Qui da noi, nella
redazione de “l’inchiostro fresco“, le scuole di ogni ordine e grado
mandano alunni e studenti o in visita alla redazione o a frequentarla per un
periodo di apprendimento nell’ambito della cosiddetta “Buona
scuola“, una iniziativa che tende ad avvicinare i giovani ancora
in età scolastica al mondo del lavoro e delle attività produttive.
Noi ben volentieri
accogliamo questi alunni e studenti perché la loro presenza, non solo ravviva
la vita di redazione, ma ci aiuta a comprendere meglio i tempi che stiamo
vivendo, perché spesso siamo noi che impariamo qualcosa da questi giovani.
Gli alunni delle
elementari (le scuole primarie) vengono qui per preparare i loro seminari, ad
esempi quelli sulla Costituzione per poi metterli in scena nella loro recita di Fine
Anno scolastico.
Altri delle scuole
secondarie di secondo grado, come Larissa Santamaria dell’Istituto
“Madri Pie” di Ovada, è venuta qui per uno stage
di giornalismo ed ecco qui di seguito le domande che ci ha posto e alle
quali noi abbiamo tentato di rispondere, mentre nel video che vi presentiamo ci
ha espresso le sue opinioni in merito alla sua esperienza di
“redattrice”.
A tutti buona visione daparte di
Gian Battista Cassulo
ED ECCO QUI DI SEGUITO LE DOMANDE CHE CI HA POSTO LARISSA
SANTAMARIA PER PREPARARE LA SUA RELAZIONE DA CONSEGNARE ALLA PRESIDE DEL SUO
ISTITUTO, PROF.SSA LUCIANA REPETTO.
Abbiamo
intervistato Gian Battista Cassulo, Legale rappresentante dell’Associazione
culturale “Club Fratelli Rosselli”, editrice del mensile d’informazione
locale“l’inchiostro fresco” fondato a Novi Ligure nel 1985.
Ecco le sue risposte:
Quale rapporto ha
“l’inchiostro fresco” con i suoi lettori?
Un rapporto “di
servizio”, nel senso che il giornale è nato con scopi pedagogici per
favorire in primo luogo tra i suoi lettori lo spirito della cosiddetta “cittadinanza
attiva”, ovvero per spingere la gente a sentirsi “protagonista” nei
posti ove abita.
Ma “l’inchiostro
fresco” esercita nel contempo anche un’altra funzione: quella di
permettere a chi scrive sulle sue colonne di fare esplodere il proprio “protagonismo
sociale”, perché noi facciamo in modo che i redattori che qui fanno
pratica per conseguire il “patentino da
giornalista pubblicista” si sentano investiti e partecipi del ruolo
pedagogico del giornale.
Da questa doppia
funzione del giornale, esterna ed interna, si è creato un processo virtuoso che
tiene insieme non solo lettori e redattori, ma anche gli inserzionisti
che si sentono parte integrante del giornale, come è dimostrato dalla loro
fedeltà nel tempo nell’essere sempre presenti sulle pagine de “l’inchiostro
fresco”.
Su quali criteri vi
basate per proporre i vari argomenti ai lettori?
Il criterio
principale che ci guida è quello di guardarci intorno ogni qual volta
usciamo per fare un servizio. Cerchiamo di vedere i nostri posti con l’occhio dell’immaginazione,
sul come potrebbero essere e su come invece sono.
E per capire come
mai i nostri posti sono quello che sono, guardiamo i volti della gente e il comportamento
delle persone perché sono le persone che “fanno” i luoghi dove esse vivono.
Per cui, ed è qui
che viene fuori il ruolo pedagogico del giornale, noi cerchiamo sempre di mettere
in contraddizione o per lo meno a confronto i luoghi con la gente
che li abita, a volte fantasticando la realtà.
Ad esempio, nella Valle
dell’Orba, ci siamo inventati Rondinaria, la “Città dei paesi”, e nella
zona del Sassello abbiamo pensato ad “Reame boscoso”, mentre in
quella di Urbe abbiamo adottato la definizione della nostra amica Lorena,
“La
contea dei Varelfi” per non parlare di Olbicella del suo Gran
Canyon!!!!.
Nomi di fantasia,
questi, ma che rendono vivi i nostri posti e che servono per fa capire alla
gente che non bisogna trascorrere la propria vita nel chiuso dei propri interessi
di bottega, ma che bisogna ampliare i propri orizzonti a tutto il
territorio circostante la propria realtà locale.
“L’inchiostro
fresco” che tipo di rapporto ritiene di avere con le altre redazioni
giornalistiche sia dal punto di vista sociale, sia dal punto di vista
economico?
A Novi Ligure, se
si escludono i due quotidiani più letti, “La Stampa” e “Il Secolo XIX”, esistono, oltre al quindicinale
“Il
Piccolo” che comunque è un periodico a livello provinciale, solo due
testate prettamente locali, “Il Novese” e “Panorama di Novi”, che
sono settimanali.
Una volta c’era
anche “Il Popolo di Novi” ma ora, soprattutto dopo la scomparsa della
sua anima, Don Agnes; è quasi scomparso dalle edicole.
Originariamente “Il Novese” faceva riferimento al vecchio
P.C.I.
e “Panorama
di Novi” all’area liberale, mentre “Il Popolo di Novi” è la voce della Curia
vescovile di Tortona.
Noi in questo
contesto, ci siamo inseriti come voce d’opinione, non interferendo
con le testate che ho citato nella cronaca dei fatti quotidiani o in quella
politica, ma approfondendo particolari temi di carattere storico e sociale,
anche per tentare di comprendere come siamo arrivati allo stato attuale delle
cose, sia a Novi Ligure sia nelle altre realtà locali ove
distribuiamo il giornale.
Sul piano
economico, non avendo alle nostre spalle nessuna formazione partitica o
istituzione, dobbiamo vivere di “luce propria”, ovvero, per coprire
le spese di redazione, viviamo di “pubblicità commerciale”, andandola a
reperire direttamente e cercando di favorire le piccole attività locali.
Questo ci permette
di essere relativamente indipendenti, anche se la fatica quotidiana “per
tenere in piedi il giornale” è molta, ma la soddisfazione alla fin fine
è tanta!!!!
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