvalersene in sede penale e civile.
Se è stato fatto per la Lega, dove in ballo vi erano solo soldi, perché cosa analoga non viene fatta per i Benetton dove oltre che ai soldi e alla sicurezza di milioni di cittadini, pardon sudditi, vi sono anche 43 morti che chiedono giustizia?
Gian Battista Cassulo .
Dicono che non sapevano? Guardate un po’ questi filmati.
Non parlano forse sin troppo chiaro?
- – I Piloni della A/26 in località Ciutti tra Rossiglione e Ovada – 27 ottobre 2018
- – I giganti con i piedi di argilla atto primo – 27 ottobre 2018
- – I giganti con i piedi di argilla atto secondo – 18 febbraio 2019