Durante la Seconda Guerra Mondiale, il 26 gennaio 1943, fu combattuto un feroce scontro tra le forze italo-tedesche e le truppe sovietiche, che avevano accerchiato la 6° Armata tedesca a Stalingrado, e sbaragliato completamente le armate romene e gran parte dell’8° Armata italiana
Cari Lettori oggi con la mia “Bacheca”, con questo articolo a firma di Gian Battista Cassulo, vorrei invitarvi a partecipare all’evento organizzato dal Gruppo Alpini “Aldo Zanotta” di Novi Ligure, che sabato 25 gennaio 2025 ricorderà e renderà omaggio, presso la parrocchia di S. Antonio, ai caduti e ai superstiti della storica e cruenta Battaglia di Nikolaevka. Marta Calcagno
Il 12 gennaio 1943, i russi sfondarono le precarie linee difensive dell’Asse con il conseguente crollo del fronte sul Don e all’accerchiamento e alla ritirata del Corpo d’Armata Alpino che ad inizio conflitto contava 61.155 uomini.
La Battaglia di Nikolaevka, che si svolse il 26 gennaio del 1943 per sfondare l’accerchiamento russo, fu cruenta ma combattuta con molto onore permettendo a 13.420 uomini di uscire dalla sacca nella quale erano accerchiati, più altri 7.500 feriti o congelati.
Purtroppo quaranta mila uomini rimasero indietro, trovando la morte nella neve, gelo e freddo o catturati e rinchiusi dai sovietici in vari campi di concentramento, come quello tristemente famoso di Rada, dal quale i prigionieri sopravvissuti iniziarono a ritornare in Italia dal 1945.
Del Corpo d’Armata Alpina si salvò dunque una minima parte di Alpini e tra essi Giulio Bedeschi, che nel 1963 scrisse “Centomila gavette di ghiaccio”, Nuto Revelli, autore de “Mai tardi, Il diario di un alpino” uscito nel 1946 e poi, nel 1962, in forma rivista dello stesso libro, “La guerra dei poveri” e Mario Rigoni Stern, che nel 1953 pubblicò il libro autobiografico “Il sergente nella neve” e nel 1973 “Ritorno sul Don”
La ritirata dal Don, fu descritta, anch’essa in termini a tratti autobiografici, nel libro “Il cavallo rosso“, uscito nel 1983, da Eugenio Corti, che visse in prima persona la guerra sul fronte russo, mentre il saggista Ottobono Terzi, conte di Sissa e Torlonia, ufficiale della Volòira, aggregato al gruppo di Artiglieria Alpina Bergamo, scrisse “Warwarowka alzo zero”, dove testimoniava che nello sfondamento finale, l’artiglieria non poté offrire il necessario supporto di fuoco per la perdita di obici ed esaurimento delle munizioni.
Gian Battista Cassulo
IL PROGRAMMA DLLE CELEBRAZONI
L’82° anniversario di quella tragica battaglia, dove eroismi e disperazione si mischiarono in un tutt’uno, verrà ricordato dal Gruppo Alpini “Aldo Zanotta” di Novi Ligure (Al) sabato 25 gennaio 2025 in un evento titolato “Zuppa calda a Nikolaevka”, presso la Parrocchia di S. Antonio in Viale della Rimembranza a Novi Ligure (Al).
Marta Calcagno
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