Anche il ciclismo, come tutti gli sport, deve fare i conti con la pandemia in atto.
Dopo l’annullamento della Milano Sanremo che doveva disputarsi quest’anno il 21 marzo, altre due manifestazioni particolarmente legate, anche se in maniera diversa, alla tradizione del nostro territorio, devono essere rinviate.
Una, il Giro dell’Appennino, è la corsa professionistica con oltre 80 anni di tradizione (prima edizione nel 1934) che ha visto vittoriosi su queste strade una straordinaria serie di campioni. L’altra è La Mitica, molto più giovane di età, essendo nata nel 2012, ma legata alla tradizione non solo perché si richiama al mito di Fausto Coppi, cui è dedicata; ma anche per essere una manifestazione cicloamatoriale “Ciclostorica”: si disputa con biciclette (e abbigliamento) d’epoca, attraversando, sulle strade di Fausto e Serse Coppi, anche tratti di strade “bianche”, cioè non asfaltate: come accadeva nel passato. L’edizione 2020 avrebbe concluso il centenario coppiano; e ricordato un secolo dalla nascita del tortonese Luigi Malabrocca, la celebre maglia nera del Giro D’Italia. L’associazione ‘I Colli di Coppi’, che organizza la ciclostorica, ha comunicato che la manifestazione, in calendario il 28 giugno, quest’anno non si svolgerà. L’appuntamento è rimandato di un anno, al 27 giugno 2021. Le quote d’iscrizione già versate dagli iscritti saranno valide per il 2021. Chi volesse il rimborso può scrivere un’email a info@lamitica.it
Sia per la Milano- Sanremo che per l’Appennino era dal 1945, cioè dall’ultima guerra mondiale, che non si sospendeva la corsa.
Il Giro dell’Appennino 2020 era previsto la prossima domenica 26 aprile (sarebbe l’ottantunesima edizione). Il rinvio era obbligato. Il direttore di corsa, Silvano Parodi, ci ha riferito che l’Unione Sportiva Pontedecimo, società organizzatrice, avrebbe l’intenzione di trovare una nuova data già nel corso di quest’anno. Tutto però dipende da quella che sarà la situazione sanitaria, e le conseguenti disposizioni governative, nel proseguimento della stagione. D’altra parte, riesce difficile immaginare il disputarsi della corsa impedendo al pubblico di assistere alle operazioni di partenza, all’arrivo, ai passaggi nei punti più importanti, come il tradizionale Passo della Bocchetta. Gli organizzatori delle corse professionistiche, (che nel caso di questa corsa sono degli appassionati che spendono il loro tempo senza averne un corrispettivo economico), tengono però anche conto del fatto che il ciclismo professionistico dà lavoro a molte persone: non solo gli atleti (che comunque, mediamente, sono pagati molto meno degli omologhi calciatori), ma anche a meccanici, massaggiatori, autisti, direttori sportivi, addetti al montaggio di palchi e striscioni, e così via. Sarebbe giusto fornire anche a questo mondo composito la possibilità di svolgere le loro professioni. Una decisione definitiva sarà presa nelle prossime settimane, dopo aver sentito anche il parere dei vari sponsor della corsa, pubblici e privati.
Anche per la Milano Sanremo c’è forse la possibilità di un recupero nella seconda metà dell’anno.
Il ritrovarsi sulle strade all’aperto ad assistere al passaggio di una corsa sarebbe un bel modo di ritornare alla normalità. Speriamo che possa avvenire già nel corso di quest’anno.
Stefano Rivara
Nella foto, un’immagine d’epoca di Fausto Coppi, che riportò l’ultima vittoria in una corsa in linea proprio al Giro dell’Appennino del 1955 (foto Altervista)