UNA GITA AI LAGHI DELLA LAVAGNINA

Cari amici vista la bella e “bollente” estate vi riproponiamo un’escursione che facemmo quattro anni fa per vivere vicino alla natura e conoscere i bei posti dell’Oltregiogo

Con la guida Stefano Milano conosciamo i nostri posti

Partendo da Casaleggio Boiro e passando sotto il Castello detto “dell’Innominato” (perché utilizzato nello sceneggiato dei “Promessi Sposi” trasmesso in televisione nel 1967) si può raggiungere la diga del lago Inferiore (350 metri s.l.m.).  Si parcheggia un po’ prima dove una sbarra chiude la sterrata.

I laghi della Lavagnina

I laghi prendono il nome dalla zona detta “località Lavagnina”, dove nel XIX secolo veniva estratto l’oro. Nel 1852 nella zona ora sommersa dall’invaso venne costruito uno stabilimento metallurgico per la preparazione dei lingotti.  Nel 1913, si esaurì anche l’ultima miniera. La costruzione della diga del lago superiore venne terminata nel 1887, mentre per il lago inferiore la costruzione cominciò nel 1911 e terminò nel 1917. Nei periodi di secca sono visibili sul fondo del lago inferiore la cascina Lavagninae lo stabilimento metallurgico. La stradina sterrata che costeggia i laghi scavata nelle rocce metallifere fa parte del Sentiero Naturalistico dei Laghi della Lavagnina (SNL) che ripercorre a tratti il confine settentrionale del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo.

Il laghetto delle “Vergini” e dei “Serpenti”

All’altezza del lago superiore, ormai interrato il percorso si biforca.  Evitare la salita di sinistra, in direzione di una cascina, e tenersi bassi costeggiando il Gorzente. Si incontra prima, sulla destra, un’area di sosta, poi, sulla sinistra, una sorgente. Quindi il sentiero scavalca una frana e si raggiunge il laghetto delle “Vergini”. Poco dopo il laghetto dei “Serpenti”. Proseguendo lungo il torrente sul percorso detto SNL, dopo circa un’ora di cammino, si arriva all’incrocio col rio Eremiti, a sinistra, (destra orografica) dove le rocce lambite dal rio presentano il classico colore arancio dato da minerali di ferro ivi contenuti. Non conviene proseguire lungo il Gorzente, anche se possibile, perché occorre o passare in acqua o scavalcare dei roccioni piuttosto impervi: ma comunque il sentiero che costeggia il torrente non esiste più e ora occorre salire. Si sale, lasciando il rio Eremiti a sinistra e, dopo 30/40 minuti si raggiunge la SP 165 del monte Tobbio che, presa a sinistra, porta alla cappelletta degli Eremiti, in pieno Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo.

Il lago “Bruno”, il lago “Lungo” e il lago “Badana”

Seguendo la SP165 verso Capanne si raggiunge, appena sotto la Baita del Gorzente, un guado; 50 metri dopo, presso un tornante, parte un sentiero che costeggia il torrente a destra (sinistra orografica). Dopo circa un’ora o poco più di cammino si arriva sotto la diga del più basso dei laghi del Gorzente, il lago Bruno o lago Lavezze (646 metri slm), diviso fra due province: Alessandria (nel Parco delle Capanne) e Genova. Oltre, appena sopra il lago Bruno abbiamo il lago Lungo (sempre diviso fra 2 province) e, più spostato sulla sinistra orografica il lago Badana, il più alto, (700 metri slm). Quest’ultimo prosciugato dal 2005 per lavori di manutenzione. I 3 laghi alimentano gli acquedotti di Genova con una capacità complessiva di oltre 12 milioni di metri cubi. Dal lago Lavezze ha inizio una galleria di 2300 m che, passando sotto l’Appennino, convoglia l’acqua a Gallaneto (comune di Campomorone) dove si trovano gli impianti di filtraggio e smistamento. I tre laghi fanno parte, per quel che riguarda la parte che ricade nella provincia di Alessandria, del Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo.

I rii

I laghi sono alimentati da vari rii (il più importante è il Lischeo) che discendono dai vicini monti Poggio, Orditano, Figne e Taccone. Il lago Bruno inoltre è alimentato da una galleria, realizzata negli anni ‘20 del Novecento, che raccoglie le acque di diversi corsi che sboccavano nel Gorzente a valle della diga.  

Il “masso del Grano”

Numerosi sentieri e percorsi tracciati raggiungono e costeggiano i laghi, sia dalla zona di Capanne di Marcarolo come dai Piani di Praglia. Partendo dalle sorgenti del Gorzente, un po’ sotto i Piani di Praglia, il percorso, prima di raggiungere il lago Lungo lambisce, prima alcune “neviere” poi il “masso del Grano” dove avvenivano gli scambi fra il grano prodotto nell’ entroterra con sale e olive prodotte nelle zone costiere.

L’istituzione di un’area protetta, il Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo, è sicuramente non solo una garanzia di conservazione per una fauna e una flora importanti, ma anche per la qualità dell’acqua che raggiunge le case di Genova.

Stefano MilanoGuida AIGAE – (Associazione Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche)

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