Cari amici de “l’inchiostro fresco” questo è il mio primo articolo che sto scrivendo sul nuovo sito del giornale appena ristrutturato, anzi rifatto dalla nostra bravissima Ilenia Procopio, arrivata quasi per caso in redazione con la sua bella tesi sul “Cotonificio Di Rossiglione” e rimastaci perché veramente brava.
Io sto scrivendo seguendo le indicazioni che mi ha dato Ilenia per pubblicare questo mio pezzo e mi sembra di essere come al primo giorno di scuola. Ebbene sì lo ammetto: sono uno dei nuovi analfabeti, gli analfabeti degli anni 2000, abituati a scrivere ancora con la penna e il calamaio mentre il web ormai è il padrone incontrastato delle nuove relazioni tra gli umani!!!!
E questo mi fa pensare che, visti anche gli aumenti che le tipografie ci stanno propinando in nome del rialzo dei prezzi delle cartiere, molto probabilmente anche “l’inchiostro fresco” alla lunga finirà per essere divulgato solo in rete.
E’ la realtà, purtroppo, delle cose, ma è così!!!! Certamente sarà difficile rinunciare al profumo dell’inchiostro e allo sfogliare delle pagine magari mentre si gusta un buon caffè al tavolino del bar o alla scrivania, ma i tempi corrono e con essi “anche le torme del cure°ch’io mi porto appresso“, tanto per parafrasare alla mia maniera il Foscolo.
E quindi per dare al meglio voce ai miei pensieri, condivisibili o meno, anche i mezzi devono cambiare e cambieranno.
Tra l’altro risparmiare carta non è forse un atto di rispetto al mondo e al suo ecosistema? Pensate ai boschi, agli alberi, alle foreste dell’Amazzonia!!!! fare meno carta significa anche lasciare intatti i nostri paesaggi o per lo meno quello che ne rimane.
Questa pagina ad esempio per essere letta non ha bisogno di nessun supporto se non quello della spina della corrente elettrica per il computer e tra poco nemmeno più di quella.
Avanti dunque con l’innovazione. ma se qualcuno un domani chiudesse Internet?
Poco male allora succederebbe la Rivoluzione.
Gian Battista Cassulo
Io ci penserei due volte, prima di buttare al macero la versione cartacea. A meno che non lo richieda una crisi finanziaria, mantenere un giornale “che profuma di inchiostro” è una operazione di resistenza culturale che è un dono per la collettività.
Detto questo, mi auguro che questo giovane virgulto possa crescere robusto.
E, poi, non è che “l’intertett” sia privo di effetti negativi per l’ambiente. Non è solo la corrente che si consuma. Ci sono “terre rare” che servono per produrre le componenti fisiche necessarie a far funzionare queste diavolerie. C’è un consumo di energia elettrica richiesta per i server, per i sistemi di trasmissione dell’informazione, e quindi (al momento) consumo di combustibili fossili. C’è lo smaltimento dei rifiuti elettronici, con ragazzini che rovistano nei rifiuti (e rifiuti pericolosi). Etc.
La soluzione “internet” di certo abbassa i costi, ma non sono così sicuro che aumenti diffusione e lettori. Una copia sul tavolino del bar viene presa in mano da decine di persone; lo schermo del pc lo vedo solo io, e per far sì che tanti “io” decidano di guardare una pagina pubblicata su Internet si deve fare uno sforzo notevole. Però lavorando molto sui social, forse si riesce ad arrivare in fretta a quelle 10.000 visualizzazioni mese che darebbero senso alla cosa. In bocca al lupo!