Il 28 aprile si disputa l’ottantesima edizione del Giro dell’Appennino, la classica di ciclismo a cavallo tra Genova e Oltregiogo.
Nel 2019 la corsa è dedicata a due commemorazioni: i cento anni dalla nascita di Fausto Coppi, per il quale è inserita nuovamente nel percorso la salita di Castellania, recentemente denominata Passo Coppi; e il ricordo delle vittime del Ponte Morandi, sotto al quale la corsa è transitata quasi tutti gli ultimi 50 anni (nel percorso più tradizionale, attraverso via Walter Fillak; più recentemente sul lato destro del Polcevera). Così, uno dei traguardi volanti è posto simbolicamente dove si incrocia la struttura del ponte crollato.
Il raduno, con la firma dei partecipanti e la presentazione delle squadre, è fissato all’Outlet di Serravalle, verso le 10. Partenza alle 11.10: via ufficiale davanti allo stabilimento Elah-Dufour di Novi Ligure, stesso luogo dove il mese prossimo arriverà la tappa del Giro d’Italia. Primo tratto pianeggiante, attraverso Pozzolo Formigaro, Spinetta Marengo e Tortona. Poi si sale, da Carbonara Scrivia, al Passo Coppi. Quindi discesa su Carezzano e Villalvernia; ritorno a Novi via Merella. Segue Pasturana, col primo traguardo volante. Si prosegue per Francavilla, Gavi, Voltaggio, passo della Castagnola, Busalla, Casella, Crocetta d’Orero e discesa verso Pontedecimo. Da qui salita al passo della Bocchetta; discesa a Voltaggio per affrontare le ultime salite: Fraconalto e Giovi. Quindi si scende verso Genova. Dopo il passaggio dell’ex ponte Morandi, Cornigliano e la Sopraelevata. Una novità è (o dovrebbe essere, poichè al momento in cui scriviamo c’è ancora qualche problema logistico da risolvere) l’aggiunta del tratto di corso Italia fino a Boccadasse e ritorno sulla corsia opposta, prima di imboccare viale Brigate Partigiane e giungere al traguardo posto in cima a via XX Settembre, dopo aver percorso quasi 200 km.
La selezione decisiva probabilmente avverrà sulla mitica e durissima Bocchetta ed eventualmente sulla successiva salita di Fraconalto. Il tratto finale in piano concede però possibilità di recupero anche agli atleti in lieve ritardo.
Anche se meno lunga e dura rispetto ai tempi di Coppi o Gimondi e Baronchelli, questa rimane una delle più impegnative corse in linea.
Causa le limitazioni del budget, oltre alla concomitanza con altra importante gara in Belgio, non parteciperanno squadre del Pro Tour, la prima divisione internazionale. Saranno comunque in gara tutte le squadre professionistiche (“Professional”) e semiprofessionistiche (“Continental”) italiane. E una buona rappresentanza internazionale, comprendente due squadre spagnole, colombiane, austriache, e una russa. Iscritta anche una selezione della Nazionale italiana che presenta alcune giovani promesse appartenenti a squadre dilettantistiche, insieme a un paio di professionisti abitualmente impegnati in squadre straniere.
Tra i favoriti, l’esperto Giovanni Visconti, che proprio in via XX Settembre vinse uno dei suoi titoli di campione d’Italia; e il giovane compagno di squadra Simone Velasco, una delle rivelazioni di quest’anno, vincitore del recente Trofeo Laigueglia. Quest’ultimo collegato all’Appennino con la Challenge Liguria, che premierà il corridore con miglior punteggio complessivo nelle due prove. Infine, ricordiamo anche che quest’anno la classifica del Gran premio della montagna sarà intitolata a Tarcisio Persegona, titolare di una nota azienda di scavi e costruzioni con sede a Carrosio, grande appassionato e sponsor nel ciclismo, scomparso recentemente.
Stefano Rivara